Una ricerca statistica su oltre 75.000 nascite
di Ciro Discepolo
A che punto siamo con le ricerche sull'eredità astrale io e alcuni miei collaboratori? Cerchiamo di fare il punto di questa meravigliosa, per noi, avventura, che ci è costata enormi sacrifici di ogni genere. Dunque, negli anni passati, quando le nostre ricerche, all'interno del cosiddetto Gruppo di Napoli (vedi Ricerca '90, numero 0, gennaio 1990) veleggiavano su campioni abbastanza esigui (qualche centinaia di dati di nascita) faticosamente strappati al sonno notturno e alle belle domeniche estive che qui da noi si prolungano anche per buona parte dell'autunno, avevamo già fatto una nostra scelta precisa: indagare non su soggetti scelti a trecentosessanta gradi, ma - in maniera mirata - sull'ereditarietà astrale. Questo, forse, per quanto dice il grande Barbault: " ... poiché (a Ciro, ndr) è legata una correlazione di eredità astrale che tanto si addice ad un perfetto cancerino con Sole e Ascendente nel segno ... ". Noi sappiamo che già Keplero si era occupato della cosa tanti secoli fa ed aveva concluso che esiste uno stretto rapporto di ereditarietà astrale: " ... allorché il feto è maturo, la capacità formativa dell'anima, che presiede alla generazione, lo circonda potentemente per i fianchi e spinge fuori il feto e attraverso questa spinta accende la nuova facoltà vitale dell'anima, quando le stelle, ritornate alle sedi della paterna e materna genitura o ad una qualche medesima configurazione, richiamano l'anima alla memoria di sé stessa e del suo carattere celeste." (J. Kepler - De harmonice mundi - IV, 7).
A questo punto si trattava di fare il grosso passo: staccarci da un campione esiguo e molto faticosamente raccolto per passare ad una popolazione di migliaia di dati raccolti con rigorosissimi criteri di selezione. Chiedemmo, per questo, l'aiuto di Michel Gauquelin che generosamente mise a disposizione mia e di Fausto Passariello, un campione di ben 8.220 soggetti. Purtroppo Passariello, che aveva iniziato la ricerca con noi, dovette lasciarci perché nel frattempo si era sviluppato molto il suo lavoro di medico privato ed egli - suo malgrado - ci ritardava enormemente le tappe della nostra ricerca. Da quel momento in poi, dunque, operammo soltanto io e alcuni collaboratori tecnici su di un campione che non era più di 8.220 dati bensì di 8.219 (ne mancava uno). Mediante un software di interfacciamento, un mio collaboratore unì i dati contenuti sul dischetto ad un mio vecchio e collaudatissimo programma di elaborazione di cieli natali. Naturalmente dovemmo apportare delle modifiche al programma affinché questo tenesse conto dei vari regimi orari della Francia, in circa un secolo di prelievi anagrafici. Infatti, pur appartenendo tutti e 8.219 dati al quartiere numero 12 di Parigi, esisteva il problema delle varie ore estive e perfino dei diversi fusi orari che la Francia finì per adottare nel lungo arco di tempo preso in esame per il nostro campione. Sulla bontà dei criteri con cui questi dati erano stati raccolti da Michel e Françoise Gauquelin non potevano esserci dubbi perché gli stessi erano stati vagliati già numerose volte da amici e nemici dei due grandi scienziati francesi cui è dedicato tutto questo nostro lavoro. Dunque, potendo disporre di una sofisticata attrezzatura informatica, di grande affidabilità operativa, procedemmo a far elaborare all'unità centrale dei computer i calcoli per ricavare 8.219 cieli di nascita. Successivamente scegliemmo 50 variabili da indagare (25 nel rapporto padre/figli e 25 nel rapporto madre/figli). Le variabili indagate sono state elencate nel numero 0 di Ricerca '90. A questo punto il lavoro matematico, dopo molti controlli da parte nostra, era concluso e chiedemmo alla Scienza Ufficiale, nelle persone del prof. Luigi D'Ambra e del dott. Francesco Mola, del Dipartimento di Matematica e Statistica dell'Università Federico II di Napoli, di analizzare a fondo i risultati, ma cominciando dal campione, per poi poterci dire se avevamo ottenuto risultati statistici significativi ai fini della nostra ricerca oppure no. Apriamo una piccola parentesi. I due ricercatori citati accettarono di effettuare questa analisi, dopo lunghi colloqui con me, solamente quando si convinsero che i miei scopi erano unicamente di ricerca. Compresero, in quella occasione, che l'astrologia di cui ci occupavamo noi non aveva alcun grado di parentela, nemmeno lontano, con l'oroscopìa da strapazzo che viene, oggi, prostituita ad ogni angolo di strada attraverso i media e acconsentirono a stenderci una mano per vagliare unicamente sotto l'aspetto matematico/statistico il nostro lungo lavoro. C'è da dire che, successivamente, questi due onesti e preparati ricercatori, subirono delle critiche da parte di loro colleghi che non videro di buon occhio la collaborazione che due "scienziati" offrivano a due "stregoni".
