Quattro cose sulle Rivoluzioni solari mirate
di Ciro Discepolo
Recentemente una collega che interviene in una delle mailing list di Internet, ha espresso il suo forte dissenso rispetto alla pratica delle Rivoluzioni solari mirate anche se – ha aggiunto – non aveva alcuna intenzione di accendere una polemica del tipo di quella che ha infuocato le vie della rete – per lungo tempo – tra due stimati colleghi studiosi: Pasquale Foglia e Vincenzo Pacelli.
Diciamo subito che tale pericolo non sussiste minimamente in quanto i citati colleghi cercano, legittimamente e con grande fervore, di convincere il loro interlocutore sulla bontà della propria visione rispetto all’argomento “Tavola periodica dello Zodiaco”. Nel mio caso, invece, io non ho alcun interesse a convincere chicchessia e, anche se mi pagassero, non mi sbraccerei minimamente per spingere qualcuno ad abbracciare la pratica delle RSM. Il motivo è semplice: attraverso i miei libri (alcuni di essi hanno superato la tiratura di 50.000 copie) migliaia di allievi “indiretti e acquisiti” hanno sposato, per così dire, i suddetti insegnamenti e li mettono in pratica ogni giorno su tantissime persone con cui vengono in contatto. Di conseguenza non spenderò mai nemmeno la più piccola energia a cercare di convincere chi non lo è. Allora, vi starete chiedendo, perché, adesso, scrivi le note che seguono? Perché altro è cercare di convincere degli scettici su di un argomento e altro è puntualizzare delle cose che, a mio avviso, sono state interpretate in maniera distorta. Allora, approfittando di tale occasione, prendo spunto per chiarire, dal mio punto di vista, alcuni argomenti che rappresentano i cosiddetti cavalli di battaglia degli avversari sul tema Rivoluzioni solari mirate.
“La Rivoluzione solare mirata resta solo un discorso teorico perché non si potrà dimostrare mai cosa sarebbe avvenuto a Tizio se non si fosse spostato o a Caio se si fosse recato a trascorrere lontano il proprio genetliaco”.
Sembrerebbe un’affermazione di acciaio, ma non lo è. Vediamo. Tutti noi sappiamo che esiste un metodo induttivo-deduttivo (Galileo Galilei) per provare delle affermazioni. La logica è alla base del metodo induttivo e il personaggio di Sherlock Holmes è un esempio calzante del famoso motto: “Osservare, concatenare, dedurre”. Nel campo scientifico esiste il cosiddetto follow-up che consiste nel tracciare delle specifiche analisi previsionali e nell’andare – poi – a verificare se le stesse si sono espresse o meno. Ora, nel nostro caso, le regole che governano la lettura di una Rivoluzione solare sono già scritte e depositate e pertanto la loro decifrazione, a monte e a valle di un compleanno mirato, è cosa assai lontana dal gioco delle tre carte organizzato, in alcune piazze cittadine, da imbroglioni occasionali o incalliti. Non si vede perché, in altre parole, se noi conosciamo perfettamente la differenza che va a marcare un Marte di Rivoluzione in terza e in quarta, non potremo – poi – a distanza di un anno, stabilire se quel Marte si è comportato da terza Casa o da quarta. Certamente non ci si potrà accusare di barare, in tal senso, appunto perché le regole sono scritte a monte e se a Tizio muore il padre è un fatto e se, invece, allo stesso rubano l’auto è tutt’altra cosa.
Inoltre esistono degli esempi storici clamorosi che possono dimostrare quanto stiamo esponendo: vedi il caso chiarissimo dell’uccisione di un figlio di Mata Hari (confronta articolo oppure Ciro Discepolo, Nuovo dizionario di astrologia, editore Armenia). Vi è anche il caso interessantissimo dei due “gemelli”, uno partito e l’altro no, esposto nel mio testo Esercizi sulle RSM, Blue Diamond, nel paragrafo intitolato “Santa Fe”, e anch’esso presente alla pagina articoli.
