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La cosmologia nelle opere di Lisa Morpurgo
di Dino Bellot



PREMESSA

Un certo Benedetto (Baruch) Spinoza, definito "miserabile" da un suo collega del tempo, che non nomino, nel bel mezzo della sua opera ha lasciato scritto:

"L'ordine e la connessione delle idee coincide con l'ordine e la connessione delle cose".

La frase è troppo bella per non riscriverla nella lingua originale in cui appare:

"Ordo et conectio idearum idem est ac ordo et conectio rerum"

Il filosofo del secondo '600 mi era sempre stato particolarmente simpatico ma non avevo mai compreso interamente perché. (Aveva trascorso la sua non lunga vita a molare lenti per occhiali nel suo piccolo laboratorio in Olanda e naturalmente fu espulso dalla comunità ebraica e maltrattato da quasi tutti i suoi contemporanei :- eliminava il concetto di creazione ed il dualismo di Platone ed anche di Aristotele, quindi anche cristiano, facendo coincidere Dio con la realtà- da cui la frase iniziale).

Fu il primo filosofo moderno: oggi viene inteso così, se si eccettuano i creazionisti in genere. Se poi la endiadi venisse tradotta con la parola "organizzazione" il concetto diventerebbe ancor più pregnante e suonerebbe così: "L'organizzazione delle idee corrisponde all'organizzazione della realtà".

Per realtà si deve intendere, come intendono i più, il funzionamento della terra nell'ambito del sistema solare inserito a sua volta nell'universo.

Per sistema, devesi ancora intendere, come da sempre si intende, un ente organizzato, interdipendente, autonomo e concluso in sé, ma non per questo isolato, e quindi per il principio dell'entropia, naturalmente mutevole e corruttibile come noi.

Come logica conseguenza ne deriva che gli uomini con le loro idee, corrispondono alla situazione del sistema stesso - da cui nasce l'analisi astrologica - senza alcun fine apparente o sostanziale, se non la vita. Ma qui il discorso non terminerebbe più.

Circa duemila anni prima, nel 411 a.C. con l'avvento al potere in Atene dei "quattrocento", appena dopo la fase democratica di Pericle, furono pubblicamente bruciati, dopo essere stati scovati casa per casa, tutti i libri di Protagora, forse uno dei maggiori pensatori della sua epoca: per i Greci il termine "sofista" equivaleva a sapiente, filosofo ecc.

Ci sono rimaste poche frasi della sua opera, ma una in particolare per cui è conosciuto: "L'uomo è misura di tutte le cose; di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono".

Lisa Morpurgo ha sempre ammirato i Sofisti perché era convinta che in quel periodo del pensiero greco fossero conosciuti perfettamente non solo lo Zodiaco, ma tutti e quattro gli Zodiaci, e lo spiega anche.

La frase è chiaramente comprensibile oggi e non dispiace accostarla a quella di Spinoza, privandola di quel tanto di superbia implicita nella parola uomo. Il terzo momento della stessa diventa non equivoco quando si sappia che "le cose che non sono" si riferiscono alle divinità in genere, per cui alla fine della sua vita fu perseguitato e costretto a fuggire da Atene, morendo naufrago.

Accusa per cui anche Socrate, pur essendo di tutt'altre idee filosofiche, bevve la cicuta dodici anni dopo.

Oggi in occidente non si muore più per questo, ma in oriente ancora, come da noi 400 anni fa.

Ormai siamo quasi alla fine del lungo viaggio e durante l'ultima fase della corsa molti di noi sono divenuti famosi, altri santi, ma alla fine della corsa, al traguardo, soltanto pochi diventeranno semidei.

Purtroppo o per fortuna saltuariamente e nei tempi prestabiliti il Ciclo di vita produce tra gli esseri umani individui come Lisa Morpurgo, ed altri s'intende, nei vari e connessi campi delle attività. Solo quegli individui sono in grado di costituire i "punti fissi" dei passaggi successivi.

Di solito ce ne accorgiamo molto dopo, ma oggi, subito, chi è attento e capisce (solo per capire, però). Naturalmente la frase iniziale è piacevole perché qualsiasi mente può appropriarsene, ma solo alcune possono costruire il mondo a loro immagine (corpo) e somiglianza (psiche) come ha fatto una certa parte dei filosofi in qualsiasi parte del globo e in ogni tempo a braccetto quasi sempre con principi, re, imperatori, magnati, cardinali e papi: lo Zodiaco spiega la realtà - Sole, Saturno e gli altri - ; l'inizio dell'uomo sapiens in questa terra fu così.

Chi abbia studiato i suoi libri sa che la logica e la dialettica connesse con conoscenza ed intelligenza profonde appartennero in sommo grado a Lisa Morpurgo e queste qualità, puta caso, vennero applicate per trent'anni in un settore "particolare" che poi particolare non è per niente, sul tema su accennato.

L'epiteto ingiustamente dispensato a Spinoza ancor oggi può essere rivolto a una maggioranza di astrologi da strada (absit iniuria) ma noi tutti ora, confortati dalla scienza, ce ne facciamo un baffo, ma non della serietà e della preparazione.

Sta uscendo un libro di Edoardo Boncinelli, fisico e biologo molecolare di fama (Il cervello, la mente, l'anima - Mondadori) e concludo con le parole finali apparse sul Corsera martedi 9 febbraio u.s. nell'articolo-intervista di Serena Zoli : "Per me la mente è il commento dell'universo. Che cosa stiamo a fare noi uomini? A commentare l'universo."

Ma c'è commento e commento. Il libro di Boncinelli, ad esempio, è un avvicinamento della ricerca (scientifica e psicologica in questo caso) alla soglia dell'astrologia.