Trascorsero, così, delle lunghe settimane e, poi, lo ricordo come se fosse adesso, in una bella mattina della primavera napoletana, il dottor Mola mi chiamò al telefono e mi chiese cosa ci aspettavamo da quei risultati. Naturalmente, io risposi, ci attendevamo delle conferme al principio astrologico che esisterebbe una ereditarietà astrale, già dimostrata sui pianeti dai Gauquelin e non ancora dimostrata sui segni. Allora egli mi disse che su due variabili avevamo ottenuto dei risultati molto significativi e che anzi, per essere esatti, si trattava della stessa variabile indagata sia nel rapporto padre/figlio e sia nel rapporto madre/figlio. La variabile era la seguente, secondo l'ipotesi di partenza: il figlio tende a nascere con l'Ascendente uguale al segno solare del padre o della madre. Da un punto di vista statistico, per essere valido, questo risultato, doveva superare la soglia di probabilità del 5%, cosa che era avvenuta regolarmente nel rapporto madre/figlio e che aveva, addirittura, superato la soglia dell'1% nel rapporto padre/figlio. Seguirono dei giorni di grande emozione per me e per i miei collaboratori (costoro si sono allontanati, in seguito, dall'astrologia e mi hanno chiesto di non essere più citati). Comunicai ad André Barbault la notizia e ne fu felice. Diffusi, attraverso i possibili canali in mio possesso, lo straordinario risultato che, come scrisse poi lo stesso Barbault, dimostrava, per la prima volta e su di un campione molto grosso di dati, che esisteva un'ereditarietà astrale, basata sui segni e non solo sui pianeti. Michel e Françoise Gauquelin commentarono la cosa osservando che il risultato positivo ottenuto andava replicato su molte altre ricerche e che, comunque, la nostra prima indagine aveva tentato di esplorare un campo molto vasto.
Non ci perdemmo di coraggio e, dopo esserci rimboccati le maniche, continuammo in direzione di nuove conferme.
Questa volta dovemmo arrangiarci in tutto e per tutto. Chiedemmo di essere ricevuti dall'Assessore all'Anagrafe del Comune di Napoli a cui domandammo, sulla base dei buoni risultati ottenuti, di poter attingere nuove date di nascita dall'archivio municipale. Il permesso ci venne accordato, in subordine a quello del sostituto procuratore della Repubblica, dott.ssa Caterina Molfino che, oltre a darci una scadenza temporale, ci negò, ovviamente, di trascrivere i nomi dei cittadini selezionati a fianco dei loro dati natali. Purtroppo, questi ultimi, nel "cervellone" del Comune di Napoli, mancavano dell'indicazione dell'ora di nascita, indicazione importantissima per noi. Pertanto, anche per poter assicurare un carattere di assoluta casualità alla raccolta dei dati, proseguimmo come segue. Aiutati dal funzionario comunale Angelo Barbarossa a cui va il nostro grato ricordo essendo egli deceduto solo pochi mesi dopo il grosso lavoro effettuato, procedemmo in questo modo. Negli uffici di Piazza Dante, a Napoli, sono conservati enormi volumi rilegati in cui sono riportati tutti i dati delle nascite trascritte in questo comune, comprese le ore ed i minuti di nascita. Noi procedemmo come segue: accedevamo, casualmente, agli scaffali e prendevamo un volume alla volta, quando questo non era stato momentaneamente prelevato dai molti impiegati di quell'ufficio e, poi, immagazzinati i dati in un computer portatile, chiedevamo al "cervellone" uno stato di famiglia completo, relativo alla nascita inquadrata. In questo modo venivamo a conoscenza dei numeri degli altri libroni in cui erano annotati i dati dei familiari del prescelto. Andammo, così, avanti per molti mesi, con il benevolo viatico dell'assessore Manlio Carli che qui ringraziamo ancora sentitamente.
