Sull'esorcizzazione dei simboli
Quasi quotidianamente ricevo un po’ di lettere in cui mi vengono richiesti maggiori ragguagli o esempi relativamente al discorso “esorcizzazione del simbolo”. Vi racconterò, allora, questo esempio concreto che tentai di porre in pratica durante il mio compleanno 2006 a Petropavlovsk, nella Kamchatka. Naturalmente non mi preoccupa l’eventuale giudizio negativo di chi non conosce l’argomento di cui si parla, come quando, una volta, diversi anni fa, un collega rideva di quanto avevo scritto nel capitolo “Il valore aggiunto” di un mio libro: ma come poteva, lui, capire di cosa avevo scritto se non aveva neanche letto, mai, un solo libro di Jung?A giugno 2006 mi trovavo sulla meravigliosa terrazza dei giardini pubblici di Piano di Sorrento, insieme a tanti amici e colleghi, per il nostro convegno informale di giugno. Parlavamo di astrologia e intanto ci godevamo un meraviglioso sole che per qualche ora interruppe il cattivo tempo di quei giorni. Annunciai il mio proposito di farmi arrestare durante il viaggio a Petropavlovsk, subito dopo il compleanno e spiegai i motivi di ciò.
A dire il vero la cosa non mi preoccupava più di tanto perché dalla claustrofobia dei vent’anni all’attuale serenità interiore mi sembra che siano trascorsi secoli…
La questione è presto detta. Quell’anno avevo, nel cielo di RS, una posizione ravvicinata di Marte e di Saturno. Per le ragioni che ho esposto molte volte e che non credo sia il caso di ripetere, sono convinto che questa coppia occorra posizionarla solamente in nona o in terza Casa. Nel 2006 si poteva piazzare solamente in nona, a Petropavlovsk, appunto. Ma ciò sarebbe servito solo a risolvere la prima parte del problema, non la seconda: dare a questa congiunzione le cose importanti che mi avrebbe chiesto durante l’anno e che – mi sembra – siano più o meno tutte descritte nei miei testi.
Io pensai di darle qualcosa di grosso, subito dopo il compleanno e nel posto peggiore dove si possa pagare un simile debito, ma non ci riuscii e pagai diversamente.
Prima di ciò, però, desidero raccontarvi le ore appena precedenti il compleanno: ricordate che i simboli sono potentissimi e, se imparate a leggerli, vi possono dire tante cose.
Se ricordo bene, dieci minuti prima delle 17 scattava il mio compleanno.
Erano quattro giorni che non mangiavo perché effettivamente il cibo, lì, metteva a dura prova chiunque. Ma non me ne facevo un problema perché ogni tanto pratico dei digiuni di tre-quattro giorni per disintossicarmi. Tuttavia il giorno del mio compleanno desideravo concedermi almeno un pasto decente e chiesi alla mia guida, una ragazza di meno di vent’anni che dichiarava di parlare l’inglese, quale fosse il migliore ristorante di Petropavlovsk. Costei mi rispose, nel suo stentatissimo inglese, che non le risultava esistessero ristoranti in quella città (che non è per nulla piccola). E io insistetti: “Quando tu e il tuo fidanzato festeggiate qualcosa, in quale ristorante vi recate a cena?”. “Ma io non sono mai stata in un ristorante…”. Perfetto, anzi malissimo. Le chiesi di telefonare a un po’ di amici e dopo alcune chiamate ebbe una indicazione. Mi feci scrivere su di un foglio di carta il nome e l’indirizzo del locale. La mia idea era di andare lì verso le 15, in modo da rientrare in albergo prima delle 16.50, mio compleanno, quando il mio nuovo cielo di return mi avrebbe calato, da un minuto all’altro, in “territorio nemico” dove sarebbero potute accadere cose spiacevoli per me.
