Urano Urano e la nascita di Venere
di Serenella Margherita
Nella Grecia lontana di sette secoli prima di Cristo, Esiodo, personaggio di una civiltà pastorale per noi inimmaginabile, compone un poema, la Teogonia, in cui narra la storia delle origini degli dei.
Trattati "scientifici" saranno per secoli organizzati in forma di poema, tanto che ancora nel primo secolo a. C. il poeta latino Lucrezio scriverà in versi il sublime De rerum natura, una cosmogonia che esprime in altissima poesia la concezione filosofica del suo autore.
E in versi sarà scritto nel I secolo d.C. un trattato che ci riguarda da vicino, l'Astronomicon di Marco Manilio.
È certo comunque che Urano, poiché è la sua storia che ci interessa, nelle vaghe sembianze di "Cielo stellato" acquista nei versi di Esiodo una risonanza e un'evidenza fortissime. Così come è struggente, nei versi neoclassici del Foscolo, la nascita di Venere dalle onde dove è stato gettato, dopo la mutilazione cruenta, il sesso del dio.
Ma qual è il vero senso del mito?
Tutta l'astrologia, come Jung ci insegna, è un inno alle corrispondenze mitologiche archetipiche con l'animo umano. Nell'antichissimo sapere leggendario si nasconde qualcosa che può, letteralmente, spiegare le eterne strutture della psiche. Ma quel che siamo diventati oggi dopo millenni di storia, di scoperte geografiche, di traguardi scientifici, di vertigini tecnologiche, sembra estraneo al mito.
Finché entra in scena Urano; pianeta diversissimo dalla sostanza primordiale dei pianeti del settenario fino a Saturno, che simboleggiano strutture psichiche elementari, estremamente lineari anche nella duplicità luce-ombra che caratterizza tutti i simboli astrologici.
Apparso nel telescopio di Herschel nel 1781, Urano è il ritratto dell'uomo moderno, ma questo non vuol dire che la sua simbologia sia di facile lettura. Tanto che il suo significato viene considerato "ancora in fase di elaborazione" (Horus).
Ricordiamo il grande mito di Urano nel momento folgorante dell'evirazione. Da questo evento radicale, sanguinario, catartico si produce un evento che è quanto di più antitetico: Venere Afrodite nasce dalla spuma leggera, in un tripudio di azzurro in cui si esalta la sua grazia rosata: ed è una perfezione indicibile di forma e di essenza.
Che cosa succede allora ad Urano? Come ha giustamente notato Grazia Bordoni, mentre in circostanze simili Saturno tornerà, nel tempo, carico di saggezza, attuando una pacifica "età dell'oro" di vita felice dentro la natura, ogni riscatto sembra negato ad Urano di cui si perdono le tracce.
Quale significato ha tutto ciò? Dovrete avere pazienza: rimandiamo a dopo la risposta a una domanda tanto difficile.
Anche per la sua appartenenza agli Elementi gli autori si dividono tra chi lo classifica Fuoco, come Barbault, e Discepolo, chi lo classifica Aria, e persino chi lo classifica, sia pure come ipotesi, nell'Elemento Terra, come Lisa Morpurgo. Urano sembra pianeta di Fuoco quando tende all'azione, alla realizzazione ad ogni costo, all'intervento sulle cose e nelle situazioni. Sembra Aria quando teorizza principi generali, trascurando valori personali ed emozionali.
Regolatore del sistema nervoso, degli impulsi nervosi trasmessi dal cervello (A. T. Mann), Urano è il campo elettromagnetico dell'organismo umano. Talmente elettrizzante in alcuni uraniani che talora nessun orologio resiste al loro polso, e dopo un lasso di tempo il meccanismo, apparentemente intatto, è andato, disintegrato in realtà.
Probabilmente inutile ridefinire il pianeta, va fatto per compiutezza di trattazione. Brusco, tagliente, radicale, impaziente, originale, stravagante, individualista, egocentrico, industrioso, ingegnoso, inventivo, innovatore, opportunista, ma anche utopista, universalista, umanitario.