Una frase di Stephen Hawking è tuttavia illuminante e propedeutica al tutto: "Se esistesse in realtà una teoria unificata completa, essa dovrebbe presumibilmente determinare anche le nostre azioni. In tal modo sarebbe la teoria stessa a determinare l'esito della nostra ricerca di una tale teoria!"(1988).

A ben pensarci, non servono commenti: Lisa Morpurgo vi ha dedicato il Convitato di pietra, dove appaiono alcune pagine tra le più pregnanti e scandalose mai scritte sull'intelligenza umana (1978).

Cunctae res difficiles

non potest eas homo explicare

quod fuit, ipsum est, quod futurum est ¼ 

et agnovi¼ eo quod ¼   

in multa sapientia, multus sit maeror 

et, qui addit scientiam, addit et laborem. 

 

L'intera realtà è assai complessa

sermone l'uomo non può esprimerla a parole¼

ciò che è stato è lo stesso che sarà¼

e ho compreso¼ come

nell'ampiezza del sapere ci sia molta mestizia

mentre, con l'aumento della tecnica cresce anche la fatica.

ECCLESIASTES

Nei geroglifici egizi, sin dall'inizio, il simbolo di Amon - Ra ( O ) rappresenta il Sole. Nelle tavolette sumeriche precedenti di cinquecento anni, il simbolo della Terra è un cerchio con la x dentro; ancor oggi un punto d'arrivo, di impatto o distruzione viene segnato con una x cerchiata, che nel geroglifico egizio significa "luogo" ( O ).

L'astrologia è sempre stata molto amata o molto odiata dai potenti di turno. La biblioteca di Alessandria, che raccoglieva oltre mille anni di tutto il sapere antico e tramandato, fu incendiata, a memoria storica, ben quattro volte:

nel 48 a.C., parzialmente e per errore da Giulio Cesare, dopo Farsalo, durante il tentativo riuscito di eliminare la flotta di Antonio;

nel 390 d.C., nel periodo degli editti di Teodosio favorevoli al Cristianesimo, tramite Teofilo vescovo di Alessandria ed i cristiani naturalmente;

nel 415 d.C. con il vescovo Cirillo (vi fu trucidata Ipazia, una delle pochissime donne matematico esistite);

nel 641 d.C. dal califfo Omar a diciannove anni dall'Egira, per non essere da meno.

Il rogo dei libri è una costante nella storia dell'umanità, e la cosa dovrebbe far riflettere più ampiamente e al di là dei libri. Accenniamo appena al rogo dei libri profani promosso dall'apostolo Paolo a Efeso, preludio di molti altri, e alle istruzioni di Platone, meno drastiche tuttavia, riguardo ai poemi omerici.

Senza dubbio Claudio Tolomeo ebbe accesso ai testi di allora nel 130 d.C. circa, ma si sa bene che Pitagora prima (VI sec. a.C.) e Aristarco poi (IV a. C.) la pensavano diversamente sul sistema solare, per non riallacciarsi alla cosmologia dei Sumeri da poco riscoperta, con "l'originale" della Bibbia, entrambi di chiarezza esemplare .

"Intelligenti pauca" dicevano i Latini. In Europa a partire dall'anno mille, per quasi sei secoli, la filosofia è stata soltanto "ancilla theologiae", e anche l'astrologia, rinata attraverso gli Arabi, veniva inserita in tale contesto, come filosofia della natura, in una visione unitaria dell'uomo nel creato. Intorno al 1250 Tommaso d'Aquino, nelle due Summae, vi dedicava, solo a livello teoretico, almeno duecento pagine su diecimila.

Il fermento creativo del XV° e XVI° secolo imprimeva un primo avvio a scienza e tecnica, imbrigliate sino allora nella visione statica del cosmo tolemaico, imperniato su sei corpi celesti in movimento oltre al Sole, con la Terra al centro, immobile. Copernico, Keplero, Galilei e Newton, oltre che sommi scienziati furono anche astrologi, con i limiti dei pianeti allora conosciuti, per tacere dei filosofi stessi in quel periodo. Nel '700, con la separazione netta imposta dall'illuminismo tra scienza e religione, non senza violenti traumi, (si pensi all'Islam odierno) si creò un distacco incolmabile tra la "filosofia della natura" e la "filosofia dell'uomo", tra le scienze tecniche e quelle umanistiche, con la conseguente emarginazione dell'astrologia fino ai giorni nostri.

Lo sforzo spasmodico dell'idealismo hegeliano teso a costruire la realtà sopra una presunta perfezione dello spirito umano, imitato di lì a poco dal pensiero marxiano, su un' altrettanto presunta perfezione delle regole economiche da lui codificate, di pari passo a invenzioni e scoperte uniche in tutta la storia dell'umanità, non lasciarono spazio e tempo sufficiente all'emergere di scienze umane, tali da contrastare efficacemente la corsa senza fine verso un progresso apparentemente inarrestabile, favorito da uno sfrenato liberismo, bacato in partenza dall'esplosione demografica:

Antecedentemente, per almeno duemila anni, la popolazione era oscillata tra i trecento e i cinquecento milioni. In sole sette generazioni (150 anni) la nostra densità media sulla Terra, se consideriamo che realisticamente è possibile abitare poco più del 20% della superficie (solo in Europa tale percentuale sfiora il 40%), è salita da 40 a 200 abitanti per chilometro quadrato utile, cioè da milleduecento a seimila milioni di persone. Un quarto circa di questa popolazione, grande divoratrice di energia e quindi benestante, ha un'età media che oscilla tra i quaranta e i cinquant'anni, mentre i rimanenti tre quarti hanno un'età media tra i quindici e i vent'anni; è comprensibile non solo che vivano penosamente o quasi, ma che sia super estesa, come ognuno può vedere, la base quantitativa sulla quale incidono ulteriori tassi di nascita, con quel che ne consegue.