Ovviamente, come notava qualcuno (credo il Kirfel) “ogni dimostrazione è inutile per chi non vuole credere o è superflua per chi vuole credere”. Potremmo anche dire, a tal proposito, che è sprecato portare un sordo a un concerto.
Ma, relativamente all’item in questione, credo di essere in grado di produrre una provocazione davvero grossa, rispetto alla quale immagino che anche i più accaniti avversari avranno parecchio da riflettere. Eccola. Essi sostengono che noi non potremo mai dire come sarebbe stato il destino di Maria Rossi se costei anziché partire fosse rimasta a casa propria nel giorno del compleanno. Benissimo, ma allora ciò vale anche per il tema di nascita e non soltanto per la Rivoluzione solare. Noi affermiamo che se Antonio Esposito nasce a Napoli avrà un destino e se invece egli nascerà a Mosca ne avrà un altro completamente differente: e come possiamo provarlo? Possiamo mai farlo nascere due volte e in due luoghi diversi per fare il confronto?
Meditate.
“La Rivoluzione solare va eretta per il luogo di nascita e non per quello di residenza nel momento del compleanno”.
Perché? Chi lo dice? Se noi lo chiediamo ai grandi maestri dell’astrologia, del passato o del presente, essi dicono tutti che bisogna erigere il tema per il luogo del compleanno e non per quello di nascita. Alla pagina articoli o sul mio libro Trattato pratico di Rivoluzioni solari, Blue Diamond, potrete trovare la testimonianza, virgolettata, di Tommaso Palamidessi, André Barbault, Henri J. Gouchon e Alexander Volguine. Ma – potreste obiettare – “Cosa importa se lo hanno affermato costoro? Io ragiono con la mia testa e non ho bisogno di alcun viatico prestigioso al mio modo di pensare”. Allora ci venga spiegato, però, per quale motivo logico dovremmo domificare per Abbiategrasso soltanto perché ci siamo nati cinquant’anni fa e non per Boston dove ci troviamo nel giorno del compleanno. Ciò, in tutta evidenza, fa a pugni con il concetto base dell’astrologia che è anche la frase guida dell’analisi gestaltiana e dell’Astrologia Attiva: qui e ora. Jung diceva che l’astrologia non vuole teorizzare altro che un uomo, nascendo in un preciso luogo e in un preciso istante, prende le caratteristiche di quel luogo e di quell’istante, come se fosse un vino di annata.
Anche tutta l’Astrogeografia verrebbe cancellata con un solo colpo di spugna se noi pensassimo che vale soltanto ed eternamente il luogo di nascita e non dobbiamo tenere conto del luogo dove ci troviamo di volta in volta. Sarebbe la negazione del principio base dell’astrologia che ci insegna, appunto, come le coordinate geografiche di un luogo hanno tantissimo a che fare con il nostro destino. La Rivoluzione solare parte dal giorno del compleanno e finisce il giorno del genetliaco successivo e dunque riguarda quell’anno e solamente quello: perché – dunque – dovremmo domificarla per il luogo dell’anno di nascita e non per l’attuale?
Ultimamente sull’argomento ne è stata inventata un’altra: non bisogna considerare né il luogo di nascita né quello corrispondente al giorno dell’anniversario, ma la città dove si risiede abitualmente. E, di grazia, potreste spiegarci il perché?
In effetti – apparentemente – un perché ci sarebbe e, nell’immaginario di chi lo concepisce, corrisponderebbe alla spiegazione seguente: Caio resta soltanto poche ore nel luogo del compleanno, mentre il resto dell’anno lo trascorre a casa propria e dunque sono gli astri di casa propria che devono contare e non quelli dove ci si è fermati soltanto per un giorno o due. Anche tale argomentazione sembrerebbe di granito, ma si sfalda del tutto se solo pensiamo all’assurdità di tale tesi che, obbligatoriamente, dovrebbe essere adottata anche per le nascite: un bambino nasce a Pechino e cinque ore dopo viene portato a vivere a Parigi. Secondo voi quale oroscopo funzionerà e ci darà indicazioni sulla vita del soggetto: quello eretto per Pechino o l’altro domificato per la capitale francese?