Volete un esempio di un Urano riduttivo che può accompagnarci nel modo di essere di tutti i giorni? Quando vedo un'amica che per mesi si china beata su un puzzle elefantiaco mi chiedo sconsolata perché mortifichi così la sua intelligenza. Lei è Aquario con quattro pianeti in Aquario e Urano in aspetto alla Luna e al Sole. Ecco una manifestazione di Urano non creativa né evolutiva che non risolve neanche un fastidioso problema pratico, ma si esaurisce nell'ingegnosità di un esercizio visivo e manuale, secondo me estenuante, secondo lei appagante. Eppure, a pensarci bene, a qualcosa serve, questo puzzle: a distogliere la mente della mia amica da un problema serio.
Nei decenni dopo l'avvistamento di Urano è una selva di scoperte, anche attinenti all'elettricità, che cambieranno la faccia del mondo. Ancor più evidente la radicalità dei rivolgimenti che hanno caratterizzato la storia europea e mondiale negli ultimi due secoli, dalla scoperta del pianeta. Rivolgimenti che non sono rappresentati soltanto dalle rivoluzioni nella loro irreversibilità storica, ma anche dalla profondità delle reazioni che queste hanno suscitato e che sono sfociate nei moltissimi movimenti politici ultraconservatori. Che hanno caratterizzato le vicende degli ultimi due secoli non meno dei movimenti rivoluzionari. Dalla comparsa di Urano per la prima volta nella storia sono in conflitto due immagini della società, due visioni antitetiche del mondo: quella progressista ed egualitaria, quella reazionaria e conservatrice. Fino a quel momento qualunque programma di avanzamento sociale non aveva mai messo in discussione l'identità intrinseca del potere e dello stato. Il mondo nuovo che avanza inarrestabilmente comporta da parte dell'ancien régime negazione, irrigidimento e reazione. Quindi Urano si muove nella solita ambivalenza dei valori astrologici, anche se gli viene riconosciuta meno che ad altri pianeti. E infatti si citano sempre gli esempi dei grandi uraniani Robespierre e Saint-Just, dimenticando quanto fossero uraniani Luigi XVI e la povera Maria Antonietta. Quindi Urano è pianeta "progressista" ma non soltanto, e la Morpurgo ne ricorda la violenza della repressione. Mentre Barbault gli attribuisce capitalismo, imperialismo e fascismo.
Così si vedono fior di uraniani vestirsi nel modo più classico (al contrario di Maria Antonietta che si vestiva di cotone nel settecento), o adirarsi se non viene loro aperto lo sportello dell'auto, da parte delle signore, ovviamente.
Qualcosa di singolare, originale, sarà tuttavia nella loro vita, soprattutto un modo di sentirsi e di essere liberi aldilà di ogni pastoia.
Poiché Urano determina eventi sconvolgenti e traumatici che ben si prestano, come dice Discepolo, a fornire la prova sperimentale della validità dell'astrologia, da ciò si deduce spesso una sua elementarità, per analogia all'evidenza dei fatti che lo caratterizzano.
Ma la semplificazione di Urano limita la comprensione delle sue tematiche, che spaziano nei territori sconfinati della mente e dello spirito.
Il famoso, e sublime, "scatto di Urano" è ben altro che uno scatto della volontà. Può riguardare necessità pratiche, da un problema che sembra insolubile e che si presenta a un tecnico del cinema mentre si gira un film (si arriva a casi iperbolici come quando per girare "Fitzcarraldo" Werner Herzog fece portare una nave su una montagna dell'Amazzonia), fino alle difficoltà superate dal Brunelleschi per voltare la cupola di Santa Maria del Fiore. Ma dove sta il confine tra intelletto e materia? La Matematica, come la etichettiamo? Gouchon, nel suo Dizionario, assegna la Matematica ad Urano. E l'Architettura la definiamo prodotto di mani sapienti che costruiscono, o di ingegni cui si devono ideazione, disegni, calcoli?
Quando parliamo di "lampo di genio" che cosa è questa luce che illumina la mente e folgora l'intelligenza? Naturalmente, è Urano. Che ha risposto all'interrogativo, trovato il risultato, risolto il problema.