Più di tanto non si può quindi chiedere ai trenta centimetri di humus da cui nascono prevalentemente - e si sono sempre basate - la nostra boria e la nostra miseria, tenendo presente che di tutte le terre emerse del globo, solo la decima parte è coltivabile con successo, ovvero 15 milioni di km. quadrati. Ma lo sfruttamento progressivo del suolo con i concimi chimici, e l'eliminazione progressiva delle foreste, (attualmente coprono a malapena il 30%, cioè 40 milioni di Km. quadrati) per ricavarne il legno, la materia prima più richiesta al mondo e suolo per niente adatto alle coltivazioni agricole, sommato al consumo sempre maggiore di fonti di energia non rinnovabili, avranno un costo salatissimo che sarà impossibile saldare, tanto meno con pie esortazioni.

Infatti, scienze importanti come sociologia e psicologia, legate al comportamento umano, ebbero spazi infimi ai quali appellarsi e, in seguito, la psicanalisi è rimasta sconosciuta come la teoria della relatività, se si escludono pochi eletti sino a quarant'anni orsono.

La sociobiologia è scienza soltanto di questi ultimi due decenni e siamo debitori per i leoni, i ghepardi, gli gnu e le gazzelle, a Piero Angela e compagni, mentre per la sociobiologia dell'essere umano, in maniera innovatrice e definitiva, siamo debitori a Lisa Morpurgo, anche se può sembrare strano, e a pochissimi altri. Per quanto limitati e sognatori, secondo gli scienziati o divulgatori attuali, fossero eminenti uomini del passato, noi che siamo, a ragion veduta, convinti del contrario, immaginiamo che l'astrologia non sia scomparsa come disciplina, ma semplicemente come congettura, poiché a qualsiasi persona dotata di acume psicologico e di occhio, non sfugge, appena sappia l'abc dei dodici segni, la loro talvolta sottile e sfuggente, e spesso plateale connessione, con le persone conosciute. È facile immaginare, come in tempi passati e meno frenetici, tale conoscenza potesse agevolmente creare certezze nella sussistenza dei segni, così come il concetto di atomo è sopravvissuto, storicamente almeno, da Democrito a oggi.

Richard Feynman, Nobel tra i più autorevoli che dettero un apporto fondamentale alla teoria dei quanti, nel 1963 iniziò un memorabile ciclo di lezioni, sostenendo che nel caso di qualche cataclisma, l'ipotesi atomica fosse quella che poteva tramandare un maggior numero d'informazioni nel minor numero di parole. Altrettanto si può dire dello Zodiaco: 12 costellazioni tra le stelle fisse con nomi significanti i segni; 12 corpi celesti (Dei) nel sistema solare; 12 segni e 12 ascendenti. È consequenziale che 12 segni nell'anno, fondendosi con 12 ascendenti nelle 24 ore diano origine ad un insieme di 144 modelli complessi adattativi (pattern), simili ma diversi per la mai uguale posizione dei pianeti nel tempo. Tale situazione ha permesso di avere, ad esempio, nell'età della pietra, uomini con idee innovative (in proporzione all'esiguo numero iniziale) e nel momento attuale, uomini che tranquillamente potrebbero stare nell'età della pietra. Con quali proporzioni è assai facile comprenderlo come dice e fa intendere un assai noto antropologo francese. Ma la realtà dello Zodiaco è ancor più complicata, vasta e significativa.

Non deve stupire, se tutto lo sviluppo della fisica moderna sia esploso in questo secolo, ma che soltanto dagli anni '60 in poi, si sia giunti alla formulazione verso la fine degli anni '80, della "teoria standard" ossia: dodici particelle divise in tre famiglie, di cui solo quattro necessarie per la costituzione della materia conosciuta e le altre otto compaiono come fantasmi. Accanto a queste quattro particelle esistono solo quattro forze fondamentali a regolare il tutto, allo stato attuale della fisica. Per esemplificare brevemente le due ultime grandi teorie del nostro secolo in attesa della Grande Unificazione, si pensi come la relatività generale, che spazia nell'universo, abbia dato origine alle bombe nucleari (E = mc2), mentre la meccanica quantistica, che indaga nelle dimensioni dell'atomo e del suo nucleo, abbia prodotto il computer e l'informatica. Questa è appunto indispensabile per la percezione rapida della realtà e di noi stessi, ora che lo spazio intorno a noi e dentro di noi si è dilatato, mentre il tempo accelera, cioè si contrae, (l'equazione complessa e non completa è accessibile a pochi addetti). È stato proprio in questi paralleli tre decenni, che la appena scomparsa (9 marzo '98), amatissima Lisa, ha esplorato dal profondo tutta l'astrologia, pervenendo alla decifrazione del codice zodiacale, anzi, dei quattro Zodiaci.

Ai più avveduti, tale opera si configura come una teoria completa e unificata della realtà, con tutte le certezze e gli interrogativi che tale teoria dipana allo studioso e anche al semplice curioso, ove abbiano la possibilità mentale di porsi in maniera dialettica rispetto alle vicende umane, e in generale all'esistenza della vita e dell'universo: "L'astrologia è uno strumento matematico elaborato a un livello altissimo di conoscenze scientifiche (intermatematiche) ¼ e lo Zodiaco è un canale di informazioni a sistema binario che ci è giunto in forma cifrata" (Morpurgo).


