Marina Ripa di Meana
di Ciro Discepolo
In Italia seicento e quaranta, / in Lamagna duecento e trentuna, / cento in Francia, in Turchia novantuna, / ma in Ispagna son già mille e tre...... Sono i versi di Leporello scritti dal Da Ponte nel libretto del Don Giovanni di Mozart e si riferiscono al numero di conquiste del celeberrimo libertino. Esse sono anche la prima associazione libera di idee che mi procura lo studio del personaggio Marina, ex duchessa Lante della Rovere.
Ma si può leggere il mito di Don Giovanni al femminile, sapendo - innanzitutto - che "puttaniere" riferito a una donna suona molto peggio? O dobbiamo ritenere, invece, che lo stesso - quale mera espressione del priapismo - è facoltà esclusiva del maschio?
Qui si potrebbe aprire un dibattito degno di Linea rovente e del suo sarcastico e abile conduttore. E potrebbero piovere accuse di maschilismo e di antifemminismo da ogni parte, ma non siamo noi a sostenere l'illegittimità del ruolo succitato, bensì persona non sospetta come Erica Jong che in un brillante intervento sul Corriere della Sera, in contemporanea alla prima alla Scala dell'opera mozartiana, curata e diretta da Strehler e da Riccardo Muti, sosteneva l'impraticabilità, per una vera donna, del ruolo di mangiauomini, se non altro per motivi di bilanci energetici e per la complessità del modo con cui ogni donna intende un rapporto, complessità che interdice ogni progetto sentimentale multiplo.
La tormentata stravagante poetica e talvolta incredibile storia di Marina dice, invece, il contrario. L'ex signora della Rovere - cui il tribunale di Roma, in data 4 agosto 1985, ha negato il diritto a questo cognome, facendo sue le richieste del marito che si ritiene danneggiato dal comportamento della signora Punturieri - ha amato moltissimo e ha tradito altrettanto in un crescendo ossessivo che sembrava malamente ispirato allo spauracchio dei quarant'anni poi brillantemente superati il 21 ottobre 1981.
Marina è nata alle 2 di notte (ora di guerra) ed è pertanto una Bilancia con Ascendente in Leone e con la Luna in Scorpione. Dalle turbolente cronache dei suoi primi quarant'anni sono usciti un suo libro e l'omonimo film.
Non ci soffermeremo sul secondo, che resta, comunque, una libera interpretazione dei fatti visti dal regista e dallo sceneggiatore, ma presteremo, invece, molta attenzione al racconto autobiografico che dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni dichiarate dalla nostra, una sorta di confessione pubblica e totale del suo privato.
Personalmente non ne sono convinto e credo che in più di un punto ella sia stata fortemente reticente. Per esempio non si spiega come sia esplosa violentemente tutta quella libido trasgressiva e libertina dopo e non anche durante il matrimonio col duca.
Marina racconta sé stessa talvolta impietosamente, offrendo una propria immagine di cinica e assetata di sesso, ma si dimostra estremamente pudica nei ricordi a monte della separazione, cercando di far intendere che questa sia avvenuta per l'incompatibilità di carattere con il marito e non per le conseguenze della fortissima gelosia di quest'ultimo che un giorno, in una crisi peggiore delle altre, le avrebbe gridato: "Il nostro matrimonio non vale niente. Ecco, guarda cosa ci faccio con la nostra fede... Me la mangio". E l'avrebbe inghiottita realmente.
Ma reticenze o no il libro-confessione o - se preferite - il libro-scandalo offre comunque un contributo enorme all'antropologia, e nessuno può dirsi disinteressato di fronte a tanto materiale psicologico e astrologico. Alcuni punti della sua vita sono alla base di concetti importantissimi che conviene esaminare.
Chiunque legga le "memorie" di Marina ha, almeno per un momento, l'impressione che lei sia, per così dire, pazza. Più che un legittimo sospetto si insinua nel lettore, infatti, fin dal momento in cui le pagine del libro si mettono a narrare di valigie lanciate dalle finestre e di mobili fatti a pezzi e di amanti pestati a sangue.
