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Il suo senso dell’ironia

di Cristina Caretta


Non sono mai stata allieva diretta di Lisa Morpurgo, però è dalla lettura dei suoi libri che ho imparato ad apprezzare e conoscere l'astrologia. Agli inizi degli anni '70 regalarono a mia madre una copia di una delle prime edizioni dell'Introduzione.

Allora ero molto giovane, però ricordo che mi impossessai del libro e lo lessi con grande attenzione e curiosità: mi interessava I'astrologia e avevo letto il libretto del francese Bastide, Lo Zodiaco (che più tardi scoprii essere stato tradotto dalla stessa Morpurgo). In seguito, desiderando approfondire la materia, acquistai tutti i testi che allora si trovavano in commercio, ma nessuno di quei libri, spesso veri e propri incomprensibili macigni, mi dava quel senso di completezza, coerenza e rigore di quello della Morpurgo. Certo, non posso dire che allora compresi bene quello che stavo leggendo; ero troppo giovane, e si sa che le cose si imparano e si capiscono man mano che si cresce e si amplia il proprio campo di esperienza e conoscenza delle "cose della vita". Eppure, posso ben dire che i libri di Lisa Morpurgo accompagnarono la mia crescita (quella copia della Introduzione è stata sottolineata più e più volte, ed è ricca di appunti a lato) e tuttora, che ho arricchito la mia cultura astrologica ed ho diversi anni di esperienza "sul campo", quando ho dei problemi interpretativi torno a loro come a una specie di fonte da cui attingere fresca conoscenza. Venni a Milano nel 1987 e conobbi diverse persone che studiavano astrologia. La fama di Lisa Morpurgo era quella di una persona con un carattere "terribile", che trattava malissimo chi considerava cretino e non aveva pietà per chi era nato sotto alcuni segni zodiacali... Ebbi modo di incontrarla al convegno di Riccione del 1993 e feci in sua compagnia il viaggio di ritorno a Milano. Durante il tragitto non si risparmiò in commenti salati su certe persone, anche presenti, però ebbi modo di apprezzare il suo senso dell'ironia e una certa calma e sicurezza che infondeva. Anche io, come ha già scritto Ciro, credo che il suo carattere "difficile" non possa togliere nulla alla sua grandezza e alla sua intelligenza. E credo anche che quelli che l'hanno criticata, motivando il loro dissenso con una presunta difesa della "tradizione" (ma che cosa è la tradizione? Un dogma intoccabile, come certe dottrine religiose? O qualcosa che può mutare e trasformarsi nel tempo, seguendo l'evoluzione del pensiero umano?), siano solo invidiosi delle sue scoperte, del suo talento. Secondo me invece, da una "grande" come Lisa Morpurgo non si può fare altro che imparare.

Cristina Caretta

 

Pubblicato sul numero 35 (Luglio 1998) di Ricerca '90


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