Le statistiche dei Gauquelin
di Ciro Discepolo
GAUQUELIN (Françoise e Michel) Grandi ricercatori che hanno offerto un grandissimo contributo alla Conoscenze ed in particolare all'astrologia ed alla sua storia. Michel, Parigi 13/11/1928, alle 22.15 e Françoise 19/6/1929, ore 4, sono stati sposati per molti anni ed insieme hanno dato vita ad un sodalizio scientifico che ha prodotto molto, in senso scientifico. Michel ha dovuto lottare parecchio nella sua vita: contro gli astrologi perché ritenuto dagli stessi un loro grande accusatore; contro gli "scientisti" perché accusato da loro di strizzare l'occhio agli astrologi. Visse assai modestamente e solamente del suo lavoro, scrisse molti libri e ricercò tutta la vita la Verità. Il 20 maggio 1991 egli, non reggendo ad un dispiacere sentimentale, e forse ai troppi torti ricevuti ingiustamente nella sua vita professionale, si tolse la vita nella sua casa di Parigi. Noi astrologi gli dobbiamo molto, moltissimo, e lo ricorderemo sempre come colui che ci ha offerto le maggiori prove della veridicità dell'Astrologia. Oggi continua ad operare Françoise Gauquelin che resta un punto di riferimento importante, a livello mondiale, per chi voglia fare ricerca in astrologia. Seguono, più sotto, dopo i grafici dei due ricercatori, delle note relative alla loro opera.
LE STATISTICHE DEI GAUQUELIN
I nomi di Françoise e Michel Gauquelin passeranno certamente alla storia dell'astrologia per l'enorme contributo che i due coniugi francesi hanno dato, con il loro instancabile lavoro, all'arte di Urania. Come è già successo in passato per tanti innovatori del pensiero scientifico, anche loro devono confrontarsi, per lo più, con la più dura resistenza e perfino con la derisione di tanti, ma i fatti sono fatti e per quanto grande possa essere la cecità di alcuni padroni del vapore (scientifico), il tempo non mancherà di ripagarli dell'immane fatica che da oltre un quarto di secolo vanno compiendo.
È soprattutto a Michel Gauquelin che va il merito dei lavori che ci accingiamo a citare brevemente, essendosi la moglie affiancata alle sue ricerche solo in un secondo momento.
Occorre chiarire innanzitutto un equivoco: il soggetto, e lo stesso vale per la moglie, non è un astrologo come sostiene qualche critico di cui brilla tanto la spocchia quanto l'ignoranza. Egli s'interessò di astrologia, come adepto, da bambino, più o meno per gioco. Successivamente abbracciò la causa della verifica critica, da posizioni divenute intanto scettiche, ed è da questo periodo che si può parlare di un Gauquelin ricercatore. Tutta l'opera statistica e critica del soggetto data tempi posteriori al suo "passaggio del Rubicone". Non si vede perciò come si possa dire che Gauquelin sia favorevole all'astrologia quando invece è uno dei suoi più ostinati nemici, nonostante i risultati favorevolissimi alla materia scaturiti dai suoi lavori.
Sin dall'età dei banchi di liceo sentì l'impulso imperioso di raccogliere date di nascita per effettuare studi statistici e cominciò appunto così la sua storia: riempendo enormi quaderni di date di nascita classificate per categoria professionale. Di qui i primi insuccessi: non è vero che si muore più frequentemente sotto Saturno o che i militari nascono più consistentemente in Ariete anziché in Bilancia. Intanto il nostro prendeva visione dei primi balbettanti tentativi di alcuni astrologi di effettuare lavori statistici e in questi scopriva evidenti errori metodologici. Per evitare di cadere egli stesso in analoghi sbagli si iscrisse alla Sorbona per studiare le leggi del caso onde poterle applicare ortodossamente ai suoi studi. Giungiamo così al 1955, anno della pubblicazione del suo primo lavoro, compiuto con criteri scientifici e che presentava i primi risultati eccezionali che gli avrebbero dato la carica per proseguire pur tra l'indifferenza e l'ostilità generali.
Keplero aveva preconizzato che ci potesse essere un "animale industrioso" capace di trovare un granello d'oro nel letame maleodorante dell'astrologia. Michel Gauquelin si propose di trovare quel granello d'oro. E l'ha trovato. Anzi, a essere precisi, ne ha trovato più d'uno. Il lavoro suo e di sua moglie Françoise continua, ma già oggi il bilancio è altamente positivo e si può conglobare in tre scoperte fondamentali:
1) I grandi uomini non nascono sotto gli stessi cieli dei comuni mortali.
2) Esistono molteplici tipi psicologici legati ai pianeti.
3) Noi veniamo al mondo in condizioni cosmiche che rassomigliano a quelle dei nostri genitori.
