La
protezione totale non esiste. Per quanto io ne possa sapere essa non
esiste né in astrologia né altrove. Questo mio intervento tende a
stabilire, almeno in linea generale, quale potrebbe essere il livello di
protezione che possiamo attenderci attraverso l’applicazione delle
regole dell’Astrologia Attiva. Ma prima di procedere in tale
direzione vorrei citare tre esempi per dimostrare che l’assoluto non
si trova neanche in alcuni settori della scienza tradizionalmente visti,
nell’immaginario collettivo, come depositari di certezze totali.
Mi
piace, quindi, ricordare un episodio narratomi da un carissimo amico,
Mario Pavesio, che oltre a essere un vero genio in matematica, fisica,
elettronica, informatica e tante altre discipline, è anche un uomo
dotato di un senso dell’umorismo davvero straordinario. Dunque ci
trovavamo intorno alla metà degli anni Sessanta quando fu
commercializzata una delle prime calcolatrici scientifiche da taschino.
Credo fosse una Texas o una HP. Il mio amico la portò in Selenia,
dove lavorava, e fu subito assediato da una folla di tecnici e di
ingegneri affascinati dal “giocattolo”. Egli, assai compiaciuto, lo
mostrava non senza orgoglio. A questo punto si avvicinò un ingegnere
che aveva fama di essere un “capoccione” (ma io non avrei mai
pensato che ne esistano più di Mario Pavesio):, guardò l’“arnese”
e domandò: “E ogni quante volte sbaglia?”. “Come sarebbe –
sobbalzò Mario Pavesio – questo non sbaglia mai!”. L’altro,
visibilmente disgustato, si allontanò e non rivolse mai più la parola
al mio amico che intanto si documentò e scoprì che effettivamente era
prevista una frequenza di errori nelle calcolatrici elettroniche. Non vi
posso erudire sui dettagli perché non li rammento, ma il concetto era,
se non vado errato, che quando parliamo di molte cifre decimali,
mettiamo 30/40 cifre dopo la virgola, un bit alto o basso determina
l’arrotondamento all’ultima cifra: superiore o inferiore. E in
questa condizione succede che ogni “tot” miliardi di operazioni una
può determinare un risultato “sbagliato”. Questo era il primo
esempio a cui alludevo prima. Passiamo al secondo, la pillola
anticoncezionale. Secondo molti essa garantirebbe una protezione totale
contro il rischio di gravidanze indesiderate e invece non è affatto così.
Leggiamo dall’enciclopedia Encarta: “I mezzi contraccettivi disponibili oggi
vanno dalle procedure permanenti, come la sterilizzazione chirurgica, ai
mezzi temporanei che vanno impiegati a ogni rapporto sessuale. La loro
efficacia si definisce con il cosiddetto indice di Pearl (I.P.), e cioè
il numero di gravidanze non programmate, registrate in 100 donne che
utilizzano il metodo per un anno; più il metodo è efficace, più l’I.P.
è vicino allo zero.
Anticoncezionali
steroidei
I
contraccettivi orali, detti comunemente ‘pillola’, sono composti di
sostanze chimiche molto simili agli ormoni naturali (estrogeni e
progesterone) e agiscono bloccando l’ovulazione, rendendo difficoltoso
il passaggio degli spermatozoi dalla vagina all’utero e rendendo
inospitale l’ambiente uterino in cui dovrebbe annidarsi l’ovulo
eventualmente fecondato. Se assunta seguendo bene le istruzioni, la
pillola ha un’efficacia contraccettiva alta (I.P. da 0,25 a 2)”.
Dunque,
come si può leggere, neanche la pillola protegge al 100%.
E infine riferiamoci alle lastre di piombo con cui
sono inframmezzate le pareti degli studi radiologici per proteggere i
radiologi dal bombardamento ionizzante cui il loro lavoro li espone. Voi
pensate che in questo caso, date anche le severi norme internazionali in
materia di medicina del lavoro, la protezione sia totale? Niente affatto
e forse tutti voi avrete notato come tanti radiologi anziani hanno
vistose macchie sulla pelle. Ma al di là di ciò leggiamo in un
documento ufficiale (http://www.lnf.infn.it/lnfadmin/radiation/principiradioprotezione.html):
8. I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA RADIOPROTEZIONE
La circostanza che nessuna esposizione alle
radiazioni ionizzanti, per quanto modesta, possa essere considerata
completamente sicura, ha spinto l’ICRP a raccomandare un sistema di
protezione radiologica basato su tre fondamentali principi:
giustificazione della pratica; ottimizzazione della protezione;
limitazione delle dosi individuali. Detti principi sono stati pienamente
recepiti nella normativa di legge italiana recentemente entrata in
vigore, attraverso l’art. 2 del D. Lgs. 230/95, che ne stabilisce il
rispetto, nella disciplina delle attività con rischio da radiazioni
ionizzanti, nei termini seguenti:
a) i tipi di attività che comportano esposizione
alle radiazioni ionizzanti debbono essere preventivamente giustificati e
periodicamente riconsiderati alla luce dei benefici che da essi
derivano;
b) le esposizioni alle radiazioni ionizzanti
debbono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente
ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali;
c) la somma delle dosi ricevute e impegnate non
deve superare i limiti prescritti, in accordo con le disposizioni del
presente decreto e dei relativi provvedimenti applicativi.