La violenza è un dato costante del racconto. Per alcuni episodi particolarmente drammatici del suo passato lei stessa usa l'aggettivo "isterica" e accenna a iniezioni con forti sedativi che occorsero per evitarle di lanciarsi nel vuoto. All'Hotel Taranne, a Parigi, in preda a una crisi convulsiva di gelosia, lanciò un pesante valigione del suo compagno dalla finestra, poi distrusse il lampadario, il comò e gli altri mobili della stanza, fracassò quindi lo specchio e squarciò minuziosamente i materassi con il tagliaunghie, quindi - mentre le sue mani e i suoi piedi schizzavano sangue dappertutto per le schegge dei vetri - iniziò a lanciare tutto (e siamo sempre alle testimonianze del suo libro) nella tromba delle scale e solo l'intervento di sei persone sarebbe riuscito a bloccarla.
Ma i danni complessivi causati da tutte le sue ire sono pressoché incalcolabili, e in molti posti ha lasciato stanze sfasciate o ha distribuito bottiglie in testa, calci nelle gambe e torte in faccia, come a Maurizio Costanzo, in diretta da Grand'Italia, davanti a venti milioni di telespettatori. Ripeto, chiunque potrebbe pensare che è pazza. Invece non lo è, sicuramente. Non vi sono, infatti, segni di psicosi nel suo oroscopo, che anzi dà ampie rassicurazioni in merito proponendoci una congiunzione Sole-Luna che, se anche non riesce a sedarla, ci garantisce l'equilibrio mentale di fondo. Ma, allora, la violenza esercitata e subita, ma soprattutto esercitata, come si spiega? Semplicemente con l'accoppiata Marte in Ariete semiquadrato a Satumo e a Urano e Sole in Bilancia.
Partiamo da quest'ultimo e osserviamo una cosa fondamentale: nessuno riesce a essere più ostile di una Bilancia arrabbiata. Il segno dei tramonti autunnali in Toscana, come lo definisce Bastide, è - all'occorrenza - il più guerriero dello zodiaco, esattamente in linea con i valori dell'asse Ariete-Bilancia di cui esprime una parte.
Una delle prime cose che occorre imparare in astrologia è il valore con cui il simbolo si esprime: esso può costellare sé stesso o esattamente l'opposto di sé.
La Bilancia, dunque, la possiamo trovare tanto nell'oroscopo del non violento Gandhi e tanto nel cielo radix di guerrafondai come Hitler e Mussolini (settima Casa importate). Fateci caso e vedrete spesso delle Bilance, urtate su questioni di principio, che procedono come delle locomotive in corsa o come dei bisonti che caricano a testa bassa. La motivazione è sempre un desiderio di giustizia, ma si tratta ovviamente di una giustizia soggettiva in cui le nostre Bilance interpretano tutti i ruoli, dal pubblico ministero al giudice, e poi condannando vorrebbero anche eseguire la pena...
Naturalmente per tutto questo il solo Sole in Bilancia non basta, ed ecco allora Marte in Ariete che nella nostra costituisce un fulcro di forza eccezionale, purtroppo spesso mal orientata, dato il semiquadrato con Saturno e Urano.
Tale aspetto, avendo un'orbita di circa un grado, è esattamente equivalente a un quadrato o a una opposizione e denuncia l'esistenza di una quota di cinismo nel soggetto, non disgiunta da estremo radicalismo.
Su di un altro versante, invece, ma a pari meriti, va notata la qualità della sua libido che certamente non è principalmente sessuale, anche se il sesso gioca e ha giocato un grossissimo ruolo nella sua vita. Sarebbe un errore motivare sessualmente il suo comportamento. Le sue energie sono, infatti, essenzialmente rivolte a stringere quante più relazioni sociali è possibile. Se proprio vogliamo dare un nome preciso a questo suo comportamento dobbiamo parlare di bovarismo, di semplice bovarismo, esattamente come quello mirabilmente descrittoci da Flaubert e dalla sua Emma Bovary.
Lo stesso non si può spiegare in due parole, ma poggia moltissimo su due realtà: il desiderio enorme di entrare in relazione con gli altri e l'idealizzazione del sentimento amoroso che per essere tale viene cercato in situazioni di tipo romantico e celebrativo.