Alla fine della nostra ricerca raccogliemmo 3.972 dati che processammo come nel caso precedente. Anche questi dati furono consegnati ai professori prima citati e che ringraziamo sempre per la loro sensibilità espressaci nei confronti della Ricerca. Anche in questo caso trascorsero vari giorni di trepidazione e alla fine giunsero i risultati: il rapporto madre/figlio non aveva raggiunto la significatività statistica mentre quello padre/figlio l'aveva superata enormemente. Dunque, seppure ci trovavamo di fronte ad uno dei due risultati negativo, cadeva la critica ricevuta durante la nostra prima ricerca e che diceva, pressappoco: "Voi avete cercato nel mazzo e qualcosa è uscita fuori!". Naturalmente le cose non stavano per nulla così e lo dimostrava il fatto che, in quella occasione, noi avevamo indagato solamente una ed una sola variabile, con risultati molto favorevoli alla nostra ipotesi di partenza. Sul risultato negativo del rapporto madre/figlio avanzammo una ipotesi che abbiamo spiegato nel libro "Osservazioni politematiche sulle ricerche Discepolo/Miele", Edizioni Ricerca '90.
Intanto il povero Michel ci aveva lasciati, scegliendo la morte alla vita e noi, in qualche modo ci sentivamo orfani nelle nostre ricerche. Però i nostri rapporti continuarono con Françoise che generosamente ci mise a disposizione un terzo blocco di dati (Ered3 più Ered4) pari a 7.658 dati di nascita. Purtroppo questo campione era molto viziato in partenza perché era costituito, quasi esclusivamente, da orfani di padre, orfani di madre e orfani di padre e di madre. Nonostante ciò il prof. Luigi D'Ambra e il dott. Francesco Mola trovarono, ad una prima analisi dei dati, che la nostra ricerca aveva partorito altri due risultati eccezionalmente positivi.
Si è detto, finora, dei risultati positivi e non di quelli negativi e vorremmo, allora, farne adesso una breve cronaca.
Quando noi contattammo, le prime volte, i due ricercatori universitari, chiedemmo loro come si dovevano svolgere le ricerche. Essi ci dissero che dovevamo impostare una ipotesi di partenza e poi vagliare, numericamente i risultati. Quando ottenemmo, nella prima ricerca condotta con loro gli eccezionali risultati di cui abbiamo detto, i due ricercatori dell'Università di Napoli, per spiegarci il significato dei valori trovati, ci fecero il classico esempio del paniere pieno di numeri. Le cose erano andate pressappoco così. Noi avevamo ottenuto un risultato pari al 5% rispetto allo Zeta calcolato. Questo significava che noi avevamo messo una mano in un paniere dove c'erano cento numeri, dall'uno al cento, e avevamo indicato prima di estrarne uno, cinque possibili numeri. Ebbene, effettivamente avevamo "pescato" uno dei cinque numeri in oggetto. Subito dopo avevamo replicato lo stesso esperimento, dichiarando, però, un solo numero da estrarre, numero che effettivamente avevamo estratto, al primo colpo, in mezzo a cento. Lo stesso avvenne nelle ricerche successive, precisando che per una delle stesse avevamo ottenuto, addirittura, di pescare un numero unico in mezzo a mille. Ora io e i miei collaboratori non sappiamo molto di statistica, ma ci sembra che i risultati ottenuti nelle tre ricerche, su complessivi 20.797 genitori e figli, dimostrino, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l'ipotesi di partenza è largamente dimostrata. E c'è da aggiungere che quando i due docenti universitari ci consegnarono i primi risultati, sì si raccomandarono di effettuare altre numerose ricerche su altri campioni, ma non ci richiesero ulteriori esami sulle ricerche che erano già state "archiviate" come positive. Fummo noi, io e i miei collaboratori, a richiedere numerosi altri controlli sui risultati ottenuti. Questi ulteriori controlli furono poi fatti, dal prof. Luigi D'Ambra e dal dott. Francesco Mola, su tutte e tre le indagini qui citate ed in alcuni casi si ebbero dei risultati contraddittori. Vorremmo ripetere, però, che tutte e tre le indagini, processate secondo il metodo adottato dall'inizio, avevano dato risultati positivissimi e solo dopo centinaia e centinaia di controprove avevano rilevato dei risultati dubbi. Ci perdonino, allora, i due serissimi ricercatori, se noi - dal basso della nostra impreparazione statistica - ci permettiamo di avere questo dubbio: qualunque risultato statistico, anche il più valido in assoluto, sottoposto a centinaia di controprove, ne potrebbe dare una di segno opposto alle precedenti.