Inutile dire che dette "scoperte" erano già note da millenni agli astrologi e che facevano parte, come ne fanno ancora oggi, della tradizione millenaria dell'astrologia, ricchissima di simili indicazioni che forse un giorno potranno anche essere dimostrate scientificamente se nasceranno tanti piccoli Gauquelin....
Il libro pubblicato da Gauquelin nel 1955 aveva per titolo: "Influenza degli astri, studio critico e sperimentale" e raccoglieva le date di nascita di circa 500 illustri clinici francesi per i quali si leggeva una ingiustificata superpresenza di Marte e Saturno, alla levata e alla culminazione, rispetto ai valori suggeriti dalle leggi del caso. Poteva trattarsi di un errore e Michel Gauquelin cercò appunto questo errore, senza riuscire, né lui né gli esperti a cui si rivolse, a trovarlo. Ripeté allora il test su altri 508 soggetti e la legge si ripresentò nuovamente con scarti insignificanti rispetto ai primi risultati. Qualcosa di grosso era avvenuto: il giovane e caparbio ricercatore aveva trovato una pista, e non l'avrebbe più abbandonata.
Prima di passare in rassegna i risultati più significativi delle sue esperienze di lavoro, sarà bene chiarire le basi del suo metodo d'indagine.
Egli pensò di studiare il rapporto uomo-astro in funzione dell'ora del giorno. A tal fine considerò il movimento diurno dei pianeti rapportabile alla suddivisione di una roulette, astronomica in questo caso. Ciò si può vedere in figura 1): un cerchio diviso in trentasei settori, quanti sono appunto i numeri di una roulette, ciascuno dei quali abbracciante 10 gradi (360/36). I quattro assi che dividono in altrettante parti uguali il cerchio considerato, sono i punti più significativi del passaggio nel cielo di un astro: la levata, la culminazione e i loro opposti.
Ora, se prendiamo in considerazione Marte e vediamo quante volte esso è presente in ciascuno dei 36 settori, in centomila nascite considerate, scopriremo che la distribuzione segue le leggi del caso se le nascite considerate sono state prese a caso. Viceversa, se estrapoliamo da queste soltanto quelle relative ai grossi clinici, per esempio, troviamo che la suddivisione non è più mediamente uniforme ma presenta dei nettissimi picchi in determinati punti. I punti in oggetto sono proprio i quattro angoli del cerchio e le loro zone contigue. Questo vuol dire che per la nascita degli scienziati Marte è decisamente più presente alla levata (Ascendente) e al meridiano Medio Cielo), insieme a Saturno, così come indica la tradizione astrologica.
Dopo i primi successi Gauquelin rivide e fece rivedere, da esperti, i suoi lavori, nel dubbio di aver commesso qualche errore di metodo o di calcolo.
Ma di errori non ne sono stati mai trovati. Taluni gli chiesero di procedere a particolari controprove che una volta effettuate diedero identici risultati. Le esperienze furono inoltre ripetute in altri paesi europei e passando dalle centinaia di casi esaminati alle decine di migliaia: le leggi trovate si riprodussero fedelmente.
Con il suo successivo lavoro, Gli uomini e gli astri, Gauquelin giunse a formalizzare le sue prime leggi generali. Ecco alcuni dati significativi:
1) In 202 capi di grosse aziende Marte era presente, dopo il sorgere o la culminazione, 49 volte invece di 34,6 (probabilità del caso: 1 su 200).
2) In 903 giornalisti, si ritrova Giove che sta sorgendo o culminando 185 volte invece di 150 (possibilità del caso 1 su 100).
3) In 1352 scrittori, la Luna si trova assai frequentemente dopo il sorgere o la sua culminazione poiché la si osserva 292 volte invece di 225. "Affluenza" che il caso può permettersi soltanto 1 volta ogni 100.000 possibilità.
4) In 1409 attori celebri, Giove si conta 283 volte invece di 234 nelle stesse regioni del cielo. Probabilità del caso: 1 su 1000.
5) In 2088 campioni sportivi, Marte domina incontrastato, ma con una evidenza statistica sorprendente. Lo si conta 452 volte invece di 348 al sorgere e alla culminazione; ciò lascia al caso solo una probabilità su 5 milioni.
Quest'ultimo studio è mostrato in fig. 2).
Qualcuno, leggendo questi dati dal Dossier delle influenze cosmiche da cui sono tratti, dichiara di non capire come sono ottenuti, volendo sottintendere l'incompetenza in materia di Gauquelin. Il fatto non deve sorprendere in quanto la maggior parte dei nostri censori si limita ad una lettura e ad una conoscenza dell'argomento superficiali. Taluni, per esempio, ignorano che il soggetto, nei suoi studi ha diviso il cerchio in dodici parti per cui, nel caso appena citato, abbiamo 2088/6 (la levata più la culminazione fanno 1/12° + 1/12° = 1/6°) = 348. Di qui a giungere alla probabilità di uno su 5 milioni che si tratti del caso, vi sono soltanto delle formule da applicare, formule che dovrebbe conoscere chi ha tanto da criticare al riguardo.