Come è stato possibile?

La parola Zodiaco è aggettivo sostantivato, derivante dalla lingua greca antica (ò Zodiakòs kyklos) dove la parola kyklos riassume in sé il duplice significato di cerchio e ciclo e secondo il nostro parere, è appunto in tale modo che si deve intendere la parola Zodiaco, cioè "ciclo di vita", dove le note dodici costellazioni sono soltanto e unicamente un "punto nautico" di riferimento (Morpurgo), come anche alcuni scienziati, come Lee Smolin, ormai intendono, e "visivo mnemonico", aggiungiamo noi, data la precessione degli equinozi. Per chiarire il tutto, occorre aggiungere che il sistema solare è racchiuso fino a Plutone nel diametro di 12 ore-luce circa, mentre le più famose 12 costellazioni della fascia equatoriale, quelle dello Zodiaco, distano mediamente migliaia di anni-luce ed appartengono alla Via Lattea: la nostra galassia, che ne enumera a vista e ben catalogate, ottantotto; pochissime stelle poi simili al Sole sono sparse entro i primi cento anni-luce. Gli astrologi, che non vogliano distinguersi in sette e scuole d'ogni tipo, dovrebbero apprendere il linguaggio della scienza, l'unico oggi riconosciuto dove si studia la materia e dove si costruiscono le astronavi.

Di rado nascono persone che hanno le capacità e il coraggio di salire sulle spalle altrui e guardare oltre: distruggendo, in questo caso, buona parte dell'edificio su cui poggiavano. La traduzione del libro di Robert Graves , "I miti greci", effettuata dalla Morpurgo a trentatré anni, è stata certamente, come lei scrisse, l'origine di un particolare modo di intendere e rovesciare il concetto di mito: il mito (la favola) è spiegazione di realtà già esistite, di schemi vitali, ad uso di bambini e adulti. La traduzione, nove anni dopo, di un libro meno impegnativo come "Lo Zodiaco" di François Régis Bastide, dette il "la" a tutta l'opera della Morpurgo: dall'Introduzione all'astrologia, al Convitato di pietra, e al nuovissimo "Tetrabiblos" di Lezioni d'Astrologia sulla natura delle case, dei pianeti, dei segni e dei transiti.

La dialettica e il concetto di censura elaborati dalla Morpurgo, meriterebbero un saggio a sé: sono state le intuizioni di più ampio respiro di tutto il suo pensiero. La prima è prevalentemente una scoperta scientifica, che ormai si fa strada anche nello studio della materia; la seconda è la lettura, in chiave filosofica, del perché e del come dell'esistenza. Senza la dialettica degli opposti, delle forze complementari (la famosa "coincidentia oppositorum") è impossibile districarsi nella comprensione di qualsiasi vicenda, personale, umana, singola e collettiva; per la censura invece il discorso è molto più profondo e delicato. Non si può apprendere alcunché senza una lettura ragionata e costante del suo libro "La natura delle case" come lei stessa suggerisce nella premessa. Le case infatti sono la riduzione della simbologia zodiacale a livello umano, esprimono dodici categorie contrapposte a "doppio sei", nelle quali sono immerse tutte le necessità che organizzano la vita sulla terra.

Ma è nel "Convitato di pietra" e nella ricostruzione dei quattro Zodiaci, che il genio dialettico e la sensibilità e creatività acutissime e profonde dell'autrice, hanno posto l'alfa e l'omega della vicenda umana e dell'universo che è infinito come i numeri, mentre il nostro tempo e il nostro spazio sono molto limitati, come la nostra vita: "Io ritengo che le quattro basi del DNA, ossia GC-AT formino il nucleo originario di qualsiasi schema di vita e dunque di qualsiasi schema di riproduzione perfettamente riflesso nello schema dello Zodiaco¼ tale cosmica scissione avrebbe dovuto dare origine al nostro sistema planetario levogiro e a un parallelo e contrario sistema planetario destrogiro". (Il Convitato di pietra pag.106).

Nel suo libro "La vita nel cosmo" (maggio '98) Lee Smolin, uno dei massimi esperti mondiali di relatività e meccanica quantistica, prevede che gli universi, addirittura prima del Big Bang, competano fra loro e possano, normalmente, generare anche più universi-figlio.

Martin Rees, nel suo più recente "Prima dell'inizio"( fine '98), fa sua la congettura e la chiama "Proposta di Smolin". La Morpurgo, già nelle pagine finali dell'Introduzione, nel lontano '72, ne aveva tracciato un primo abbozzo. Con la decifrazione completa del codice zodiacale, ancora negli anni '80, ciò fu chiaro come apparve poi all'XI° Congresso di studi astrologici da lei diretti nel settembre '91, nella relazione di Anna Maria Quinzi dal titolo e contenuto particolarmente significativi: "La riproduzione dei due sistemi zodiacali A e B e il codice astrogenetico".

Certo, può essere sfuggito il nesso essenziale a chi non abbia studiato a fondo i suoi libri. Ogni Big Bang, a nostro parere, è una fecondazione, e l'eco di quell'avvenimento perdura ancora negli esseri viventi quando desiderano riprodursi o anche solo divertirsi, come fanno alcuni primati superiori, noi compresi. In margine a tali gioie, si deve richiamare uno dei punti più inosservati e strani del comportamento maschile sulla terra: la misoginia. Nessuna autrice, pur conscia di tale problematica, ha saputo coglierla nella sua valenza universale, quasi di necessità cosmica. Il comportamento ottuso del vir o del patriarca che si è arrogato diritti più spesso efferati, frutti della sua paranoia, è ancora presente nella storia anche contemporanea. In un'ottica molto attuale, anche se diametralmente opposta, va ricordato come la Chiesa, fino a pochissimi decenni fa, creasse non pochi problemi esistenziali, negando l'assoluzione, a quante donne rifiutassero gli obblighi cosiddetti coniugali. Si rammenta inoltre come nella gemella fede islamica, con un miliardo di fedeli, almeno 130 milioni di donne, preadolescenti, subiscano una pratica ferocemente menomante.