Urano, mi disse Barbault in un tramonto di una quindicina di anni fa in Etruria, dove eravamo per un convegno, "est la force de l'esprit". L'uomo oggi vive immerso nei prodigi scientifici e tecnologici del genio uraniano. È il regno della strapotenza dello spirito sul mondo esterno.
Facciamo l'esempio dell'astrologia. Qualche astrologo anche famoso non la collega ad Urano. Alexander Ruperti sostiene che il collegamento è nato probabilmente dal nome "Urano" che coincide con il nome del cielo. Diagnosi che lascia perplessi.
Come sostiene la maggioranza degli astrologi, invece, questa disciplina basata su una rete di simboli che si intrecciano nel tempo e nello spazio, legati da rapporti complessi in parte evidenti in parte latenti, può essere decodificata soltanto da Urano con la sua capacità di computer di collegare miriadi di informazioni a vari livelli e operare rapidamente una sintesi. Scontato quindi il nesso Urano-astrologia, inspiegabilmente alcuni astrologi mettono in dubbio il nesso Urano-mente, Urano-intelligenza, Urano-genialità umana. Ma se Urano scioglie misteri astrali e decodifica geometrie celesti, perché non dovrebbe sciogliere altri misteri, decodificare altri codici? Ovvero, ancor meglio, procedere in senso inverso, e costruire?
Barbault, da vero illuminista francese, afferma che in un mondo tecnologico la funzione più specificamente uraniana è quella dell'ingegnere.
Se riflettiamo, diventa indecifrabile il passaggio dall'industriosità all'ingegno, mentre un risultato altamente tecnologico nasconde in realtà le fasi dell'invenzione e dell'elaborazione. Di più: il processo mentale che arriva a una scoperta scientifica non è tecnicamente diverso da quello che giunge alla creazione artistica. L'Arte ha bisogno di faticoso lavoro di messa a punto (la tenacia di Saturno) di quelle che in ogni campo vengono chiamate tecniche.
Urano, che in psicologia permette di enucleare dall'inconscio la propria individualità integrandola nell'Io, assumendosi il peso e il rischio della separazione a cominciare da quella dalle proprie origini, è spirito possente di energia inarrestabile che corrisponde alla lucida consapevolezza della coscienza. Non per niente nell'astrologia esoterica questo spirito non è altro che lo Spirito santo. Simboleggia le illuminazioni divine, il sogno di Giacobbe, la decisione di Mosè, la folgorazione di San Paolo sulla via di Damasco che lo lasciò cieco per tre giorni, e costituì la sua conversione. Anche Gesù prima di uscire allo scoperto e cominciare la sua predicazione fu condotto dallo Spirito santo nel deserto all'incontro con Satana; e fu uno scontro in cui le emozioni furono soggiogate dalla potenza della ragione.
Ma lasciando da parte l'astrologia esoterica e tornando all'astrologia laica e razionalista, se ci chiediamo ma alla fine dove sta questo spirito, in che cosa consiste, non possiamo che rispondere: sta, inscindibilmente legato ad essa, nella nostra mente.
A questo proposito vorrei mettervi a parte dello studio interessantissimo fatto dall'astrologa francese Solange de Mailly Nesle sul tema natale di Nietzsche. È un tema di quelli dove sembra di sentire "la musica delle sfere" tanto ogni posizione ha un senso compiuto e irrinunciabile. Con il Sole nell'estetizzante segno della Bilancia e con una supremazia dei segni d'Aria, questo cielo esercita un fascino al quale è impossibile resistere. Urano è opposto allo stesso grado a Mercurio in Bilancia, è congiunto a Giove al Fondo Cielo che si oppone a sua volta a Marte. Il Sole a 22° gradi Bilancia è opposto a Plutone. Saturno dall'Aquario è in trigono al Medio Cielo, a Marte e a Mercurio, sestile ad Urano; mentre dalla cuspide della terza sempre nell'Aquario Nettuno fa trigono al Sole in undicesima. Va precisato che tutti questi aspetti sono in orbita strettissima, zero, uno o due gradi al massimo. Trascinato nella dismisura di Giove, Urano è sostenuto da Saturno, che in luogo di porre limiti collabora con i suoi trigoni e il suo sestile.