“Il destino di una persona non può essere cambiato da un gita fuori porta”.
Anche qui valgono le considerazioni appena esposte. Se il bambino sta per nascere a Brindisi, noi sappiamo che egli avrà un destino ben preciso con le Case erette per quella città. E se la mamma, all’ultimo momento, prendendo un aereo, decide di farlo nascere a Rio de Janeiro, il destino di questo bambino sarà uguale o cambierà? E, nel secondo caso, esso sarà cambiato “per una gita fuori porta”?
“Il destino di un uomo non può essere cambiato dormendo qualche ora in una stanza d’albergo straniera”.
Il soffitto che ci sta sulla testa non credo abbia molta importanza. Gesú nacque in una stalla e non si direbbe che ciò abbia determinato un destino peggiore per lui.
“Io ho provato, una volta, a spostarmi e ho verificato che il sistema non funziona”.
Beh, è più o meno la stessa cosa che mi sento dire da qualche giovane che, avendo osservato le sue due o tre precedenti Rivoluzioni solari con l’Ascendente in prima (interpretate a suo modo), ritiene di poter correggere il dato acquisito da mie esperienze su oltre 14.000 casi esaminati, in circa trent’anni, sull’argomento. Non vi sembra presuntuoso paragonare delle esperienze a una cifra con delle altre a cinque cifre? È così che si fanno le ricerche o le statistiche? Allora perché scomodarvi a fare uno o due compleanni mirati quando potreste chiedere anche il parere del fruttivendolo sotto casa o dell’uomo della strada che non conosce neanche il significato dell’espressione “Rivoluzione solare mirata”?
“Sono contrario al compleanno mirato perché penso si debbano affrontare le prove per poter crescere”.
Qui ci spostiamo su di un altro piano. Il contestatore ammette (anche se poco prima ha detto esattamente il contrario) che le RSM funzionano davvero, ma sostiene che non bisogna “fuggire” bensì affrontare con maturità e fermezza le prove della vita in quanto esse ci permettono di crescere sul piano psicologico. Punto di vista del tutto legittimo e incontestabile. Ma al di là del fatto che possiamo notare come crescita non sia sempre sinonimo di positività (anche i tumori crescono) io penso che una visione del genere sia sostanzialmente viziata dal retaggio di una cultura profondamente cattolica del nostro Paese, cultura che mette al centro dei valori principali dell’uomo la sofferenza e il sacrificio. Tuttavia, se per un momento ci affranchiamo da una simile visione cattolica e abdichiamo in favore di una Weltanschauung laica dell’esistenza, allora dobbiamo pur ammettere che si può crescere psicologicamente senza necessariamente soffrire. È consuetudine di molti intellettuali, soprattutto di sinistra, presentarsi con un atteggiamento severo e preoccupato, come se si avesse sulle proprie spalle il peso intero dell’umanità; ma non si può essere anche saggi e scherzosi? Maturi e goliardici? Profondi e allegri? Ispirati e buone forchette? Chi l’ha detto che le vie della santità o della grande crescita psicologica/spirituale passano soltanto per l’espiazione e per il dolore? Non è forse vero che a Papa Giovanni piaceva il buon vino? Perché, se io mi posso evitare dei guai, dovrei rinunciare a tale chance? La fruizione dei grandi romanzi della letteratura universale, lo studio delle Sacre Scritture o anche un’esperienza di psicoanalisi o l’approfondimento dell’astrologia o, ancora, delle forme attive di volontariato, non potrebbero permetterci di crescere senza passare, necessariamente, dal carcere, dagli artigli degli strozzini o da quelli del tumore maligno?