Già figli sicuramente degeneri di un dio grandioso, inventato da Saulo di Tarso e dal potere imperiale di Roma, più che da Gesù Cristo, in tempi di ecclesiastiche e papali richieste di perdono, anche i laici dovrebbero diminuire un po' l'esponente al quasi usurpato nome di "sapiens sapiens" che tanto pomposamente ci attribuirono abbastanza dopo "L'origine della specie attraverso la selezione naturale" (C. Darwin 1859).

Per raggiungere la meta, fin dall'Introduzione, Lisa Morpurgo ha postulato l'esistenza di altri due pianeti nel sistema solare, dopo Plutone, X e Y, come i suoi allievi e cultori sanno: 10 pianeti che con sole e luna fanno 12 e 13 con la terra. D'altronde, anche nella "teoria standard" della fisica, accadde una cosa analoga. La dodicesima particella, il "quark top", è sfuggita incredibilmente a ogni esperimento per altri cinque anni, mettendo in seria crisi i fisici teorici, - per la cronaca sono sei quark e sei leptoni con altrettanti opposti, cioè 24- . Ne "Il giardino delle particelle" Gordon Kane sostiene, per felice intuizione della moglie, che tali entità minime siano i semi dell'universo.

Dice Murray Gell-Mann, il primo a postulare i tre quark all'interno dei protoni e dei neutroni, che i teorici avrebbero dovuto infilzarsi con le proprie stilo, in assenza della scoperta, confermata il 24 aprile '94. Allo stesso Gell - Mann capitò nel 1961 di richiamarsi per l'organizzazione dei quark all' "ottuplice sentiero", ripreso dall'insegnamento di Budda, collegandosi in realtà alle teorie di Yang e Mills del '54, relative a otto campi elettromagnetici che interagiscono con le particelle ed anche l'un l'altro.

La precedente ipotesi, in questo caso non si è posta, poiché quello è un dettaglio: la scoperta degli ultimi due pianeti, anche se importante per la chiara comprensione di certi eventi ancora oscuri ed elusivi. Certamente per i non esperti, ciò può creare un moto di sconcerto (se non ci fossero i due transplutoniani) ma tant'è.

Tutti i pantheon storici del vicino Oriente, nel corso di circa quattromila anni, cominciando di nuovo dai Sumeri, e poi Egizi, Amorriti, Accadi, Cananei, Urriti, Ittiti e dalle tradizioni protoariane inserite nei "Veda", avevano dodici dei, di solito, sei divinità femminili e sei divinità maschili.

Ricordiamo anche i dodici patriarchi, da cui le dodici tribù d'Israele con la promessa che il loro Dio li avrebbe resi immuni dalle influenze planetarie (!) Gli Esseni, una delle tre componenti del popolo israelitico, erano versati in astrologia (vedasi anche manoscritti del Qumram). Nell'Olimpo greco c'erano dodici scranni, ma su tutti, compreso Dyaus - Pitar, poi Jupiter (Giove), cioè Deus Pater (il Sole), dominava l'Anànke, vale a dire la necessità, il fato; noi diremmo le leggi della Natura, ossia il "ciclo di vita".

D'altra parte, chi abbia studiato a fondo la Morpurgo e accumulato un po' d'esperienza, riesce agevolmente, con meraviglia propria e altrui, a individuare l'esatto quarto d'ora, talvolta i cinque minuti di nascita di ogni persona che abbia il cosiddetto uso della ragione, per tacere del resto. La pratica astrologica, infatti, è perfetta dialettica, delicato contrappunto e armonia d'insieme, con il software unico e irripetibile di ogni persona umana, determinato dall'hic et nunc, come tutti ormai sanno.

La meccanica quantistica, con il principio di indeterminazione, (Heisenberg 1927) pone sicuramente dei limiti alla comprensione globale e soprattutto selettiva ed intima delle cose - ben lo conoscono gli studiosi di astrologia - ma attraverso il suo postulato di base, la coerenza dell'impulso iniziale, secondo l'opinione ora emergente, annulla il cosiddetto libero arbitrio.

Per di più, questo disegno unitario e predeterminato è ben presente nei forse seicento miliardi di cellule pur con funzioni differenziate (tante pare ne contenga un corpo umano di cui cento miliardi nel solo cervello), aventi tutte una spirale di circa due metri in cui sono inseriti i sei miliardi di nucleotidi costituenti il DNA personale, perfettamente identici nella loro sequenza. Non può essere diversamente poiché hanno origine da una sola cellula uovo e da un solo spermatozoo. Quindi il DNA è ricordo; il ricordo è ripetizione e il sistema solare è DNA della Materia e del suo opposto: l'Antimateria con i sistemi saturniani.

Di solito, il principio di indeterminazione è invocato da tutti a innegabile sostegno del libero arbitrio e come tale viene inteso dalla maggioranza degli studiosi, felici così di aver trovato un potente antidoto al determinismo di Laplace. A tale conclusione portava il sistema newtoniano di spazio e tempo assoluti ed immutabili. Einstein stesso pur fondatore della teoria dei quanti (vi ebbe il Nobel), era determinista e tutti conoscono la sua frase in merito: "Dio non gioca a dadi con l'universo". D'altra parte tale concezione portava acqua al mulino degli astrologi, ma quest'ultimi poco hanno fatto per non meritarsi il disprezzo della scienza e gli strali dei più, fino a ieri; a maggior ragione poi quando si vagli il contenuto di pubblicazioni e riviste, o peggio quando si assista a quanto appare sugli schermi.