La presenza di Sole, Luna e Mercurio in terza Casa, nell'oroscopo di Marina, enfatizza il ruolo della pulsione centrifuga e ci dice che il soggetto, da buona Bilancia, tiene alle feste quasi quanto alla sua stessa vita. Fin nei momenti peggiori, infatti, ci racconta che non ha mai smesso di invitare gente a casa sua e di organizzare ricevimenti e festini.
Di momenti bruttissimi della sua vita Marina ne indica uno in particolare, anche se non lo data (ma il libro è assai carente sotto questo aspetto in merito a tutti gli avvenimenti importanti della sua vita). Tuttavia ci si può risalire indirettamente perché poco più avanti fa riferimento alla tragica morte di Pier Paolo Pasolini e quindi si riesce a capire che il suo periodo nero è stato poco prima, a settembre 1975.
In quel periodo fu lasciata da un suo grande amore, il giornalista e senatore Lino Jannuzzi (il nome, come altri del libro, potrebbe essere inventato dal momento che lo stesso non compare nell'elenco dell'albo dei giornalisti) nonché da un altro suo amante, il pittore Franco Angeli.
Per di più si trovò in disastrose condizioni economiche. 1 transiti di quel periodo indicano Giove opposto al Sole, Saturno quadrato allo stesso e Urano congiunto al medesimo: ogni commento appare superfluo.
Le sue condizioni economiche, secondo le sue dichiarazioni, sono sempre state precarie, dal matrimonio con il nobile ma povero duca al terzo matrimonio con Carlo Ripa di Meana, anch'egli nobile ma nullatenente. In mezzo c'è stato un matrimonio (non valido) a San Marino con l'industriale Giorgio Borsa. E poi c'è una lunga lista di amanti miliardari che l'hanno mantenuta per lunghi periodi della sua vita, da colui che lei chiama il "principe Riccio" a tanti altri non sempre ben identificati sponsors con cui ha intessuto relazioni che in qualche caso sono state al limite estremo con la prostituzione, com'ella stessa scrive, per esempio, quando parla del ricchissimo brasiliano che le permise di prolungare la sua vacanza natalizia a Rio.
Lo sponsor celeste del suo oroscopo è, ovviamente, Giove in undicesima Casa, al sestile dell'Ascendente e al trigono del Sole. È una posizione di eccezionale fortuna che forse la salverà dalle minacce della brutta congiunzione Saturno-Urano in decima casa, che dovrebbe preoccupare un po' tutti quelli che raggiungono, in tempi brevi e non con tutti gli sforzi necessari, posizioni di grande prestigio. Ma la stessa posizione può essersi già espressa nei ripetuti rovesci ch'ella ha subito fino a oggi, tra cui essere sfrattata più volte e finire in carcere per oltraggio a pubblico ufficiale.
Parimenti è stato vissuto il Marte in nona Casa: ha viaggiato più del Papa. E anche Nettuno in seconda, per quanto detto prima, ha significato molte angosce ma anche molte cose torbide nelle sue finanze.
La sensuale e affascinante Venere in quarta Casa e in Sagittario è stato il grande amore della seconda parte della vita: il terzo marito Carlo Ripa di Meana che lei ha corteggiato moltissimo prima di riuscire a sposare.
In ultimo non va trascurata la dominante Mercurio (è l'astro più angolare del cielo ed è signore della prima Casa e della terza, per analogia, occupata dal Sole e dalla Luna a cui è congiunto) che descrive benissimo il suo comportamento più che pierinico (da ragazza rubava i candelabri in chiesa e poi li rivendeva nella sua bottega).
Finiamo qui non senza chiederci chi l'abbia aiutata a scrivere il libro, ma notando anche che al di là del clamore della sua vita-scandalo ci sono anche dei valori, per esempio espressi nella moda, che non vanno sottovalutati, in quanto bellezza e sesso da soli non possono dare la gloria tant'è che alcune bellissime donne sono finite nella pornografia senza neanche diventare deputate al Parlamento italiano.
Ciro Discepolo
Tratto dal libro Come scoprire i segreti di un oroscopo, editoriale Albero, 1988