I coniugi Gauquelin hanno condotto studi interessantissimi sulle cosiddette eredità astrali ossia sulle somiglianze tra cieli di nascita dei genitori e cieli di nascita dei figli. Secondo la tradizione astrologica, infatti, i figli nascerebbero non in un istante qualunque, ma in quello che più è vicino ad un cielo simile a quello di uno o di entrambi i genitori. I coniugi francesi hanno voluto verificare questo presunto assioma e hanno perciò analizzato circa trentamila temi di nascita di genitori e figli. I risultati sono stati eccezionalmente a favore delle tesi astrologiche di partenza. Non solo essi hanno scoperto che il bambino tende a nascere preferibilmente quando un astro è alla culminazione o alla levata, come nell'oroscopo di uno dei genitori, ma sono giunti perfino a stabilire che se entrambi i genitori hanno la stessa posizione alla nascita, allora l'effetto si raddoppia. Inoltre, sempre dai loro studi, risulta che detto rapporto di analogia cessa se il parto è pilotato, ossia se viene artificialmente anticipato o posticipato.
Inutile sottolineare, a questo punto, l'importanza di simili risultati. Vale comunque la pena di stigmatizzare alcuni punti:
LE REAZIONI AI RISULTATI DEI GAUQUELIN
Il lettore che per la prima volta abbia preso visione del lavoro portato avanti in tanti anni da Michel Gauquelin e da sua moglie e che il grande psicologo inglese Hans J. Eysenck ha definito "monumentale", sarà probabilmente giunto alla conclusione che queste statistiche sono finalmente riuscite laddove tanti altri hanno fallito: incrinare, seppure di poco, la monolitica presunzione di alcuni scienziati e costringerli a rivedere almeno in parte le loro idee a proposito dell'astrologia. Come vedremo adesso, invece, ciò non è accaduto, a dimostrazione del teorema che chi non vuole vedere giunge perfino a emulare gli struzzi, nascondendo la testa sotto terra per non essere investito dalla realtà.
Gli scienziati, nella maggioranza dei casi, ci chiedono prove e quando queste ci sono o fingono di ignorarle o tentano addirittura di falsificarle (non in senso popperiano) come un campione di cattiva fede di cui diremo tra breve.
Occorre innanzitutto constatare che quantitativamente le risposte degli avversari alle statistiche di cui si parla sono assolutamente insufficienti: per lo più, nel migliore dei casi, poche righe a fronte di ben 16 volumi di risultati pubblicati.
Naturalmente la più parte dei critici dell'astrologia ignora addirittura che esse esistono giacché, ritenendo l'argomento semplice superstizione, non si è mai data la pena di controllare, verificare, studiare, a disprezzo di tutte le reiterate dichiarazioni di disponibilità a un esame obiettivo dei fatti e a un giudizio sereno e imparziale. Bellissime parole soffocate da tonnellate di parzialità nel comportamento. Vediamo i fatti.
Il pubblico ministero in Italia per i delitti dell'astrologia e degli astrologi, è Margherita Hack, direttrice dell'osservatorio astronomico di Trieste, toscanissima e piena di colore. La stessa, animata da un'ansia giustizialista, ha composto un pezzo dall'ambizioso titolo "L'inconsistenza scientifica dell'astrologia" pubblicato sulla rivista monografica I problemi di Ulisse, N. 88, intitolata Scienza e mistero, edita da Sansoni e diretta da Maria Luisa Astaldi. Il numero in oggetto della rivista raccoglie gli interventi di alcuni tra i 21 specialisti unitisi in una sorta di associazione nata per dimostrare la falsità dell'astrologia, della parapsicologia e affini. Si dà il caso però che nel suddetto intervento tutto vi sia tranne la disamina, su basi scientifiche, dell'inconsistenza dell'astrologia. Si parla dei seni della marchesa d'Urfè, di un certo Francesco Sizzi, fiorentino dei secoli passati, convinto dell'impossibilità dell'esistenza di più di sette pianeti nel nostro sistema solare dato che sette sono le finestre della nostra testa (narici, orecchi, occhi e bocca), di altre simpatiche storielle da salotto. Delle statistiche di Gauquelin? Neanche un cenno. Come se non fossero mai esistite. Questa campionessa del dileggio e dell'omissione, imperturbabilmente, da anni, continua la sua crociata usando come spada le battute di spirito e ignorando del tutto gli argomenti veri. Un altro esempio formidabile di questo genere ci è offerto dalla figura di Ugo Volli, critico teatrale e antiastrologo durante i week-end, che finge di voler esaminare in profondità i problemi connessi all'argomento e che giunge invece a cambiare addirittura le parole tra virgolette pur di dimostrare la propria tesi. Come dice Barbault, che una volta diede un'occhiata al suo oroscopo, egli ha un Ascendente Gemelli e un Mercurio in Scorpione: la superficialità e la