Fu così che mi recai lì con un taxi. Al piano terra di un edificio anonimo, con un paio di scritte in cirillico sui muri esterni, non c’era anima viva e salii le uniche scale presenti in quei locali. Lì trovai una sala enorme che poteva essere un ristorante o qualcosa del genere. Lo spazio si sprecava e vi erano anche non meno di dodici ragazze, assai giovani, con divisa da cameriere. Mi sedetti a uno dei tavoli ed ero il solo avventore. Ho notato che in molti posti della Russia, pur essendo cambiato il regime, è rimasta la regola di dare un lavoro a tutti, anche se l’impresa è fortemente in perdita (chi paga non saprei dirlo).
Nessuno parlava neanche una sola parola di inglese o di una lingua diversa dal siberiano. Mi portarono un foglio sgualcito con su cinque righe scritte in russo e che io immaginai fosse il menu. Chiesi un menu internazionale e mi fecero segno che non esisteva. Feci per andarmene, ma quasi mi pregarono di restare e si agitarono più d’una per trovare una soluzione che giunse dopo una decina di minuti: mi riportarono lo stesso foglio dove, a fianco di ogni scritta russa, avevano aggiunto a macchina “with vegetables”.
Mi alzai e chiesi un taxi. Seguì una scena abbastanza pietosa di queste ragazze che tentarono, a gesti, in tutti i modi, di convincermi a desistere, ma la cosa era troppo pericolosa e io fui irremovibile. Alla fine, seppure molto contrariate, mi chiamarono il taxi.
Il conducente di questa macchina vecchissima e praticamente senza ammortizzatori, appena partiti, sembrava una persona normale, ma fatti pochi metri si mise a correre come se si trovasse a Maranello: prendeva curve ad angolo retto ad alta velocità, sulla strada sterrata, e io pensai, dato che l’ora del compleanno si avvicinava, che forse così avrebbero ricordato il mio viaggio al confine con l’Alaska.
Non so come giunsi a quello che enfaticamente chiamavano Hotel Petropavlovsk, ma che sembrava più il braccio D di San Vittore o di Regina Coeli.
Decisi che, comunque, mi meritavo un pasto e chiesi due uova fritte (l’unica cosa a mio giudizio commestibile lì) e – volli strafare – anche una birra!
Avevo un grande orologio a muro proprio di fronte a me e si avvicinavano le 16.50: osservavo con attenzione perché ero certo che i simboli si sarebbero manifestati immediatamente.
E così fu.
Alle 16.45 mi portarono quanto avevo chiesto e, alle 16.50, mentre mangiavo, una delle cameriere (qui parlavano inglese) mi disse che dovevano chiudere e, senza neanche lasciarmi il tempo di replicare, mi tolse il piatto e il bicchiere e diede inizio al mio return in territorio “ostile”.
Giungiamo, così, alla mattina seguente quando cercai di farmi arrestare. Il mio piano era assai semplice e lo avevo illustrato in anticipo agli amici, a Sorrento. Ricordo che più d’uno mi sconsigliò, ma a me sembrava una cosa giusta da fare e tentai.
Nei due-tre giorni precedenti avevo comprato un tagliaunghie molto grosso, quasi un coltello, e lo nascosi in una tasta sotto il ginocchio sinistro dei jeans, chiuso a mezzo di una lampo.
Passai sotto il metal detector e, con mia grande meraviglia, la macchina non diede alcun segnale di allarme. La combinazione tra il fatto che si trattava di un arnese metallico abbastanza grosso e l’evidenza del particolare che lo avevo nascosto, mi sembravano motivi validi per farmi passare almeno un paio di notti al fresco. Invece nulla.
Allora pensai che a Mosca non l’avrei fatta franca perché lì ci sono dai tre ai quattro controlli di seguito. Niente da fare: li superai tutti senza neanche il minimo campanellino!
Non mi restava che Monaco, ma lì non mi serviva perché non penso mi avrebbero messo al fresco e poi perché le carceri tedesche sono pressappoco come una buona pensione italiana.