Siamo davvero convinti che nel ventunesimo secolo paghi ancora indossare il cilicio e fustigarci come avveniva nel Medioevo? Non potremmo utilizzare il compleanno mirato insieme ai vantaggi dell’acqua calda, dei condizionatori d’aria e della rivoluzione informatica/telematica?
“Per la legge del Karma, se io mi evito un guaio in questa vita, lo pagherò, con gl’interessi, nella vita successiva”.
Questo è il “pezzo da ‘90” degli avversari dell’Astrologia Attiva. Anche rispetto a esso ribadisco che si tratta, come per la precedente, di una posizione assolutamente legittima e rispettabile come ogni altra. Penso, nelle azioni e non nelle dichiarazioni, di essere riuscito a dimostrare ampiamente, in tutto il passato, di avere sposato il motto di Voltaire: “Combatterò tutta la vita le tue idee, ma combatterò tutta la vita anche affinché tu le possa esprimere”. Dunque non ci sarebbe da aggiungere altro se non che vi sono delle vistose contraddizioni in coloro che esprimono un simile giudizio. Vediamo. Intanto una posizione del genere può essere praticata in modo soft ed elastico o in maniera “fondamentalista” come nel caso dei Testimoni di Geova che si rifiutano di far praticare trasfusioni di sangue ai figli morenti. Anche la loro è una posizione legittima e criticabile, ma sicuramente coerente. Cerchiamo di capire, adesso, se tale coerenza appartiene anche ai redattori della critica segnata in grassetto qualche riga più su. Io ho fatto loro una domanda, da vari anni, ed è la seguente: mettiamo che state passeggiando per la strada e vi accorgete, sollevando lo sguardo, che sta per cadervi addosso un vaso di duecento chili precipitato da un balcone; cosa fate? Vi scansate o pensate che poi dovrete pagare un conto salatissimo nella prossima vita e allora restate immobili a immolare il vostro credo? A parte una collega che mi scrisse dicendo che lei, per la sua natura ecologista, prenderebbe il vaso tra le mani perché ama i gerani, e sarebbe l’unico caso al mondo di un essere umano che riesce a raccogliere tra le proprie mani un proiettile di duecento chili, a parte lei, non ho ancora ricevuto risposte al quesito. E allora, permettetemi di chiedervi, perché, se siete convinti di tale posizione, non rinunciate anche agli antibiotici in caso di polmonite o al profilattico in un rapporto a rischio o a un intervento chirurgico in caso di malattia grave o al vaccino antinfluenzale o alla cintura di sicurezza in auto o all’acqua imbottigliata se vi trovate a Karachi o anche alle assicurazioni sulla vita e alla vigilanza stretta nei confronti dei vostri figli (e potremmo continuare per una buona mezz’ora)? Perché non potreste guardare alla Rivoluzione solare mirata per quello che è? Non un pellegrinaggio a Lourdes, ma assai più semplicemente, e meno enfaticamente, a una protesi o un supporto come un antibiotico, un ombrello, uno scudo, un profilattico o una semplice sciarpa d’inverno.
“Il compleanno mirato è una scelta di élite e se lo possono permettere soltanto pochi. Dunque è immorale per chi lo propone”.
Spesso è questa la conclusione di chi, fino a un istante prima, ha dichiarato di non credere all’efficacia del suddetto per poi precisare che egli non può permetterselo etc. etc. Per prima cosa possiamo osservare che il mondo è fatto a scale e tale realtà non dipende da noi. Non è forse vero che chi ha soldi va a farsi operare a Houston, per il cuore, e chi non li ha si rivolge alla ASL della propria città con tutte le paure che la cosa può comportare in alcune realtà locali che non nomino per non urtare singole suscettibilità? Siamo nella società del libero mercato e del liberismo in senso lato o nutriamo delle nostalgie per il socialismo reale, tipo ex Unione Sovietica? E siamo certi che lì i cittadini godevano della migliore assistenza sanitaria del mondo o i loro leader facevano venire i chirurghi americani per farsi operare al Cremlino?
