I manuali di Lisa Morpurgo: una eredità difficile
di Giorgia Primavera
È possibile distinguere chiaramente una Morpurgo più 'esoterica', con teorie precise sullo zodiaco (e astronomia, biologia e filosofia) e una Morpurgo più 'essoterica', meglio sarebbe dire 'didattica', che scorpora dai propri insegnamenti la teoria, salvo darla poi per scontata nel corso della divulgazione. L'eredità Morpurgo sarà su entrambi i versanti. Per il vasto pubblico, forse, solo sul secondo, ed è quello che ci proponiamo di esaminare.
Ricordiamo comunque che l'innovazione teorica di Morpurgo venne avviata nell' "Introduzione all'astrologia" (1972) e proseguita ne "Il Convitato di Pietra" (1979) e consiste nell'applicare integralmente una logica volta a "decifrare lo zodiaco" attraverso un sistema che presuppone dodici pianeti. Su questo canovaccio si stabilisce un gioco innovativo di domiciliazione ed esaltazione planetaria che ribalta quello tradizionale e che viene osservata nel dettaglio nei manuali 'didattici' successivi. Si tratta dei quattro volumi delle Lezioni di Astrologia edite da Longanesi e pubblicate nel corso di un decennio (83-92), che passano in rassegna le principali componenti dell'interpretazione di un tema natale.
Il primo volume, sulle case astrologiche, si presenta come il più semplice perché, come osserva la stessa Morpurgo, "la domificazione, ossia il cerchio delle case, è una riduzione della simbologia zodiacale a un livello umano" 1) ."La natura delle case" è pertanto un testo bello, chiaro, abbordabile anche da un principiante, dove troviamo alcune intuizioni geniali di Morpurgo, essenzialmente sulla seconda, quinta, settima e ottava casa.
Sulla seconda viene sviluppata l'ipotesi di corrispondenza tra Toro/Casa Seconda e l'immagine di sé (e il suo culto spasmodico) fino ad arrivare alla diagnosi di fotogenia o meno del soggetto o della sua avversione (nel caso di forti valori nell'opposta ottava) ad essere fotografato.
La quinta casa, già analizzata estesamente ne "Il Convitato di Pietra", si ribadisce anche come preziosa fonte di indicazioni precise sulla nostra nascita e sugli eventuali traumi fisici o psicologici patiti nella condizione di nascituri o, addirittura, al momento del nostro concepimento. Inoltre, contrariamente alle segnalazioni classiche che pongono il baricentro erotico più profondo sull'ottava, è sulla quinta che si legge, secondo Morpurgo, il DNA della sessualità del soggetto.
La settima casa marca l'ossessione dell'Altro, sviluppata attraverso la definizione di vaste categorie di Altri significativi di estremo interesse diagnostico.
Infine, per quanto riguarda l'ottava casa, espone il concetto "scandaloso" e apparentemente ripugnante della possibilità che i soggetti con forti valori di ottava traggano vantaggio dalla morte altrui in un senso più esteso della semplice 'eredità' materiale additata dalla tradizione. Sottolinea anche la netta precarietà della casa ottava, emblematicamente rappresentata dall'albergo, dimora provvisoria per eccellenza.
Il secondo volume, "La natura dei pianeti", si presenta subito come fonte di maggiore complessità: "i pianeti sono più complessi delle case, e spesso più ambigui nei loro effetti." (2) Il libro si articola attraverso una disamina interessante delle simbologie, alcune delle quali estremamente originali, di ogni pianeta in aspetto con l'altro. Tutte le simbologie di un corpo celeste vengono analizzate sempre nella interrelazione con tutte le simbologie degli altri, per fornire all'astrologo molti spunti interpretativi per le infinite possibilità combinatorie.
Tra gli aspetti trattati in modo più originale, spiccano quelli tra i pianeti e Nettuno e Plutone. Gli aspetti di Nettuno, soprattutto con Mercurio, costituiscono la linea di confine tra genialità e follia (la lesione dà addirittura più chance dell'aspetto positivo e suggerisce maggiore creatività), al pari degli aspetti negativi con i luminari, pur forieri di follia o di comportamenti borderline.