Infatti a Monaco il campanellino suonò e il poliziotto mi passò la paletta lungo il corpo. Giunto sotto il ginocchio sinistro si irrigidì. Passò la paletta una seconda volta e s’irrigidì di nuovo. Poi fece un gesto come per dire “Quanto sono stupido!” e mi lasciò andare: pensò che fosse il metallo della chiusura lampo…
A parte due litigate in volo tra Petropavlovsk e Mosca e tra Mosca e Monaco, con altri passeggeri, non ci fu altro, ma durante l’anno, tra le varie cose che accaddero, ci fu anche quella, prevista e temuta da me, di dover accompagnare un familiare all’estero per un intervento chirurgico.
A dire il vero la cosa non mi preoccupava più di tanto perché dalla claustrofobia dei vent’anni all’attuale serenità interiore mi sembra che siano trascorsi secoli…
La questione è presto detta. Quell’anno avevo, nel cielo di RS, una posizione ravvicinata di Marte e di Saturno. Per le ragioni che ho esposto molte volte e che non credo sia il caso di ripetere, sono convinto che questa coppia occorra posizionarla solamente in nona o in terza Casa. Nel 2006 si poteva piazzare solamente in nona, a Petropavlovsk, appunto. Ma ciò sarebbe servito solo a risolvere la prima parte del problema, non la seconda: dare a questa congiunzione le cose importanti che mi avrebbe chiesto durante l’anno e che – mi sembra – siano più o meno tutte descritte nei miei testi.
Io pensai di darle qualcosa di grosso, subito dopo il compleanno e nel posto peggiore dove si possa pagare un simile debito, ma non ci riuscii e pagai diversamente.
Prima di ciò, però, desidero raccontarvi le ore appena precedenti il compleanno: ricordate che i simboli sono potentissimi e, se imparate a leggerli, vi possono dire tante cose.
Se ricordo bene, dieci minuti prima delle 17 scattava il mio compleanno.
Erano quattro giorni che non mangiavo perché effettivamente il cibo, lì, metteva a dura prova chiunque. Ma non me ne facevo un problema perché ogni tanto pratico dei digiuni di tre-quattro giorni per disintossicarmi. Tuttavia il giorno del mio compleanno desideravo concedermi almeno un pasto decente e chiesi alla mia guida, una ragazza di meno di vent’anni che dichiarava di parlare l’inglese, quale fosse il migliore ristorante di Petropavlovsk. Costei mi rispose, nel suo stentatissimo inglese, che non le risultava esistessero ristoranti in quella città (che non è per nulla piccola). E io insistetti: “Quando tu e il tuo fidanzato festeggiate qualcosa, in quale ristorante vi recate a cena?”. “Ma io non sono mai stata in un ristorante…”. Perfetto, anzi malissimo. Le chiesi di telefonare a un po’ di amici e dopo alcune chiamate ebbe una indicazione. Mi feci scrivere su di un foglio di carta il nome e l’indirizzo del locale. La mia idea era di andare lì verso le 15, in modo da rientrare in albergo prima delle 16.50, mio compleanno, quando il mio nuovo cielo di return mi avrebbe calato, da un minuto all’altro, in “territorio nemico” dove sarebbero potute accadere cose spiacevoli per me.
Fu così che mi recai lì con un taxi. Al piano terra di un edificio anonimo, con un paio di scritte in cirillico sui muri esterni, non c’era anima viva e salii le uniche scale presenti in quei locali. Lì trovai una sala enorme che poteva essere un ristorante o qualcosa del genere. Lo spazio si sprecava e vi erano anche non meno di dodici ragazze, assai giovani, con divisa da cameriere. Mi sedetti a uno dei tavoli ed ero il solo avventore. Ho notato che in molti posti della Russia, pur essendo cambiato il regime, è rimasta la regola di dare un lavoro a tutti, anche se l’impresa è fortemente in perdita (chi paga non saprei dirlo).