Ovviamente non intendo aprire una parentesi politica o ideologica, ma mi limito a sottolineare che chi ha la possibilità fa assistere i propri genitori anziani a casa e chi non ce l’ha è costretto a ricoverarli in squallidi cronicari. Ho forse colpa io di tutto ciò? Se il cielo ci offre una simile chance dovrei rifiutarla soltanto perché penso che non tutti possono permettersela? Ma sarà vero, poi? Leggiamo un esempio che mi è capitato proprio ieri, 16 ottobre 2000. Una signora laziale di 72 anni mi telefonava con le lacrime agli occhi per esprimermi la sua gioia dopo essere tornata da un compleanno mirato a Chicago. La signora in questione è una ex bidella comunale in pensione, vedova e senza mezzi. Doveva partire per Chicago per il compleanno mirato. Non conosce una parola di inglese, è anziana come già precisato, e povera. Non poteva permettersi di restare una settimana nella metropoli nordamericana e ha fatto un viaggio lampo: è arrivata a Chicago, ha dormito una notte in un albergo vicino all’aeroporto, e il giorno dopo è ripartita. In tutto ha speso un milione e duecentomila lire. Al di là dei risultati che potrà ottenere, vi sembra una cifra tale che possa impedire a chiunque di fare un compleanno mirato? Una vecchietta in pensione come lei, se avesse seri problemi di salute durante l’anno, mettiamo con forti dolori alle ossa, non spenderebbe di più per fisioterapisti o agopuntori? E come dice un mio simpatico allievo abruzzese: a quante pizze è necessario rinunciare in un anno per fare un compleanno mirato?
Spesso si dice di non avere quel milione o due per partire, ma se poi ci colpisce una malattia grave magari facciamo debiti per essere operati dal grande chirurgo del Nord o straniero.
Conoscete un’altra forma di assicurazione che con un premio tanto modesto vi garantisca se non la sicurezza assoluta almeno un grosso scudo protettivo a 360 gradi? Siete davvero certi che oggi occorra essere nababbi per prendere un aereo? Lo sapete, per esempio, che da Milano e da Roma, si va a Londra con circa duecentomila lire andata e ritorno?
Coloro che piangono miserie, in tale direzione, potrebbero dire onestamente di non avere gettato soldi dalla finestra nel corso dell’anno?
Conosco una simpatica signora che effettua tre/quattro viaggi intercontinentali all’anno, per puro divertimento, ma che si blocca quasi del tutto quando la invito a partire per il compleanno. Siamo certi che questo tabù non abbia altre origini? Non sarà, per molti, il non volere ammettere di provare paura a volare?
“Sì, credo che la Rivoluzione solare vada domificata per il luogo dove ci si trova al momento del return e che ogni domificazione differente comporti un cielo diverso, ma penso che comunque non si possono ottenere risultati spostandosi perché tutto è già scritto nel grafico di nascita”.
A ciò ha risposto Luigi Galli, ex mio allievo e oggi bravissimo collega:
Cara Graziella,
per la verità non capisco molto bene il tuo ragionamento.
Prima affermi che è giusto domificare per il luogo in cui ci si trova al momento del compleanno, e successivamente dici, con fatalismo, che è comunque inutile spostarsi per cercare di modificare l’anno a divenire perché quello che deve accadere comunque accade (come dire che la domificazione è ininfluente).
Sono perciò stupito quando affermi di usare come metodi di previsione le Rivoluzioni solari, quelle lunari e dell’Ascendente considerando il luogo in cui la persona trascorre i vari “ritorni”.