A questo punto non è finito nulla. La nostra strada è già segnata. Tutta la nostra ricerca statistica futura si muoverà in questa direzione. Il grosso problema sarà la raccolta di altri dati di nascita. Su ciò vorremmo dire che già mentre effettuavamo una ricerca, ci muovevamo per ottenere altri dati. Da indagini condotte con l'aiuto della IBM Italiana, avevamo rintracciato due comuni, in tutta Italia, dove l'anagrafe computerizzata era all'avanguardia (stavano immagazzinando anche i dati relativi alle ore di nascita dei cittadini del loro territorio). Per mesi abbiamo avuto contatti, anche di persona, presso l'anagrafe di Padova e presso lo stesso ufficio di Maddaloni (in provincia di Caserta). Ci erano stati promessi altri 20 o trentamila dati, ma poi, improvvisamente, questi programmi di informatizzazione totale sono stati messi da parte fino a data da destinarsi.
Attualmente stiamo cercando in altre direzioni, essendo disposti anche a pagare di tasca nostra ulteriori raccolte di date e vi terremo informati degli sviluppi di queste ricerche attraverso le pagine di Ricerca '90.
II parte della ricerca
Dobbiamo davvero essere molto grati a Françoise Gauquelin che ci ha permesso di accedere a questa grande mole di dati (per l'esattezza a 47.320 soggetti ) che ci hanno impegnato per lunghi mesi in questo lavoro di ricerca statistica che, a quanto ci risulta, in Europa, oltre alle ricerche dei coniugi Gauquelin, è il più importante in assoluto, sia per la mole di lavoro e sia perché ci ha dato ripetuti risultati positivi. Come si ricorderà, noi ricercatori (io e i miei collaboratori), contemporaneamente alla nascita di Ricerca '90, avvenuta a gennaio 1990, iniziammo questa avventura che ci ha portato ad ottenere interessantissimi risultati sull'ereditarietà astrale. Un primo bilancio parziale lo descrivemmo nel numero 13 di Ricerca '90 (gennaio 1993, vedi parte precedente di questo scritto) dove spiegammo di avere già processato 20.797 date di nascita di genitori e figli, ottenendo risultati complessivamente positivi. Successivamente, sempre con il contributo di Françoise Gauquelin, avemmo accesso ad altri 7455 dati da cui ricavammo risultati negativi. Questo, spiegammo noi, a nostro avviso (ma i ricercatori dell'Università non furono d'accordo), era dovuto al fatto che il campione era molto viziato in partenza, essendo riferito ad una quasi totalità di soggetti orfani di padri, di madri e di entrambi i genitori.
Oggi, mentre scriviamo, siamo al gennaio 1994 e su di un campione avente 47320 soggetti, abbiamo ottenuto un risultato molto vistoso e positivo nel rapporto padri e figli veri, negativo - invece - in quello madri e figli veri.
Cosa possiamo concludere? Nulla se vogliamo attenerci alle regole della scienza che sono rigorosissime e che ci invitano ad ottenere altri continui risultati positivi alle nostre ricerche. Siamo anche a conoscenza delle critiche di Françoise Gauquelin, che abbiamo invitato a spiegarci, su Ricerca '90: la brava ricercatrice francese ci ha detto che è abbastanza probabile che, cercando in un mucchio, una variabile possa uscire casualmente positiva. Ma a questo noi possiamo rispondere:
I nostri colleghi italiani (si fa per dire), nella quasi totalità dei casi non hanno diffuso la notizia, essendo - evidentemente -abituati alla censura ed a tutte le forme di odio per il lavoro di coloro che non si pongono ad essere servili nei loro confronti.
Il nostro grande maestro André Barbault ha così commentato, nel nostro libro "Osservazioni politematiche sulle ricerche Discepolo/Miele" (1): "Più deterremo delle combinazioni sicure, più si fortificherà il sapere astrologico. Ciro aggiunge una nuova maglia alla già pesante catena. Può ben sperare di vedere il proprio nome scritto in lettere d'oro nel memoriale del pantheon d'Urania, poiché al suo nome è legata una correlazione di eredità astrale che tanto si addice ad un perfetto cancerino come lui, segno in cui sono riuniti il suo Ascendente e il suo Sole".
In conclusione, per adesso, possiamo dire di avere processato un campione di 75.572 soggetti, tra genitori e figli, e di avere ottenuto larghi risultati positivi.
Non sappiamo ancora come potremo continuare le nostre ricerche, essendo terminati i dati Gauquelin disponibili e, quasi certamente, dovremo attendere la completa informatizzazione di qualche anagrafe dello stato che ci permetta di accedere sia alle date di nascita che agli orari di migliaia di soggetti. Per adesso offriamo agli astrologi seri, del nostro e degli altri Paesi, questo risultato che lascia ben sperare in un continuo dialogo con la scienza, dialogo che da noi non è mai stato disprezzato ma, anzi, cercato.
Ciro Discepolo
(1)
Tratto dal libro di Enzo Barillà e di Ciro Discepolo, Astrologia sì e no, edizioni Ricerca '90