L'indeterminazione, nell'esposizione più semplice, impedisce la misura simultanea della posizione e velocità di una particella, poniamo di un elettrone attorno al nucleo del suo atomo. Quindi se ampliamo tale concetto, per gli effetti quantistici, ne risulta l'impossibilità sia di accedere all'improbabile inizio del cosiddetto "Essere" sia di esplorare la quantità di spazio e, più rilevante ancora, di supporre la validità assoluta del tempo. Non dovrebbe invece essere negata la comprensione del tutto, in rapporto alla teoria stessa della relatività, per quello almeno che ci riguarda. Il grave handicap che blocca tutti gli astronomi, e in particolare tutti i fisici della materia, (omettendo chi è credente, comunque sottoposto agli imperscrutabili disegni della Provvidenza) è la convinzione che nel sistema solare non esistano altre forze oltre quella gravitazionale, ultra debole, mentre, come si sa, all'interno dell'atomo coesistono ben tre forze, quella elettromagnetica, la nucleare debole e la nucleare forte.

Il fisico, per sua natura, nega tutto, anche l'evidenza, fin quando non ne abbia inconfutabili misurazioni. Bene, circa tre anni fa, uno scienziato italiano ha misurato una nuova forza che emana dai pianeti, all'interno del sistema solare, denominata per ora "gravito - magnetica". È da dirsi per inciso che tale forza era stata postulata dal solito Einstein, come effetto della relatività generale; nel 1918, poi, due fisici austriaci, erano riusciti a formalizzarla teoricamente. Tali misurazioni sono ormai assodate, e tralasciamo quanto si conosce per quotidiana e indubbia esperienza sul sole e sulla luna, escludendo per ora le ipotesi scientifiche e relative leggi sui due luminari.

Nella seconda metà di pag. 40 de "Il convitato di pietra", edito da Longanesi, si legge: "Forse si scoprirà un giorno che le cellule sognano davvero, oppure che tutti i sogni, compreso i nostri, sono traducibili in termini di una ineluttabilità magnetica, elettronica, matematica". Si traduca ora "sogni" con volontà, o meglio possibilità genetiche, quantistiche, comportamentali, in relazione agli altri e all'evolversi del tempo, ossia della vita e si comprenderà meglio la portata dell'intuizione scientifica. La verità di questi tempi viene manipolata a piacere, per poter servire alle più disparate necessità, oppure più semplicemente omessa per ignoranza. Ad esempio, nel suo dottissimo, e un po' insipido "Scritto negli astri" (Marsilio '96), Ornella Pompeo Faracovi colloca la Morpurgo tra gli studiosi contemporanei, liquidandola così: "L'astrologia dialettica di Lisa Morpurgo", nell'ultima nota dell'ultima pagina. ( Forse è un buon auspicio).

Per arrivare al nocciolo del problema sono necessarie indagini, riflessioni e teorie comparate e correlate di logica, matematica, fisica, chimica, genetica, medicina, psicologia astrologica e sociobiologia, allo scopo di appurare l'influenza determinante di ciascun corpo celeste nel complesso meccanismo della vita in genere e del corpo umano in particolare. Varrebbe la pena di fare un accenno "all'ottuplice sentiero", vale a dire alle otto parti del sistema medico e mistico ayurvedico (si noti l'etimo "Veda"), ripreso e sviluppato dalla medicina cinese.

L'approfondimento della speciale branca di medicina cinese, basata sull'agopuntura, ricondotta alle intuizioni e scoperte della Morpurgo, attraverso la ricostruzione del codice zodiacale - gli otto campi dei pianeti paralleli - è premessa alla comprensione di fatti comuni quali le malattie del singolo e molto altro. L'entità e la qualità delle forze emananti dai pianeti ci daranno la chiave per capire anche i fenomeni complessi dell'economia, delle guerre, dei movimenti e trasformazioni culturali, attraverso lo studio definitivo del motore centrale delle azioni umane: il cervello, soprattutto nelle primissime ore della nascita.

Ognuno dei quattro Zodiaci gode di tre super-simmetrie complesse con il costante parallelismo dei pianeti laterali secondo gli otto campi, formando così assieme ai due luminari (Sole e Luna) e controluminari (Saturno e Urano) il cerchio dello Zodiaco che consiste nell'insieme di dodici segni tutti quadrivalenti in modo unitario, dove l'antimateria gioca a nascondino con la materia ed altrettanto fa la materia .

La loro essenza a livello terrestre è trivalente secondo un concetto trinitario inscindibile: Segni - Case - Case nei Segni e viceversa. Quando un individuo nasce e si immette nel nostro modesto spazio - tempo, questi campi -categorie del comportamento universale, vengono influenzati in varia e diversa misura da dodici forze specifiche: Sole, Luna e dieci Pianeti.

La collocazione delle dodici forze nel momento della nascita, accanto ad una seconda posizione più attenuata del sole detta ascendente e dei successivi transiti delle stesse sui dodici campi secondo i loro ritmi ellissoidali, determinano tutte le circostanze in cui matureranno tutti gli eventi con tutte le sfumature del fenomeno vita in evoluzione, dell'individuo in particolare e dell'umanità in generale, secondo un'ulteriore geografia cattolica non ancora definita .