In tutti i casi, penso, che il medesimo avvenimento si possa vivere in modi differenti. Lo scopo della rilocazione è proprio questo: avere la migliore visione possibile della realtà (o meno peggio nelle annate nere).
Se invece si preferisce vivere appieno le esperienze negative perché “maturano” e “rafforzano”, bene, ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita.
Sono d’accordo sul fatto che il Destino sta scritto nel tema natale, ma quella meta si può raggiungere percorrendo percorsi differenti.
Il tuo scetticismo sugli spostamenti, in definitiva (e qui voglio chiudere il discorso) credo sia esclusivamente concettuale e filosofico, perché immagino ti sembrerà “impossibile” che le RSM possano funzionare. La miglior cosa da fare, penso, sia verificare personalmente sul campo questa teoria e successivamente si sarà in grado di dare dei giudizi sufficientemente attendibili.
Sono convinto che se le proverai ti ricrederai.
Sulla tua affermazione, infine, che anticamente i viaggi fossero “un tantino più lenti” di oggi e che gli astrologi del tempo avrebbero potuto in ogni caso sviscerare le rilocazioni, permettimi di sorridere. È come se attualmente si volesse stendere un grafico per i nascituri di un’altra galassia; qualche astrologo sta cercando di teorizzare alcune ipotesi ma è evidente che l’argomento non viene approfondito dai più, data la inattualità della cosa e la scarsa conoscenza scientifica.
Ti auguro delle verifiche fruttifere.
Tanti saluti.
Luigi
Cosa aggiungere a questa risposta che mi sembra perfetta? Magari ribadire soltanto quanto già detto molte volte. Agli scettici che ci chiedono come può influire un Nettuno o un Plutone, tanto piccoli e lontanissimi, sul nostro destino, noi che rispondiamo? Prova a studiare l’astrologia, dei temi natali, e ti convincerai. I discorsi sulla morte, su Samarcanda e tante belle storie che potremmo trarre dal database immenso della fiction e della letteratura di ogni tempo e di ogni Paese, sono suggestivi, affascinanti, ma restano soltanto teoria. Personalmente, pur provando simpatia per tutti i colleghi che continuano a discernere per una vita intera sul libero arbitrio, preferisco collocarmi, scusate se mi ripeto, come il radiotecnico della situazione che sa che cambiando quella valvola la radio si metterà a funzionare e non mi preoccupo se il premio Nobel per la fisica mi dice che ciò non è possibile in quanto il mio cliente è rimasto soddisfatto della riparazione. Ora potreste portarmi tutti i ragionamenti teorici per tentare di convincermi che noi non siamo in grado di influire sul nostro destino con il compleanno mirato, ma trent’anni di pratica mi hanno dimostrato esattamente il contrario.
E, infine, davvero infine, perché noi potremmo cambiare il destino di un bambino intervenendo con un cesareo che procuri una nascita anticipata, o facendo spostare la mamma poche ore prima della nascita del bambino e non potremmo, invece, cambiare soltanto la qualità di dodici mesi della nostra vita trasferendoci nel giorno del compleanno?
Zio Ciro
Pubblicato in rete, su Astrologica (http://www.egroups.com/community/Astrologica ), il 18/10/2000
Breve appendice
A seguito di questo mio breve scritto la collega si è detta non soddisfatta e ha ribadito che lei pensa non si possa cambiare quanto è indicato nel tema natale. Allora, non per tentare di convincerla, ma sempre per approfittare dell’occasione allo scopo di scrivere delle note di riflessione sull’argomento, aggiungo ancora poche considerazioni.