critica. Questa scadente commistione gli ha fatto partorire un libro, La retorica delle stelle, pieno di imprecisioni, faziosità, omissioni, falsificazioni. Un fatto sorprende immediatamente: in un libro intero dedicato all'astrologia soltanto poche righe, comprese in una nota in fondo a una pagina, fanno riferimento alle statistiche di Michel Gauquelin e con quale sintassi! Questo esempio difficilmente superabile di cattiva fede, che da solo basterebbe a illustrare l'umore fazioso della maggioranza dei nostri nemici, è contenuto a pag. 141 del testo citato. Qui si dice che Gauquelin è un astrologo e già questo sarebbe sufficiente a giustificare una nostra domanda al Volli: "Con quale dignità scrivi un libro contro l'astrologia se ignori perfino che Gauquelin è uno dei suoi più ostinati nemici e non un suo sacerdote?". Il Volli dice poi della statistica dello studioso francese relativa alla presenza di Marte nei temi di nascita di militari e sportivi, 2088 casi; ignorando completamente il materiale degli altri oltre quindici volumi pubblicati, con decine di migliaia di casi esplorati. Fingendo di riportare il testo di Gauquelin e osando addirittura trascriverlo tra virgolette, continua: "Per Marte i soggetti analizzati erano 2088, e Marte era per Gauquelin "452 volte invece di 358 tra il momento in cui si è levato e la culminazione superiore, fatto che non lascia al caso che una possibilità su cinque milioni di essere il motivo di tale eccedenza di casi". A parte il fatto che chi si intende di statistica sa che un dato grezzo di questo tipo non vuol dir molto, non si capisce come Gauquelin abbia tirato fuori i suoi dati. Fra orizzonte orientale e culminazione c'è un quarto dell'arco celeste, quindi i casi dovevano essere 2088/4 cioè 522, che porterebbero la cifra osservata a uno spostamento negativo dalla media. Comunque il dato di 1/5.000.000 non deriva dallo scostamento di 452 né da 358 né da 522. Osservazioni analoghe si possono fare su altri dati di Gauquelin. Il minimo che se ne può dedurre è una certa confusione e inattendibilità. Come base statistica per l'astrologia, è un po' debole". Così Volli ha creduto di liquidare l'argomento. Vediamo adesso qual è il vero testo scritto da Gauquelin e falsificato dal soggetto. Le parole in corsivo sono quelle cambiate: "Presso 2088 campioni sportivi, Marte domina incontrastato, ma con una evidenza statistica sorprendente. Lo si conta 452 volte invece di 358, al sorgere e alla culminazione; ciò lascia al caso solo una probabilità su 5 milioni. Come facilmente può comprendersi, Gauquelin non ha cercato Marte tra il sorgere e la culminazione, ossia in un quarto di cerchio, bensì al sorgere e alla culminazione, ovvero in pochi gradi di circonferenza. La falsificazione del testo originale è, in questo caso, gravissima perché attraverso la stessa l'autore, dando dell'incompetente a chi fa questo lavoro da oltre venti anni, nega ogni risultato statistico favorevole all'astrologia, calpestando il parere contrario di veri esperti in statistica pronunciatisi al riguardo. Ci sarebbe un'alternativa: la buona fede del Volli e la cosa vista come una balordaggine detta dallo stesso per ignoranza della materia. In ambedue i casi, se il soggetto avesse il senso della vergogna, dovrebbe prefiggersi, per il futuro, di non esprimersi più sull'argomento.
Sempre restando al panorama italiano, vediamo come si colloca al riguardo colui che vorrebbe essere il giustiziere dell'esoterismo, Piero Angela, già autore di una "indagine" sulla parapsicologia. Con la stessa agilità del Volli, Angela si avventura lungo sentieri a lui completamente sconosciuti fino a qualche mese prima e non teme di dare giudizi anche se tenta di camuffare gli stessi cercando di far credere che sono i suoi intervistati a pensarla in quel modo. Chi s'intende un po' di giornalismo sa che l'articolista, volendo, può riuscire a far dire quello che vuole a chi vuole, manovrando bene le domande e "montando" poi il pezzo.
Dunque il soggetto dedica ben 37 righe del suo Viaggio nel mondo del paranormale all'argomento in discussione, il che, considerati i precedenti, non è poco: più di una pagina. Angela dice che dal lavoro dei coniugi Gauquelin "verrebbe" fuori che Marte è particolarmente presente alla nascita degli sportivi, che Giove lo "sarebbe" per gli attori, etc. Ma i 30.000 casi studiati non convincono il razionalissimo Angela, fustigatore di tutti coloro che in buona fede credono in queste cose. Egli, com'è suo costume, chiede il parere di uno scienziato regolarmente accreditato presso le istituzioni culturali del suo paese che, essendo tale, ha facoltà di decidere con un sì o con un no della fondatezza di oltre vent'anni di lavoro altrui.