Fin qui i tre esempi di cui dicevo innanzi. Ma
vediamo, adesso, qual è stata la scintilla che mi ha spinto a scrivere
queste note. Un allievo, nel corso di una conversazione telefonica,
si meravigliava parecchio della mia affermazione secondo la quale si può
morire anche nel corso di una “buona” Rivoluzione solare. “Perché,
tu che pensavi – gli chiesi –, che con la pratica delle Rivoluzioni
solari mirate si potesse diventare immortali o raggiungere i duecento
anni di età?”. E lui: “Beh, io immaginavo che prima o poi, per un
motivo qualunque, non si riuscisse a partire e si finisse per morire
beccandosi una cattiva Rivoluzione solare”.
Ovviamente la cosa si commenta da sé e non occorre
dilungarci sui significati di una simile visione distorta della realtà,
ma è bene, invece, a mio giudizio, soffermarci sul grado di protezione
che si può ottenere utilizzando i principi dell’Astrologia Attiva.
Ho già scritto, in varie mie pubblicazioni, che secondo la mia
esperienza un buon compleanno mirato ci può proteggere intorno
all’80/85 per cento rispetto alle disgrazie che potrebbero riguardarci
nel corso dell’anno. La pratica dell’esorcizzazione dei simboli,
invece, la posizionerei all’interno di un range che va dal 40 al 50%
di scudo “antistellare”.
Alcuni fattori, però, possono influire parecchio nel
valutare detti parametri che ovviamente non pretendono di essere
considerati assoluti, ma soltanto un punto di riferimento, anche se, a
mio avviso, assai vicino alla realtà.
In primo luogo sarebbe giusto prendere in
considerazione una doppia realtà: il soggetto parte ogni anno per una
RSM (Rivoluzione solare mirata) oppure il soggetto a volte parte e a
volte no. Ci sono due-tre casi che sto seguendo in questo periodo,
relativi a persone che mi stanno tanto a cuore pur non essendo parenti,
di cui forse scriverò quando saranno uscite dal tunnel. In alcuni casi
è del tutto evidente che una gran brutta RS si possa esprimere anche un
anno o due o x dopo la stessa. È la condizione di molti tumori che
hanno un tempo di latenza piuttosto lungo. Per chi non è in cattiva
fede, allora, trovo sia evidente che altro è partire per dieci anni di
seguito nel giorno del compleanno e altro è pensare di poter assicurare
un forte “scudo protettivo” a chi per la prima volta si sposta su
consiglio dell’astrologo. Il nostro organismo è certamente un
ricettacolo di scorie d’ogni genere cui l’inquinamento incessante e
omniproveniente ci sottopone giorno dopo giorno e dunque la protezione
contro le malattie garantisce dei risultati se ci proteggiamo sempre e
risultati differenti se lo facciamo una tantum.
Il secondo punto che mi sembra interessante mettere a
fuoco in un discorso del genere è quello relativo al nucleo familiare
completo. Una signora, medico del centro Italia, mi disse: “Dopo
essermi spostata per il compleanno, il mio anno è stato discreto, ma
mio marito ha subito un infarto, mio figlio è diventato
tossicodipendente e…”. Occorre ripetere, ancora una volta, a tal
proposito, che con il nostro compleanno mirato possiamo tentare di
difendere noi stessi, ma non i nostri familiari. Se così non fosse
basterebbe far spostare un solo soggetto per famiglia e il risultato
verrebbe assicurato. Purtroppo la realtà è assai lontana da ciò e lo
dice uno che deve organizzare quattro viaggi all’anno per i quattro
componenti la propria famiglia.
Trovo sia abbastanza lineare supporre che il lavoro
di una “squadra” possa portare dei benefici alla stessa assai
superiori a quelli ottenibili se il gioco di squadra manca. In altre
parole vorrei dire che assai difficilmente, per una famiglia che sposi
la filosofia del compleanno mirato e che si sposti in toto nei giorni
dei singoli genetliaci dei vari componenti la stessa, ci troveremo di
fronte a grosse disgrazie nell’arco dell’anno successivo. Assai
difficilmente, badate, ma non in maniera assoluta. L’assoluto,
ripeto, per quanto ne sappia, non esiste, e noi possiamo adoperarci per
migliorare tantissimo la qualità della nostra vita, ma non possiamo
evitare in modo totale l’insorgere di disgrazie o addirittura la
morte.
La statistica personale, dopo molte migliaia di RSM
studiate in trent’anni di attività, mi fa guardare con tanto
ottimismo a questa pratica, ma – allo stesso tempo – non va a
inebriare il mio spirito al punto di far lievitare in me fantasie di
potenza nella direzione della “protezione totale”. Nelle mie
preoccupazioni quotidiane vi è, soprattutto, il timore che qualcosa di
particolarmente spiacevole possa accadere ai miei cari più vicini, ma
in tal senso, quando ciò avverrà, pur senza essere troppo indulgente
verso me stesso, posso dire di essermi già assolto.