Facciamo un passo indietro. All’inizio della storia dell’umanità l’uomo veniva divorato dalle belve, poi scoprì il fuoco che non eliminò tale pericolo, ma gli consentì, almeno, di poter dormire qualche ora, di notte, senza essere sbranato dalle stesse. Nei primi anni del secolo scorso la vita media del mammifero uomo si aggirava intorno ai quarant’anni. A fine secolo, l’anno scorso, era giunta intorno agli ottant’anni: raddoppiata in meno di cento anni. A fare da sfondo a questo incredibile miracolo della natura potremmo prendere a prestito la suggestiva immagine del monolito di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick con la metafora del viaggio umano dalla sua originaria forma primitiva di scimmia, accompagnato dalle note di Così parlò Zarathustra, all’essere di pura essenza mentale/spirituale che fluttua nello spazio infinito dopo la scena della stanza a scacchi del capolavoro clarkiano. La stele come icona di conoscenza che permette la crescita umana e la affranca da malattie e da mille problemi. Personalmente credo fermamente nel potere della Conoscenza, Conoscenza quale sinonimo di emancipazione.
A ben vedere ciò che ha forse cambiato più di ogni altra cosa la vita dell’uomo negli ultimi decenni è stata la scoperta della penicillina. Agli albori del XX secolo si moriva per una semplice polmonite, poi non più. Fermiamoci un attimo a riflettere e prendiamo due cieli natali “identici”, mettiamo con una congiunzione strettissima Marte-Saturno-Altromalefico in Gemelli, in sesta Casa di nascita: uno appartiene a una donna del 1700, in Africa, e l’altro appartiene a una donna nata e vissuta a Chicago dopo il 1960. Da un punto di vista destinico, almeno in rapporto alle possibili patologie polmonari, credo possiamo essere tutti d’accordo che le due donne in esame avevano le stesse tendenze negative e potenzialità. Ma voi pensate che il loro destino, sotto tale aspetto, sia stato identico? Non è, invece, lecito supporre che la prima, con parecchie probabilità, sia morta di polmonite o di tisi in giovane età e la seconda possa campare fino a ottant’anni? La differenza tra i due destini non potrebbe farla proprio la penicillina? E come la mettiamo con il destino scritto nel cielo di nascita? Beh, il loro destino ci parlava di una forte predisposizione alle malattie respiratorie e/o polmonari e infatti noi ritroveremo ciò in entrambe le donne, con la differenza che la prima ne morirà in giovane età e la seconda soffrirà, per tutta la vita, di continui raffreddamenti e/o altre malattie specifiche e però potrà anche vivere a lungo a mezzo delle scoperte scientifiche che hanno, nei fatti e non nelle dichiarazioni, raddoppiato la vita media di ogni essere umano. E, allora, se la penicillina può cambiare la qualità di vita di una donna o di un uomo, senza stravolgere i significati precisi indicati nel cielo natale, perché non potrebbe riuscire in ciò anche un compleanno mirato? Insomma, almeno noi astrologi, crediamo o no nel potere degli astri?
Breve post-appendice
A pubblicazione (su Internet) avvenuta, una signora ha domandato: "Ma se uno alza la testa (la storia del vaso) non era già scritto nel Karma?". Bene, allora noi abbiamo due possibilità: quando ci chiedono se desideriamo sottoporci o no a un intervento chirurgico, cosa rispondiamo? Se siamo convinti che la risposta sia già scritta, allora sarebbe giusto non rispondere. Ma così facendo, non dovremmo, poi, per coerenza, restare passivi di fronte a ogni scelta della vita? Come ci regoleremmo per le moltissime decisioni cui siamo chiamati a rispondere quotidianamente? Dovremmo, a questo punto, latitare rispetto a tutto: vaccinarci o no, eseguire la mammografia o no, scegliere di lavare la verdura o no, mangiare i frutti di mare crudi o no, rimanere immobili quando il rapinatore ci chiede di estrarre il portafoglio, evitare di difenderci se ci accusano di avere partecipato a un pestaggio collettivo e potremmo continuare per due-trecento pagine. Insomma, quando io mi domando se partire o no per Mosca, per un mio compleanno, non mi faccio tante domande filosofiche e se trovo, secondo la mia esperienza, che ciò mi giova, parto e basta.