Infine la diversa velocità in differenti ellissi di tutti i pianeti provoca gli immaginari moti retrogradi o stazionari rispetto alla terra, che tanto fanno gioire o temere nell'attesa gli attenti osservatori del fenomeno, secondo gli aspetti positivi o meno.

Il padre fondatore della sociobiologia, l'americano Edward Wilson, sostiene che i prossimi decenni saranno il momento della sintesi, che è la parte più difficile del processo conoscitivo: "I premi Nobel, oggi, si vincono con la riduzione: piccoli frammenti della realtà analizzati nei minimi dettagli, trascurando il resto".

Il metodo che Lisa Morpurgo ha impresso nella mente di chi l'ha veramente ascoltata, la conoscenza della vita, dell'animo e delle vicende umane che ha emanato attorno a sé e nelle sue opere, pubblicate o meno, è tale da rispondere pienamente all'esigenza di cui sopra: il massimo dei dettagli inseriti nell'armonica e spesso dolorosa complessità, ma sempre in modo rigorosamente razionale.

Libera da preconcetti religiosi, ma sensibile all'altrui sofferenza, non sarà mai compreso abbastanza il suo rispetto per l'individuo, il rifiuto della semplificazione, delle frasi fatte e naturalmente il suo odio per il terrorismo astrologico, con lo sfruttamento dello stesso: "La brama di certezze oracolari può risultare assai nociva sia a chi le esprime sia a chi vi fa ricorso: non esistono chiavi di lettura infallibili, poiché il tessuto dei transiti planetari è come il tessuto della nostra stessa vita, velato dalla limitata conoscenza che ciascuno di noi ha di sé e degli altri". (Natura dei transiti)

Chi ha avuto modo di frequentarla e conoscerla ne possiede un ricordo vivissimo e penetrante, come fosse stato plasmato dalla sua personalità, dall'ampiezza mai superficiale del suo sapere e delle sue esperienze, dalla profondità logica delle sue osservazioni e dalla capacità dialettica di sintesi estrema di ogni dato o avvenimento: severa e umanissima insieme, materna, affabile. Chi invece l'ha conosciuta attraverso le sue limpide pagine, può solo dolersi di non aver potuto parlare con lei. Chiunque però abbia letto le sue risposte nelle riviste, può ricostruire la dolcezza e la fermezza del dialogo, può sentirsi coinvolto dalla sua comprensione e generosità, può gustare e far tesoro dei suoi consigli di vita.

Tanto, l'universo e la terra, funzionano con o senza l'astrologia. Questa, è solo per noi, per farci capire che non solo collaboriamo al nostro destino, ma anche al destino della terra in cui abitiamo e la cosa, è ormai evidente. Chi è cosciente di questo potrebbe, ove possibile, diminuire la propria egopatia, ma non certo sottrarsi alle proprie necessità: non ci sono sortilegi o rivoluzioni solari che tengano, e se la furberia serve talvolta a livello umano, pensiamo non valga a livello planetario. Tale è il suo insegnamento.

La sua opera può essere riassunta e condensata in una semplice colonna discendente:

1) numerico - spaziale - direzionale: quattro Zodiaci AM-AF; BF-BM

2) fisico - genetico - evolutivo : sistemi solari e saturniani

terrestre - vivente - comportamentale: singoli e specie

geografico - locale - peculiare: nazioni e linguaggio

5) socio - politico e storico - economico: transiti planetari nel tempo

di costume o meglio etico - culturale e pratico - scientifico: realtà palpitante, dalla quale ha origine ogni studio (finalizzato al tutto).

Lisa Morpurgo non ha mai scritto alcuna formula, né di matematica né di fisica, ma ha rielaborato, attraverso la conoscenza dell'individuo e del suo comportamento, i dodici campi in cui dovranno essere inserite le formule finali che almeno un milione di fisici e biologi stanno ansiosamente cercando...con la decifrazione passo passo, secondo logica matematica, di quel centinaio di momenti complessi necessari allo svisceramento del codice.

I migliori fra quelli, già quarant'anni fa, ma con una certa frequenza negli ultimi anni (non più di alcuni cosmologi), in fondo alle loro opere, incominciano a richiamarsi a uno specifico ramo della matematica di Leibniz, incominciano a parlare di topologia (analisis situs) e di teoria dei numeri, avvertendo come Smolin che "L'unificazione della relatività con la teoria dei quanti, su basi diverse dell'attuale sistemazione, realizzerebbe un mutamento radicale - una rivoluzione - nella nostra comprensione della natura"; e ancora: "Dobbiamo costruire un modo completo e razionale di comprendere il mondo, un modo che ci permetta al tempo stesso di essere osservatori immersi nel mondo"; cosicché: "Tale nuova teoria dovrebbe anche avere vaste ripercussioni nella conoscenza che abbiamo di noi stessi e dei nostri rapporti con il resto dell'universo".

Chi abbia presente l'intera opera di Lisa Morpurgo e gli studi grafici sui quattro Zodiaci con le successive letture, comprende "ad abundantiam" come lo Zodiaco sia veramente quella teoria universale che tutti stanno cercando e che Leon Ledermann (nobel per la fisica), vorrebbe impressa con una semplice formula sulle t - shirts.

La teoria standard attuale, con la relatività, integrate nella Teoria Ondulatoria del Campo di Walter E.R. Cassani, conducono allo Zodiaco e all'astrologia di Lisa Morpurgo e lo Zodiaco è già impresso nelle t - shirts e anche altrove. (La dimostrazione tecnica e scientifica richiederebbe almeno un libro sulle questioni generali, per delineare i fondamenti qui solo enunciati).