Nessuno parlava neanche una sola parola di inglese o di una lingua diversa dal siberiano. Mi portarono un foglio sgualcito con su cinque righe scritte in russo e che io immaginai fosse il menu. Chiesi un menu internazionale e mi fecero segno che non esisteva. Feci per andarmene, ma quasi mi pregarono di restare e si agitarono più d’una per trovare una soluzione che giunse dopo una decina di minuti: mi riportarono lo stesso foglio dove, a fianco di ogni scritta russa, avevano aggiunto a macchina “with vegetables”.
Mi alzai e chiesi un taxi. Seguì una scena abbastanza pietosa di queste ragazze che tentarono, a gesti, in tutti i modi, di convincermi a desistere, ma la cosa era troppo pericolosa e io fui irremovibile. Alla fine, seppure molto contrariate, mi chiamarono il taxi.
Il conducente di questa macchina vecchissima e praticamente senza ammortizzatori, appena partiti, sembrava una persona normale, ma fatti pochi metri si mise a correre come se si trovasse a Maranello: prendeva curve ad angolo retto ad alta velocità, sulla strada sterrata, e io pensai, dato che l’ora del compleanno si avvicinava, che forse così avrebbero ricordato il mio viaggio al confine con l’Alaska.
Non so come giunsi a quello che enfaticamente chiamavano Hotel Petropavlovsk, ma che sembrava più il braccio D di San Vittore o di Regina Coeli.
Decisi che, comunque, mi meritavo un pasto e chiesi due uova fritte (l’unica cosa a mio giudizio commestibile lì) e – volli strafare – anche una birra!
Avevo un grande orologio a muro proprio di fronte a me e si avvicinavano le 16.50: osservavo con attenzione perché ero certo che i simboli si sarebbero manifestati immediatamente.
E così fu.
Alle 16.45 mi portarono quanto avevo chiesto e, alle 16.50, mentre mangiavo, una delle cameriere (qui parlavano inglese) mi disse che dovevano chiudere e, senza neanche lasciarmi il tempo di replicare, mi tolse il piatto e il bicchiere e diede inizio al mio return in territorio “ostile”.
Giungiamo, così, alla mattina seguente quando cercai di farmi arrestare. Il mio piano era assai semplice e lo avevo illustrato in anticipo agli amici, a Sorrento. Ricordo che più d’uno mi sconsigliò, ma a me sembrava una cosa giusta da fare e tentai.
Nei due-tre giorni precedenti avevo comprato un tagliaunghie molto grosso, quasi un coltello, e lo nascosi in una tasta sotto il ginocchio sinistro dei jeans, chiuso a mezzo di una lampo.
Passai sotto il metal detector e, con mia grande meraviglia, la macchina non diede alcun segnale di allarme. La combinazione tra il fatto che si trattava di un arnese metallico abbastanza grosso e l’evidenza del particolare che lo avevo nascosto, mi sembravano motivi validi per farmi passare almeno un paio di notti al fresco. Invece nulla.
Allora pensai che a Mosca non l’avrei fatta franca perché lì ci sono dai tre ai quattro controlli di seguito. Niente da fare: li superai tutti senza neanche il minimo campanellino!
Non mi restava che Monaco, ma lì non mi serviva perché non penso mi avrebbero messo al fresco e poi perché le carceri tedesche sono pressappoco come una buona pensione italiana.
Infatti a Monaco il campanellino suonò e il poliziotto mi passò la paletta lungo il corpo. Giunto sotto il ginocchio sinistro si irrigidì. Passò la paletta una seconda volta e s’irrigidì di nuovo. Poi fece un gesto come per dire “Quanto sono stupido!” e mi lasciò andare: pensò che fosse il metallo della chiusura lampo…
A parte due litigate in volo tra Petropavlovsk e Mosca e tra Mosca e Monaco, con altri passeggeri, non ci fu altro, ma durante l’anno, tra le varie cose che accaddero, ci fu anche quella, prevista e temuta da me, di dover accompagnare un familiare all’estero per un intervento chirurgico.