Naturalmente la risposta pubblicata sarà un no e viene per bocca del dottor C. Evans che ha studiato 90 (novanta) casi di sportivi e non ha trovato nulla di quanto detto dai ricercatori francesi. Questo è sufficiente ad Angela e chiude, per lui, l'argomento. Una più corretta informazione, che è alla base dell'etica giornalistica, avrebbe richiesto qualcosa di più, però, da parte sua. Per esempio, perché lo scrivente non ha indicato dove sono stati pubblicati i risultati della statistica citata? Ammesso che siano stati pubblicati. I sedici volumi di Gauquelin, con l'elenco di tutte le decine di migliaia di date di nascita dichiarate dai municipi di appartenenza e non dette a voce, sono a disposizione di tutti, anche di quegli scettici che vorrebbero trovarci errori metodologici. Dunque Angela preferisce una dichiarazione verbale relativa a novanta casi non si sa bene come elaborati piuttosto che decine di migliaia di esplorazioni documentate e mai smentite. Tant'è.
In Francia le cose non vanno tanto diversamente dall'Italia. La faziosità di molti di coloro che amano definirsi uomini di scienza al servizio della verità ha costellato una vita di dispiaceri per Michel Gauquelin che, nel suo testo Il dossier delle influenze cosmiche, si lascia andare ad un lungo, amaro sfogo, non privo però di senso dell'umorismo. Ecco quanto scrive.
Paul Couderc, astronomo all'Osservatorio di Parigi, 20 anni fa scriveva riguardo all'influenza degli astri: "Se, come sostiene l'astrologia, gli astri fossero un fattore non trascurabile per la personalità di ogni uomo, se avessero una parte anche debole, nella formazione dei suoi caratteri fisici o spirituali, in concomitanza di altri mille fattori del suo destino (eredità, ambiente, puro caso ... ) sarebbe una prerogativa di un valore incalcolabile. Si potrebbe tentare di trarne vantaggio per la felicità degli esseri umani... L'astrologia contemporanea che si definisce scientifica propone delle leggi verificabili? E gli scienziati sono disposti a verificarle? Da molto tempo, una commissione scientifica permanente, fondata dall'Associazione americana delle società scientifiche, si incarica di studiare le leggi astrologiche che le vengono proposte: essa si avvale della collaborazione di astronomi, matematici, fisici, filosofi, medici, psicologi. Ha realizzato vaste inchieste e ne ha pubblicato i risultati in rapporti precisi; esiste tuttora: il suo presidente è Bart J. Bok, eminente astronomo di Harvard (U.S.A.). Essa è disposta ad esaminare ogni proposta concernente l'influenza dei pianeti o dei segni astrali sugli individui.
Sfortunatamente, questa commissione manca di lavoro; ha avuto enorme difficoltà a trovare, nei mucchi di carta consacrati all'astrologia, un piccolo numero di affermazioni precise, capaci di servire da tests. I risultati sono stati completamente negativi: nessuna delle influenze addotte dagli astrologi detti seri si verifica.
"Il Comitato belga: un Comitato belga per l'indagine scientifica dei fenomeni considerati paranormali che raccoglie trenta scienziati di tutte le discipline è stato fondato nel 1948. Esso ha proposto ad ogni persona di buona fede ... di presentare "un programma preciso di esperienze semplici e controllabili" tale da mettere in evidenza (il valore di una legge astrologica)".
Paul Couderc aggiungeva: "Sono a disposizione degli astrologi per trasmettere al comitato americano o a quello belga, ai fini di un esame, ogni enunciato preciso di legge astrologica che vorranno firmare e far seguire dal loro vero nome e indirizzo".
Nel 1955, pieno dell'ingenuo entusiasmo dei miei 25 anni, ho inviato degli esemplari del mio primo libro, L'influenza degli astri, studio critico e sperimentale, appena uscito, al signor Paul Couderc alla Commissione americana permanente presieduta da Bart J. Bok, al Comitato belga. L'opera era accompagnata da una lettera il cui tono era, credo, modesto e rispettoso, come del resto doveva essere.
Attendo sempre la risposta del signor Paul Couderc. Da quasi venti anni tuttavia lo tengo sempre informato delle mie pubblicazioni e dei progressi delle mie ricerche. Ma, lo vedremo, a volte scrive su di me. Nessuna risposta neanche da parte della Commissione scientifica americana nonostante parecchie lettere di richiamo fino al 1960. A quell'epoca avevo appena pubblicato un nuovo libro, Gli uomini e gli astri, che presentava la ripetizione sistematica delle mie prime esperienze francesi in quattro paesi europei, l'Italia, la Germania, il Belgio, l'Olanda. Ecco il passaggio essenziale della risposta del professor Bart J. Bok: "Devo tuttavia informarvi che ora non ho né il tempo né sono propenso a fare delle inchieste sull'astrologia e le sue affermazioni. Inoltre, per quanto ne so, l'Associazione americana delle società scientifiche ha cessato di esistere e, in ciò che mi riguarda, avevo perduto da lungo tempo ogni contatto con lei. Darò uno sguardo al vostro libro quando arriverà, ma in nessun caso posso promettervi di fare qualcosa".