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Tutta l'altra astrologia ha solo valore storico e nozionistico, e in ogni caso è ormai obsoleta, perché avulsa dal contesto attuale. Bellissima adattandola al tema, una metafora usata dall'autrice: " Lo spazio è l'ordito preesistente, mentre il tempo è la trama del tessuto che ciascuno di noi vivendo costruisce e gli altri assieme a noi".

La storia, infatti, non è mai stata "magistra vitae" se non nell'intellettuale illuso o che si autoillude, ponendosi con ciò stesso fuori dalla realtà giacché è mutato il tempo, componente fondamentale della vita quanto lo spazio. Una volta raggiunte però, la purezza logica e la complessità matematica non possono essere ridotte alle banali semplificazioni di Ippocrate o Tolomeo, se rapportate alla visione odierna, né tanto meno distorte da presunti novelli Galileo che usando lenti asimmetriche, fanno così solo del male a se stessi. Questo vale per tutti i campi dello scibile e delle attività umane.

La più perfezionata delle vaporiere è sempre un oggetto d'antiquariato rispetto a un TGV ed una calcolatrice anche elettromeccanica fa sorridere se paragonata ad un computer d'oggi.

Di certo l'essere democratico reca lode all'editore, ma la superficialità e la confusione non meriterebbero rilievo: "Il convitato di pietra" non è libro da consigliare a chi non lo può leggere o comprendere interamente.

Ogni popolo, oltre ai politici, si ritrova, purtroppo, anche gli indovini, maghi e astrologi e pochissimi scienziati, filosofi e scrittori che si merita o che si alleva secondo una geografia astrologica tutta ancora da perfezionare.

Persone che, di solito, vengono snobbate e comprese solo dopo, secondo l'amara constatazione di Max Planck, ideatore della teoria dei quanti assieme a Einstein: "Le nuove idee si affermano quando se ne va la vecchia generazione insieme alle idee del proprio tempo". Tali concetti, per non sembrare spregiativi, vanno inseriti in una visione del reale che tenga conto della quotidianità dell'umile, del povero, del poco istruito e dell'apparente egoismo, in realtà abilità connaturate, di una minoranza che è caratteristica strutturale, a memoria storica, di questa terra: 235 persone dispongono del 40% dei beni terrestri, ma questo vale per ognuna delle dodici categorie.

L'ipotesi opposta, se fossimo dei, non è contemplata al momento. Ove fosse (e sarà) possibile, alcuni di noi per sopravvivere, con l'aiuto di esperti, dopo essersi ripetutamente clonati per terminare il viaggio, o forse no, inventeranno in altre parti, con l'ingegneria genetica, una società come la nostra, (magari trovando sempre su un terzo pianeta di un nuovo sistema solare, qualche "homo erectus" da fare a loro immagine e somiglianza) dove la guerra è ancora totem e l'aborto tabù, come la breve, ma intensa storia dell'umanità, ci dimostra con impareggiabile abbondanza.

Se oggi, solo oggi, in una qualche maniera più complessa e più sentita, raggiunti i sei miliardi, qualcosa si muove nelle direzioni opposte, - ma non sono soltanto le guerre il peggior male - è unicamente per necessità e non per scelta razionale che fa capolino l'inversione dei concetti di totem e tabù, (tipica del matriarcato), nell'attesa di un nuovo ordine di vita e di comportamento, che questa terra, troppo piccola e troppo contesa, non vedrà mai, anche se a livello personale, è pur sempre lecito sperare a chiunque, eliminando, se possibile, fumismi esoterici e spiritualistici.

Del resto la clonazione, ormai fattibile, definisce una volta per tutte, semmai ce ne fosse bisogno, l'immanenza della vita su questa terra e, naturalmente, in tutti gli uni - versi e di - versi, intendendo con ciò la materia levogira e l'antimateria destrogira.

Per chi non si accontenti, lo Zodiaco, ciclo di vita in questa parte della Galassia, il quadruplice Zodiaco, generoso con i più, ha concesso la fede, terribilmente (o meravigliosamente) aggrovigliata al desiderio di immortalità e di felicità, a costo anche della morte altrui - suprema ingiustizia o gloria- forma personale e collettiva di poesia e di arte, ai confini della pazzia.

L'aggettivo che ne deriva, con tutte le accezioni e sfumature, è quello che si adatta meglio a certi comportamenti degli uomini sulla terra, ma non è tutta farina del loro sacco.

Per cortesia, non si dica più che lo Zodiaco è stato inventato dai Sumeri o dai Caldei (che emersero soltanto tra il 900 e il 500 a.C. cosicché Erodoto nei suoi resoconti di viaggio, subito dopo, poté raccontarcene) omaggio questo a Lisa Morpurgo e chi Le ha voluto bene, anche se, per sua stessa ammissione, questa è la fregatura del secolo.

Resta l'affascinante tema, così intenso e seducente per Lisa, per chi avesse animo di pensare, di quando e dove e da chi, nell'Infinito, tra le infinite galassie con miliardi di stelle come il Sole che nascono e muoiono e relativi sistemi planetari, questo codice sia stato creato, e come possa essere giunto fino a noi; codice che nella nostra versione sembra privilegiare, ma non sappiamo quanto, - ci sono serissimi dubbi sul problema - la materia sull'antimateria.

Questa è l'estrema rivoluzione copernicana, o meglio galileiana, per la scomparsa di qualsiasi metafisica e senza ingiuria.

Marzo '99 Dino Bellot

Con la collaborazione di Daniela Nipoti

Pubblicato nel numero 39 di Ricerca '90

BIBLIOGRAFIA di base

Opere di Lisa Morpurgo 1972-1992 Longanesi


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