15 Commenti:
molto avvincente il suo
racconto, complimenti.
circa il merito della
sua idea, premesso che
non so molto di esorcizz.
dei simboli e non ho letto
Jung, pur stimandolo,
devo dire che io considero
molto rischioso finire
in galera in un paese
straniero, neanche troppo
democratico, con delle
difficoltà di lingua e
di difesa. Più in generale,
finire in galera all'estero
può voler dire pagare anche
molti soldi per uscire,
sempre se ci si riesce.
Comunque, questa, è solo la
mia opinione, senza nessuna
esperienza di esorcizz.
di simboli e di galera, per
ora :-)
Caro Ciro, uno scambio libero di opinioni ed esperienze attraverso un blog sarà sicuramente molto creativo, oltre che più veloce rispetto la carta stampata. Una tale iniziativa non può che essere positiva e saggia, anche se il rischio di interventi fuori luogo sarà alto, a causa della cattiva diffusione del sapere astrologico.
In merito all’esorcizzazione dei simboli mi sento di dire una mia opinione da studioso di astrologia: mi sono impegnato più volte nel trovare il modo migliore per esorcizzare dei simboli astrologici con ampio anticipo (rispetto all’inizio di una Rivoluzione Solare e dei Transiti), ma mi sono trovato in situazioni simili a quella che hai descritto tu. La spiegazione di questi “inconvenienti”, a parer mio sta in due fatti: il primo è che ogni decisione e ogni azione contribuisce, poco o tanto, a determinare il destino; il secondo dipende da situazioni di forza maggiore che non possono essere modificate dalla volontà personale.
Ogni volta che si copie un’azione, di qualsiasi natura e qualsiasi importanza, si compie un atto di volontà e i simboli astrologici danno un’indicazione sul modo in cui si può manifestare e con che genere di risultati. Ma per capire con anticipo quali possano essere i risultati di un’azione si devono tenere in considerazione Cielo Natale, Transiti e Rivoluzioni Solari, non solo di chi compie l’azione ma anche ti tutti coloro che vengono coinvolti, oltre al Cielo Astrale dell’istante in cui avviene il fatto. Come un seme deve trovare un terreno adatto per dare germoglio e in seguito una pianta, un atto di volontà deve manifestarsi con adeguati simboli astrologici che convergono in una direzione.
Secondo questo modo di vedere le cose non ha senso esorcizzare i simboli con la principale intenzione di evitare dei problemi, almeno nella maggioranza dei casi, ma con lo scopo di indirizzare la volontà verso un’azione (o anche un progetto) che si manifesta necessaria. Se esistono delle simbologie che creano ostacolo, allora l’esorcizzazione serve per evitare danni e ostacoli che si manifestano o che si possono manifestare.
Personalmente cerco di trovare varie soluzioni per esorcizzare e la cosa migliore è quella di saper scegliere quella giusta quando si presenta la reale necessità.
A questo punto, ammesso che il ragionamento che ho proposto sia corretto ed efficace, il problema maggiore non riguarda tanto l’astrologo che pensa alla propria situazione e al proprio futuro, ma riguarda il modo di dare consigli ad altre persone.
Di fatto l’esorcizzazione dei simboli richiede, oltre che studio, preparazione ed esperienza, anche una buona dose di saggezza… e forse… anche qualcos’altro!
Metti il caso che in aeroporto avessi dovuto assistere a un’ingiustizia e tu in una frazione di secondo decidevi di prendere le difese di un innocente indifeso aiutandolo e mettendoti tu nei guai? in quel caso avresti aiutato uno sconosciuto e, forse, il tuo famigliare avrebbe avuto le premure di qualcun altro.Ovviamente queste sono supposizioni fatte da me per ampliare e fertilizzare una discussione costruttiva.
Un caro saluto a te e ai tuoi lettori e amici.
Sergio Berti
Probabilmente esiste una sorta di "sensibilità individuale" ai simboli astrologici, che a volte sembrano irrompere prepotenti, altre volte restano (forse all'apparenza?) dormienti.