La commissione permanente, che era "disposta ad esaminare tutto" se si crede a Paul Couderc, e che non aveva lavoro, è esistita? Il signor Paul Couderc è così male informato che in una nuova edizione del suo libro (1964), non ha corretto il passaggio dell'opera dove afferma di essere sempre disposto a "trasmettere al Comitato americano ogni enunciato preciso di legge".
In compenso ricevetti una risposta da un membro del comitato belga (in abbreviazione: Comitato Para), risposta del resto negativa. Sylvain Arend astronomo dell'Osservatorio reale del Belgio, nella sua lettera datata il 3 gennaio 1956 giustificò così il suo rifiuto di esaminare il mio lavoro:
"Gli astronomi professionisti hanno studiato il problema a priori, per loro i pianeti sono degli astri freddi, che essenzialmente non fanno altro che riflettere le radiazioni che ricevono. Queste radiazioni provengono da altre sorgenti in altro modo potenti (stelle e radiosorgenti) osservate con l'aiuto di telescopi e radiotelescopi e sono esse che potrebbero avere un'influenza sugli individui. Nondimeno, si manifesta che i destini umani dipendono da fattori puramente umani e non astrali, essendo i primi infinitamente preponderanti".
Avrei potuto rispondere al signor Sylvain Arend che nella scienza un apriorismo perentorio non è mai stato fonte di progresso; avrei potuto obiettargli che per essere un radioastronomo non era affatto al corrente delle recenti scoperte che erano state fatte nel suo campo. Proprio all'inizio del 1955, Burke e Franklin captarono un'emissione "pirata" proveniente da Giove che non si spiegava come la conseguenza di un semplice riscaldamento dell'astro da parte del Sole. Questa scoperta è stata all'origine di tutta una serie di osservazioni che dimostrano il ruolo attivo svolto dai pianeti nel nostro sistema solare. Il capitolo di questo libro, intitolato "Il ritorno dei pianeti" prende in considerazione quelle scoperte. Che ne pensa oggi il signor Arend?
Nel 1956 apparve una critica severa dei nostri lavori da parte di uno studioso di statistica, amministratore all'Istituto nazionale di statistica e degli studi demografici (Parigi), signor Jean Porte. Egli non si considerava per niente soddisfatto dai nostri argomenti e non si fece scrupolo di scriverlo. Ma Jean Porte era un uomo onesto: la sua critica non era aprioristica, era fondata sui testi. Il dialogo con lui era aperto, andammo a trovarlo. Nel frattempo Jean Porte ricevette i consigli di Paul Couderc:
"Penso sempre che una replica il più possibile dura e pertinente dovrà essere data al delirio del signor Gauquelin. Ma bisognerà liquidare la questione una volta per tutte e di conseguenza fare opera collettiva. Penso, per esempio, che questa replica una volta messa a punto da voi, da Arend e da me potrà essere pubblicata dal Comitato di cui Arend fa parte".
Ma i fatti avrebbero dimostrato che la fiducia di Paul Couderc nei riguardi di Jean Porte era mal riposta. Dopo la sua critica iniziale, Porte non rifiutò mai di avere con me degli scambi di opinione, su quegli aspetti del mio metodo che gli sembravano criticabili. Dopo l'esecuzione di controprove cruciali, accettò infine la fondatezza di questo metodo e scrisse la prefazione all'opera che mia moglie ed io abbiamo dedicato particolarmente a questioni di metodo. Nel bellissimo testo della sua prefazione, J. Porte dichiara dapprima: "Colui che vuole conservare un atteggiamento scientifico di fronte a questo problema deve mettersi in guardia dal pretendere di esaminare senza pregiudizio; ingannerebbe i lettori o se stesso. Deve piuttosto tentare di prendere coscienza dei suoi pregiudizi e di riconoscerli pubblicamente, libero poi di provare a metterli in un certo senso tra parentesi per un tempo limitato. Tanto varrebbe dire subito che ho un pregiudizio per ciò che concerne la supposizione della realtà delle così dette influenze astrali e che questo pregiudizio è sfavorevole". Ma un po' più avanti aggiunge: "I fatti sono fatti, assurdi o no, e anche se la scienza di un'epoca non sa integrarli, ogni spirito scientifico deve riconoscerne l'esistenza in attesa di poterli spiegare ... (il mio pregiudizio sfavorevole) non deve impedirmi di esaminare i metodi che permetterebbero di constatare tali fatti se esistessero ... Michel e Françoise Gauquelin non hanno indietreggiato di fronte alle difficoltà. I calcoli che essi intraprendono sono intimamente difficili; mettono in gioco conoscenze astronomiche e demografiche varie; esigono una buona conoscenza di princìpi del calcolo delle probabilità; e possono giungere a dei risultati pratici soltanto attraverso l'impiego di metodi di approssimazione delicati a trattarsi. Tutte buone occasioni per commettere errori di metodo! Ho cercato questi errori nella presente opera - e non ne ho trovati -. Per quanto riguarda gli stessi risultati numerici, coloro che avranno da utilizzarli potranno verificarli applicando i metodi esposti nel testo - è questo lo scopo del libro - . Il titolo del nostro libro: Metodi per studiare la distribuzione degli astri nel movimento diurno; l'anno di pubblicazione: 1957".