Ne "La natura dei segni", che ripercorre tutti i dodici segni, viene accennata invece la teoria della trasparenza, e cioè la presenza occulta di alcuni pianeti nei segni che si collocano in "trasparenza" dietro ai segni del nostro zodiaco a ricordarci, anche, che è l'ultimo di una serie di tre.
Brillante e godibile, questo terzo volume morpurghiano si sviluppa con scioltezza e ovvia padronanza estrema della materia, fino a consentire digressioni e approfondimenti che travalicano decisamente le caratterizzazioni zodiacali tradizionali.
Data la varietà dell'osservatorio di Morpurgo, che ebbe a dire che tra i suoi consultanti occasionali poteva "citare un farmacista, un tecnico elettronico, un'infermiera, un premio Nobel e una collaboratrice domestica" (3), vengono fatte constatazioni dei vari livelli in cui può collocarsi una simbologia. Ad esempio, la passione cancerina per la narrativa amorosa, il cui esempio emblematico rimane il cancro Marcel Proust, trova un corrispettivo a livello dei comuni mortali in una passione tutta cancerina per le soap-operas.
Al Leone, tartassato per tutti i suoi pregi che sono già, in nuce, difetti, viene però riconosciuta la generosità quasi simbolica della morte in volo, allo scopo di parare ostacoli che creino disastri cittadini. Sullo Scorpione sentiamo encomi originali per la dote della discrezione, minabile solo da un Mercurio sagittariano. Il Capricorno, tradizionalmente freddo e arido, si rivela tutto sommato un buon amico, uno che "fa davvero qualcosa" (anche se fatica a donare qualcosa). Mentre lo pseudo-amichevole Aquario, uno dei segni più osannati dalla manualistica comune, viene attaccato senza requie: falso e inaffidabile, senza possibilità di assoluzione.
"La natura dei transiti" è il libro forse meno riuscito, il più sintetico e, probabilmente, il meno amato anche perché i transiti tirano in ballo il rapporto con il consultante che Morpurgo ha sempre trovato difficile, spesso lontano da un ideale collaboratore, addirittura un "nemico", che volontariamente occulta o rifiuta certe prese di coscienza. La complessità dell'analisi dei transiti è lucidamente analizzata e sviscerata, senza semplificazioni ma anzi sottolineando la molteplicità del materiale da tenere presente: " l'analisi dei transiti è in sostanza un lavoro da detective. Il suo santo patrono è Scherlock Holmes, o meglio l'immortale Edgar Allan Poe". (4) Particolarmente originale la distinzione delle tipologie di Venere su cui avviene il transito: gioviale, saturniana, uraniana, nettuniana, plutonica. Uno stesso banalissimo transito di Giove congiunto a Venere toccherà il versante delle "opportu-nità" su una Venere uraniana mentre su una nettuniana sarà il "sogno" e l'idealizzazione del partner a risentire della spinta benefica.
Difficile dire in che cosa consisterà l'eredità di questi manuali. Al di là dei contenuti, Morpurgo ha infatti creato uno stile astrologico, un modo di fare astrologia decisamente originale e che è inscindibilmente connesso col suo stesso modo di esprimersi: estroso ma tagliente, gradevole ma caustico. E in ogni campo ci sono, da sempre, pensatori il cui contenuto è indipendente dallo stile, anzi, talvolta ne è un ostacolo (si pensi a Kant), altri che si rivelano grandi scrittori, oltre che brillanti teorici: fu il caso di Freud. Morpurgo si collocherà decisamente in questa seconda linea.
Diventerà difficile allora, come lo è stato per i freudiani, mantenere i contenuti al livello di uno stile che al tempo stesso li trasformi. Il rischio dietro l'angolo è infatti quello di impadronirsene come tono esteriore, perdendone la linfa geniale oppure quello di attenersi a una lettera interpretativa dei contenuti senza uno stile fibrillante che consenta, per così dire, di fermentare gli stessi contenuti mantenendo aperti gli orizzonti. Questa è la grande ma difficilissima eredità che lascia Lisa Morpurgo a chi l'ha amata.
Giorgia Primavera
Pubblicato sul numero 35 di Ricerca ’90