La mia esperienza di un Marte in 9^ casa di RS è questa: un viaggio e un soggiorno all'estero tranquillo senza problemi di sorta.
Ma il giorno progammato per il rientro, scendiamo dal taxi che ci portava all'aeroporto e, per uno dei movimenti scoordinati e frettolosi tipici del mio segno, a momenti mi chiudo la portiera del taxi sulla mano!
Risultato: niente di grave, salvo una mano un po' sanguinante che ho dovuto medicare alla buona nella farmacia dell'aeroporto.
Anche in un'altra occasione Marte si è fatto sentire sui miei arti. Il giorno stesso in cui faceva ingresso nella 7^ casa del tema natale di mia moglie, ho fatto un passo avventato e ho urtato un piede sulla cyclette.
Ho zoppicato per diversi giorni e sul piede mi si è formato un esteso ematoma che è durato per parecchie settimane.
Una delle possibili interpretazioni di Marte in 9^ è appunto "ferite o incidenti all'estero" mentre l'ingresso di Marte in 7^ può segnalare "ferite o incidenti al partner" in quanto nel sistema delle case derivate, la 7^ corrisponde alla 1^ casa del partner.
Un saluto affettuoso al Maestro Discepolo dal suo allievo-consultante siciliano.
Questa sua meravigliosa idea del blog aperto a tutti gli appassionati di astrologia si colloca come pietra miliare in questo mondo di "oroscopari" senza scrupoli!
Felicitazioni........
Gentile Signor Luciano Drusetta, nel mio Cielo Natale è caratterizzato da uno stellium con Giove, Marte e Luna in nona casa, e con Marte e Luna congiunti. Quando ho letto il libro di Ciro Discepolo sull’Astrologia Attiva che con un transito di Marte in terza o in nona casa era consigliabile lasciare la macchia in posti più lontani da quelli in cui ci si deve recare, in modo da avere la possibilità di farsi delle belle e salutari camminate e scaricando l’eccesso di energia che Marte comporta, mi sono sorpreso moltissimo, in quanto quando dovevo ancora impegnarmi seriamente nello studio dell’Astrologia, avevo la spontanea abitudine di parcheggiare la macchina nel parcheggio di un centro commerciale facilmente raggiungibile, per poi girare tutte le librerie della città in cerca dei libri che mi interessavano.
Tuttavia il mio Marte in nona Casa Radix, mi portava problemi nello sport in quanto avevo problemi di crampi alle gambe.
Dato che a me piace la montagna, mi sarebbe piaciuto imparare a sciare, ma per molte ragioni non ho potuto e ora a 30 anni guardo bene dall’iniziare, in quanto con Marte in nona e Saturno in decima potrei anche rompermi un ginocchio.
Signor Drusetta, lei non ci crederà, ma nel mio intervento precedente volevo portare l’esempio di un transito di Marte sulla mia Venere in Vergine, nel corso di una Rivoluzione Solare (non Mirata) con un Marte incollato al Medio Cielo: dato che ero in casa con mia madre e avevamo avuto dei batti becchi, pensavo di aiutarla nelle pulizie domestiche, invece di perdere tempo in liti inutili, ma una mia vicina di casa (abito in un palazzo) mi ha proposto di sradicare dal giardino le radici di piante morte e di tagliare dei rami pino che ormai era cresciuto e delle pinte rampicanti si erano avvolte al tronco. Io mi dissi che dovevo stare attento agli strumenti taglienti come forbici, accetta e sega, strumenti che ho usato con molta attenzione. Non mi sono ferito ma mi sono ritrovato due grosse vesciche nel centro dei palmi delle mani.
Mia madre da brava Capricorno con Luna strettamente congiunta a Saturno (ma con una bella Venere in quarta), non mancò di farmi le sue osservazioni, ma ero così stanco che non avevo voglia di darle retta, mia cambiai i vestiti e andai a farmi un giro.
Signor Drusetta, volevo parlare io delle ferite alle mani (non l’ho fatto per non scrivere troppo) e invece lo ha fatto lei! Sarà un caso?