Coloro che fanno parte della comunità scientifica apprezzeranno il coraggio e l'onestà di questo testo che sfidava a quell'epoca il conformismo ufficiale difeso da P. Couderc, a cui non avevamo dimenticato di mandare l'opera. La lettura della prefazione di Jean Porte dovette apparirgli irritante. Vedere il suo migliore allievo passare dalla parte di quel "delirante" che ero, era duro. Preferì "cancellare" Jean Porte dalla sua memoria come testimonia la dichiarazione rilasciata ad una persona interessata ai nostri lavori che chiedeva informazioni. Dichiarazione fatta nel 1967 cioè undici anni più tardi:
"I risultati del signor Gauquelin non hanno più valore degli altri ... Da una quindicina d'anni leggo - (ha tentato di convincermi) - ciò che pubblica: i suoi metodi sono confusi, nessuno scienziato degno di questo nome li avalla (egli "trascina" dei letterati). I suoi risultati sono del tutto privi di plausibilità".
Povero J. Porte, specialista francese del calcolo delle probabilità, amministratore all'Istituto nazionale della statistica, incaricato di ricerche al Centro Nazionale e alla Ricerca Scientifica, è diventato agli occhi di Paul Couderc uno "scienziato indegno di questo nome", un "letterato trascinato"...
La cronaca tragicomica delle disavventure capitate a Gauquelin imbattutosi nelle maglie della censura accademica va avanti per un pezzo fino ad abbracciare i giorni nostri e la musica è sempre la stessa ...
Una frase, pronunciata recentemente da un matematico francese, può riassumere l'umore che ancor oggi avviluppa la questione. Essa è: "Se la statistica si mette a dare ragione all'astrologia, allora io smetto di credere alla statistica". Che equivale a dire: "Non ci credo neanche se tocco con mano".
Fortunatamente non tutti la pensano così e si trovano anche studiosi disposti a rischiare la propria credibilità pur di cercare la verità. È il caso del professor Hans J. Eysenck, famoso psicologo londinese e del professor Piccardi, defunto, ex direttore del Laboratorio di Chimica Fisica dell'Università di Firenze. Quest'ultimo scrisse, nel 1966, la prefazione al testo L'eredità planetaria, sempre di Gauquelin. Ecco una parte di esso: "I fatti che Gauquelin ci presenta sarebbero da condannare, secondo la scienza tradizionale, perché un effetto planetario deve necessariamente essere considerato come un residuo del Medio Evo. Ma tali fatti sono stati parecchie volte esaminati da ricercatori qualificati e nessuno ha potuto dimostrare che non esistevano, che erano illusori, che dipendevano da un trattamento matematico difettoso o che le statistiche non erano state condotte secondo le regole più ortodosse. Se si crede a tutti quelli che li hanno controllati personalmente, questi fatti restano e sono irrefutabili, malgrado la delusione provata da tutti quelli che non vorrebbero che tali fenomeni esistano. Proprio perché questi fatti ben controllati esistono io posso in tutta tranquillità scrivere questa prefazione al libro di Gauquelin, tentando di mettere i fatti di Gauquelin in relazione con altri fenomeni conosciuti, per una revisione generale delle nostre idee sulla ricerca scientifica moderna".
I coniugi Gauquelin continuano a lavorare instancabilmente producendo altre decine di migliaia di analisi statistiche controllabili. Questa mole incredibile di dati si avvia ormai a sommergere anche le falde più riottose dello "sciovinismo scientifico antiastrologico", arroccato sulle ultime spiagge dalla cecità umana. Siamo certi che il contributo dei Gauquelin sta per aprire la più grande breccia mai aperta nel muro del fideismo aprioristico dei nostri nemici, nonostante che costoro, come abbiamo visto, continuino a voler negare finanche l'evidenza.
LIMITI DEGLI STUDI DEI GAUQUELIN
Non deve sorprendere che ogni astrologo impegnato arrida al successo dei lavori fin qui descritti giacché è proprio il ricatto di procurare fondamenti verificabili scientificamente che tende a mettere l'astrologia alla gogna.