Il pensiero, dice l'autrice, era per Nietzsche la fonte di una vera ebbrezza estatica.
Ed ecco le parole di Nietzsche stesso: "Si capisce, non si cerca; si prende, non si domanda chi dà; il pensiero folgora come il lampo, si impone per necessità, sotto una forma definitiva: io non ho mai dovuto scegliere¼ ". Si vede bene come la caratteristica fondamentale del pensiero di Nietzsche sia l'evidenza, l'irrevocabilità uraniana: il suo delinearsi non si svolge attraverso faticosa elaborazione, ma in una manifestazione tanto rapida e sintetica da avere qualcosa di precostituito.
Sappiamo bene che questo pensiero così teso sfociò nel delirio, non senza aver prodotto opere fondamentali nella storia della filosofia moderna e della cultura europea.
L'astrologa francese si serve dell'esempio di Nietzsche per sostenere che lo spirito, simboleggiato da Urano, non integrato in modo positivo, se lasciato in preda allo strapotere uraniano diventa spirito diabolico e distruttore dove tutto, anche la vita, viene annullato, per non lasciar vivere che il pensiero, fino alla catastrofe.
Per quel che mi riguarda il caso di Nietzsche esemplifica la tesi sul ruolo del nostro pianeta nell'orchestrazione del pensiero umano.
Va da sé che quella del filosofo tedesco è una vicenda portata all'estremo limite, ma proprio perciò si presta a dimostrare quanto debba allargarsi il senso della simbologia uraniana.
La trasposizione da tecnica in senso lato a tecnica letteraria o tecnica pittorica, eccetera, è abbastanza naturale, ed è chiaro come la funzione di Urano così congeniale ai procedimenti manuali e materiali si possa trasferire a metodologie e sistemi di altra natura, più elevata e rarefatta. Ma c'è ancora un grande passo da compiere perché la realizzazione di Urano va molto oltre le tecniche più raffinate e si esprime nell'ideazione e nella costruzione dell'opera d'arte. Controllate i temi di Mozart, di Beethoven, di Dante (ipotesi di Mann), Leonardo, Michelangelo, e passando al nostro secolo pensate a Proust e a Picasso. Ma si potrebbe continuare molto a lungo: non ho trovato un grande genio che non abbia Urano significativo nel suo tema natale.
Il "Cielo stellato" ha compiuto opere mirabili come imprese efferate.
Il distacco informa la sua siderale presenza-assenza.
Staccatosi partenogeneticamente dalla Madre Terra, ha dato senso al cosmo mettendo fine, ordinando il caos, e dando origine ai fiumi, ai laghi, ai mari, e anche all'erba, ai fiori, agli alberi, agli animali. Ma la sua abissale distanza non gli consente di assumere alcuna paternità; la sua è una creatività mentale. Eccolo, il mito dell'uomo moderno, dell'ordinatore, dell'homo faber, simboleggiato nientemeno nella creazione del mondo. Ma questa funzione, esaltata dalla scienza e dalla tecnologia contemporanea, è quella dell'uomo creatore in ogni tempo e in ogni campo.
Anche nella sessualità l'intervento di Urano di nascita come di transito favorisce l'ideazione di modalità personali e originali.
La conclusione del mito è la scomparsa di Urano dopo l'evirazione, dopo la nascita di Venere dalle onde del mare vivificate dal seme divino. Il cerchio si sta chiudendo, l'opera suprema si compie. E senza partecipazione. Nonostante l'intensità la creatività uraniana non passa dai sentimenti. Ma dal genio uraniano nasce Venere, espressione di ogni Bellezza. L'opera suprema è compiuta. Può calare il sipario sul grandioso mito di Urano.
Serenella Margherita
Pubblicato sul numero 40 di Ricerca '90
BIBLIOGRAFIA