Cari saluti
Sergio
Carissimi vi lascio il link del forum del Cida Catania. Non riesco a spiegarmi perchè ci siano persone così ostili all'Astrologia Attiva!
http://www.cidacatania.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=442
http://www.cidacatania.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=454
Questo post è stato eliminato dall'autore.
Io non conosco le motivazioni di chi non accetta l'esorcizzazione dei simboli, in passato mi è capitato di aprire delle discussioni con delle persone che curavano un blog personale e dicevano di conoscere l'Astrologia, non ho mai trovato nessuno disposto a un vero e proprio scambio di idee e opinioni. Il problema che è quasi impossibile trovare persone veramente aperte al dialogo ed è questo il problema, non tanto il fatto che esistono opinioni contrastanti.
L'esorcizzazione dei simboli ha sicuramente un valore e ha un motivo di esiste, perché, come ha spiegato più volte Ciro Discepolo, a una persona a cui transita Saturno sulle propria Luna Natale, le conviene vestirsi di nero e frequentare i cimiteri, perché, oltre all'insegnamento di Jung sui simboli e l'inconscio collettivo, se è vero che in transito del genere possono succedere cose spiacevoli come la perdita di un genitore, allora è meglio predisporre il proprio animo alle crudeltà della vita (in tanto per dare una spiegazione terra e meno evoluta rispetto a quella di Jung).
Aggiungo anche una cosa: Ciro Discepolo insegna che l'efficacia dell'esorcizzazione dipende da quanto si è disposti a sacrificare. Se una persona decide di restare in ginocchio giorno e notte e digiuno fino ad appiattirsi le rotule delle ginocchia, come faceva S. Antonio, forse non solo esorcizza il simbolo ma intercede anche per i miracoli.
Per chi crede nei miracoli, ovviamente!
Caro Sergio, esistono le sincronicità e infatti proprio oggi ho risposto alle domande di una ragazza, al cui fidanzato ho consigliato una RSM a Mosca con (tra altre cose, ovviamente ben più importanti) Marte in 9^; voleva appunto sapere che cosa aspettarsi da Marte in 9^.
io esorcizzo, oh se applico l'astrologia attiva! A volte non ho nemmeno bisogno di impegnarmi: con il lungo transito di saturono sulla luna, mi accorgevo che la ricerca dell'essenzialità, della umiltà di comportamento, della solitudine... mi venivano spontanee e mi si addicevamo come un guanto sulla mano. A volte mi impongo delle regole: adesso che ho saturno in XII da mesi, la mia vita è decisamente più solinga... sto a casa moltissimo, e utilizzo il mio tempo per scrivere e studiare e leggere e mi impegno nell'applicazione del simbolo. Nella scorsa RSM (finisce fra pochi giorni) avevo saturno in IV: ho fatto noiosi lavori di ristrutturazione in casa per mesi, trascinando io stessa il disagio. Certo non ho affittato una piccola, deliziosa casa acquistata per mesi e mesi, ma poi, con l'allontanamento di saturno dalla luna, paf! magicamente ho trovato un'inquilina, ho fatto redigere un contratto REGOLARE dal commercialista e ho affittato il mio piccolo appartamento-investimento con animo sereno. Saturno mi ha fatta aspettare e io... ho aspettato.
C'è da precisare, per i lettori non esperti di astrologia, che le esorcizzazioni non si riferiscono ai transiti dei singoli pianeti con i songoli pianeti Radix. A parte il fatto che si devono considerare principalmente le rivoluzioni solari, si devono tenere in considerazione tutti gli aspetti. Per esempio se la Luna Radix è in quadratura a Urano Radix, il transito di Saturno sulla Luna non sarà tranquillo per quanto una possa esorcizzare, se qualcuno mi può dimostrare il contrario me lo dimostri... sono disposto a pagare le lezione!