Questi brillanti risultati non devono però farci dimenticare anche il bilancio negativo che pesa sull'astrologia in conseguenza degli stessi: non sono state verificate, fino a oggi, corrispondenze significative tra attività umane e posizioni di Sole, Mercurio, Venere, Urano, Nettuno e Plutone..
Nulla è emerso inoltre in rapporto ai transiti planetari. Come valutare tanto? Cercando di non voler trovare ad ogni costo una causa giustificativa per ogni insuccesso statistico che ci riguardi, tentiamo invece di fare tesoro anche del più piccolo raggio illuminatore per cercare la verità, pur se questa dovrà far registrare qualche sconfitta per la tradizione che è sì preziosa, ma non infallibile.
Accettiamo dunque di dover rivedere o comunque studiare con più attenzione dei passi della nostra materia, come quello, messo in luce da Michel e Françoise Gauquelin mostrante come un astro sia più forte subito dopo la levata e subito dopo la culminazione, anziché prima come si è sempre pensato. Si tratta però, in tal caso, di uno scarto percentuale irrisorio, valutabile "dopo la virgola", come dice Barbault commentando il fatto [questo mio scritto risale a molti anni fa e, su questo punto, ho cambiato alquanto parere e penso che la differenza non sia affatto di poco conto. N.d.A.].
Secondo Michel Gauquelin l'effetto planetario sarebbe una funzione diretta della massa del pianeta e inversa al quadrato della distanza che lo separa dalla Terra, secondo la legge di gravitazione di Newton.
In questo modo si spiegherebbe perché pianeti tanto piccoli come Mercurio e Venere e altri tanto lontani come Urano, Nettuno e Plutone, non siano significativamente presenti nelle statistiche descritte. Ma per il Sole? Qui nasce una falla. Il Sole, per la sua massa e per la sua relativa vicinanza al nostro mondo, non poteva essere silente; eppure lo è stato. È evidente allora che la pista passante per l'equazione di Newton non si sostiene e occorre cercare altrove. È bene ricordare a questo proposito che la stella che ci dà luce e calore si manifesta chiaramente, come influenza per il mondo terrestre, sotto molteplici aspetti, così come è descritto nel capitolo in cui si parla appunto del Sole. Non possiamo dunque assolutamente ignorare questo particolare e dobbiamo giungere alla conclusione che il collegamento Sole-Terra certamente esiste, ma che occorre cercarlo in altro modo. D'altra parte le statistiche dei Gauquelin hanno finora esplorato soltanto un'infinitesima parte dell'esplorabile e nessuno ci assicura che quella tentata da loro sia l'unica pista (Vernon Clark insegna). Proprio per restare al primo luminare, ricorderemo la statistica effettuata dal professor Hans J. Heysenck sull'introversione/estroversione in rapporto alla posizione solare, statistica coronata da successo.
È evidente che moltissimo cammino resta ancora da fare e che il domani, per gli astrologi e per i ricercatori della verità, si annuncia denso di sorprese. Urano non ha dato risultati in rapporto alle professioni? Ma quante e quali professioni sono state esplorate? E seppure i risultati fossero tutti negativi, perché non cercare in altre direzioni? Per esempio una possibile potrebbe essere contare Urano nella settima Casa dei divorziati.
A questo punto è bene però fare alcune considerazioni generali sul valore dell'analisi statistica in astrologia.
La materia di cui ci occupiamo non si presta infatti, se non in misura ridotta, a un esame di questo tipo in quanto, occorre non dimenticarlo, il destinatario di detto studio è l'uomo, ossia la risultante di migliaia di variabili interagenti tra loro. L'astrologia è, a nostro avviso, una delle più significative tra queste, insieme all'eredità familiare, all'influenza dell'ambiente, al clima etc., ma non l'unica. Ciò può, talvolta, confondere lo studioso e trascinarlo su di una pista sbagliata come nel caso dell'analisi dei transiti. Si sa che Gauquelin non ha trovato la corrispondenza cercata morte/transito di Saturno, ma perché l'avrebbe dovuta trovare? Per un giovane in felice attesa del primo figlio la morte può anche presentarsi sotto la grigia immagine del signore del Capricorno, ma per un vecchio malato di cancro essa può anche, e con più probabilità, farsi annunciare da Giove.
Ha tenuto conto di ciò lo studioso francese? Evidentemente no, perché altrimenti il suo lavoro di indagine sarebbe risultato assai più complesso da eseguire. Siamo convinti che la cosa migliore per lui e per sua moglie sia quella di continuare per la vecchia strada che ha già reso tanti frutti. Altri, forse, giungeranno, un giorno, più in là.
Ciro Discepolo
Pubblicato nel libro Astrologia: sì e no, Edizioni Ricerca ’90, di Enzo Barillà e Ciro Discepolo