Nel caso dell'esempio proposta da Ciro Discepolo, ovviamente si devono tenere presenti tanti aspetti: non conosco la rivoluzione solare mirata in questione, ma un arresto ci poteva essere se l'ascentente di rivoluzione era in ottava, oppure se le congiunzione Marte e Saturno in nona si doveva considerare anche in ottava, ma questa ultima ipotesi è da scarare perchè sicuramente l'orario è stato corretto con precisione da molto tempo.
Il mio discorso, tanto per essere chiaro, voleva essere una riflessione generica sull'esorcizzazione non voleva essere applicata a problematiche precise.
Sergio scrive:"che le esorcizzazioni non si riferiscono ai transiti dei singoli pianeti con i songoli pianeti Radix. A parte il fatto che si devono considerare principalmente le rivoluzioni solari, si devono tenere in considerazione tutti gli aspetti. Per esempio se la Luna Radix è in quadratura a Urano Radix, il transito di Saturno sulla Luna non sarà tranquillo per quanto una possa esorcizzare, se qualcuno mi può dimostrare il contrario me lo dimostri... sono disposto a pagare le lezione!"
Io sono solo un'appassionata dilettante, non saprei dare una lezione nemmeno a me stessa, ma mi ha incuriosito l'esempio fatto da Sergio. Il mio transito di Saturno sulla Luna Radix leone in XII dei mesi scorsi (tre passaggi, ho luna a 20 gradi) coincideva anche con Nettuno opposto Luna e saturno medesimo quadrato a se stesso, poichè nel mio cielo radix è a 19 dello scorpione, mi ci sono impegnata, certo, però ho pensato che il transito più duro (dunque da esorcizzare) era quello di congiunzione: ho sbagliato?
Nella RSM in previsione del passaggio di Saturno, Ciro mi ha messo saturno di RSM in quarta casa e, come ho detto, l'ho "pagato" con lavori in casa per un anno e con il ritardo dell'affitto di un appartamento. Adesso avrò saturno quadrato al MC e nel libro di Ciro AS e MC non vengono segnalati: idee per immolarmi al transito?
grazie,
Paola
Signora Paola io non la conosco e non mi sarei mai permesso di giudicare la sua prepazarione. Io con il transito di Saturno su la mia Luna ho perso mio Padre e ho sofferto assistendolo a lungo in ospedale: nel mio caso l'ho pagato molto casi per tutti gli aspetti della mia vita, perchè oltre a quel ttransito c'erano altri transiti e altre cose da considerare.
Ripeto che le mie considerazioni volevano avere un valore, diciamo, filosofico, non tecnico: vogliamo fare un copia e incolla dei libri pubblicati?
In ogni caso quando sento una persona che dice che non ha problemi, a parer mio sono due le motivazioni: o è estremamente fortunata o è MALEDETTAMENTE MENEFREGHISTA!
Sicuramente lei Signora Paola è molto fortunata le auguro che le cose non cambino mai!
Cara Paola,
se ti riferisci a "Transiti e Rivoluzioni Solari" io credo di avere fatto il mio dovere suggerendo, per esempio, per i transiti di Saturno in aspetto al MC, di riferirsi ai transiti dello stesso in decima Casa. Te lo confermo. Io un transito del genere tenterei di esorcizzarlo nei più classici dei modi: per esempio licenziandomi in un luogo di lavoro, rinunciando a un incarico, a una collaborazione oppure, (apparentemente) al contrario, prendendo un nuovo incarico e un nuovo peso professionale come imparare una nuova lingua o, per un pigro come me, iniziando una palestra, dell'attività fisica. Insomma, cercando di ottenere una nuova emancipazione a mezzo di una grande e prolungata fatica.
nel mio cielo di return, la cattiva posiziobne di marte in prima di riv. sarà esorcizzata con una gastroscopia e una cura farmacologica. premetto che ho dovuto sostenere nell'anno passato un ospedalizzazione che era già preannunciata da vari elementi di sesta casa. speriamo che i brutti transiti non chiedano di più...
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