Camilla Cederna
di Ciro Discepolo
Anni fa ci fu un ricevimento al Cremlino e Camilla Cederna come spesso ha fatto, si autoinvitò prendendo a prestito il biglietto d'ingresso della moglie di un collega. Nella grande sala dei congressi erano sistemati tavoli pieni d'ogni ben di Dio e fra questi, muovendosi miopemente come lei stessa racconta, diede una gran gomitata ad un robusto signore che rispose alla botta con il tintinnio delle sue medaglie: era Zukov. Un po' imbarazzata la Cederna arretrò investendo malamente un altro signore alle prese con una coscia di pollo: era Nikita Krusciev. Enzo Biagi, commentando l'episodio con l'acume e l'umorismo che gli sono propri, ha dichiarato: "Quella di urtare la gente che conta deve essere, per la Camilla, una vocazione". E infatti lo è. Se no come si potrebbe spiegare un così tenace e prolungato perseguimento d'intenti che la induce perfino nei lapsus a costellare il suo sport preferito: quello di pestare i calli al prossimo?
Eufemisticamente tradotto lo stesso sta per "militanza politica" o per "impegno civico permanente", ma comunque lo si voglia chiamare il concetto non cambia e a valle di tutto troviamo sempre una donna d'attacco, la cui penna fa spesso più paura dei cannoni e la cui combattività non tende a decrescere con gli anni. Quest'ultimo punto è particolarmente indicativo perché stigmatizza una chiara realtà: se con il divenire dell'età matura le energie non vengono ritirate dall'esterno per essere riassorbite dall'Io e l'impegno sociale tende a mantenersi su livelli costanti se non addirittura crescenti, è segno che a pilotare detta situazione inusitata non vi può essere che una "vocazione", come suggerisce Biagi. Il caso si presta ad una riflessione d'obbligo data la materia di cui ci occupiamo: le bombe che l'hanno resa famosa al mondo erano già in lei al momento della nascita o si è trattato invece di un incontro di destino lungo il cammino della vita?
Evidentemente se parliamo di vocazione è perché crediamo che le valenze che la individualizzano erano già riconoscibili nella geometria del cielo che l'ha vista nascere e l'incontro successivo con le bombe, nonché il connubio con le idee che da anni la identificano agli occhi del mondo, non è stato altro che il logico epilogo di un cercarsi vicendevole fra energie, qualitativamente simili, che una volta incontratesi hanno generato la risonanza in ragione della massima reciproca sintonia.
La "vocazione" della Cederna, ovvero ciò che la fa chiamare oggi "la signorina delle bombe" e "l'avvocato di tutti", ovvero ancora ciò che ha fatto e fa da motrice ad una vita intera d'impegno polemico, è la bandiera stessa del suo tema astrologico, la dominante assoluta del suo oroscopo: la congiunzione Luna-Marte in Sagittario, angolare all'Ascendente. Ad essa fanno capo senz'alcun dubbio i maggiori attributi distintivi del soggetto, quelli cioè che per un elementare collegamento analogico ci fanno visualizzare l'immagine di una Giovanna D'Arco o di una Angela Davis quando udiamo pronunciare il suo nome. Ma la nostra primadonna del giornalismo italiano non si è occupata soltanto di bombe e di anarchici in volo dalle finestre delle questure, e fino a non molti anni fa era piuttosto conosciuta come la "signorina dei merletti". La cosa potrebbe apparire ad un primo esame paradossale, ma non è così e cerchiamo di chiarirne il perché.
Camilla Cederna è nata a Milano il 27 gennaio 1911, alle ore 4.45 antimeridiane, da genitori borghesi ed è cresciuta in un ambiente moralista che ha avuto una parte di rilievo nella sua formazione caratteriale. La giovane di buona società, dal chiaro talento letterario, esordisce nel '43 scrivendo un pezzo per un giornale lombardo del pomeriggio: è una satira sui gusti vestiari dei fascisti. Questi ultimi non gradiscono lo spirito e le appioppano sette anni di galera che non sconterà. È l'inizio di una carriera, il debutto di una stagione giornalistica non ancora terminata in cui i tribunali e le denunzie ne rappresentano gli emblemi più significativi. La giovane Cederna ha voluto entrare di punta nel mondo del giornalismo italiano e ha dato un saggio, con il suo esordio, delle sue ancora non del tutto vagliate potenzialità in quanto a "penna che fulmina". I segni premonitori sono chiari e le verifiche non si lasciano attendere.
Dal '45 il soggetto entra a far parte della redazione del nascente "L'Europeo" di Benedetti ed inaugura una galleria di noti personaggi del tempo che la impongono all'attenzione pubblica per la satira graffiante ed il modo brillante con cui sono tracciati. Quelle che in un primo tempo si erano rivelate come tendenze satiriche generiche affioranti da scritti su soggetti eterogenei iniziano a corporarsi successivamente intorno ad un comune denominatore che sarà per molti anni il distintivo professionale della Cederna: la satira di costume. Nasce così il personaggio della contessa Pellettier de Belminy che, alla stregua della Lady Godiva di Moravia sulle pagine del Corriere della Sera, fa da veicolo alle fantasie (ma non tanto tali) che fanno imbastire al soggetto storie di ricevimenti in cui le signore della Milano bene presenziano con gonne di pelliccia di leopardo, capelli color miele e guanti di zebra. Sono le immagini al grandangolo, simili a certe scene di Polanski al fish-eye, di una società di cui attraverso l'aberrazione ottica delle prospettive si vogliono ingigantire le stonature.
Questo tipo di caricatura ha successo e più tardi i singoli brani verranno raccolti in volume: "Signori e Signore", "Noi siamo le signore", "La voce dei padroni", "Le pervestite" e "Maria Callas". Arriviamo così alle bombe di Piazza Fontana (fine del '69) che dovevano segnare un profondo cambiamento d'indirizzo sia nelle vicende collettive del nostro Paese che in quelle individuali della giornalista al cui zenit oroscopico si avvicinava il transito di Urano, chiave di volta del suo trasformismo (solo apparente) professionale. Urano, astro delle brusche metamorfosi, lambendo il Medium Coeli in Bilancia, canalizzava la carica polemica di fondo esistente nel soggetto e la finalizzava in direzione dell'impegno sociale-egalitario, portavoce di istanze moschettieristiche ben visibili nei valori Sagittario (Ascendente, Luna e Marte) e Bilancia (X Campo). Ecco perché si diceva prima che le valenze vocazionali della Cederna sono state soltanto attivate dai fatti contemporanei e successivi al '69 e non create dagli avvenimenti stessi giacché in lei esisteva già il "germe" di quell'impegno politico che doveva in seguito divenire la sua bandiera.
La contemporanea presenza, in quell'anno, di Giove nel X Campo dell'Oroscopo in oggetto doveva sancire il successo all'operazione di trasformazione in corso, successo che come spesso avviene quando Giove è alla sommità del tema ha in ciclo dodecennale. Nasceva così una Cederna inedita, antesignana di un certo tipo di giornalismo controcorrente (non dimentichiamo che erano gli anni in cui anche la sinistra opponeva soltanto un tiepido dissenso alla tesi degli anarchici bombaroli) ripreso in seguito da più parti anche se su toni minori. Ma torniamo un momento alla dominante astrologica del suo tema di nascita: la congiunzione Luna-Marte in Sagittario, all'oriente natale.
La stessa può essere la chiave interpretativa dell'insieme essendone la cuspide di massima vibrazione e al tempo stesso il polo più significativo. Essa indica sostanzialmente due cose: coraggio ed aggressività. I due attributi, a nostro avviso, non possono essere scissi giacché coraggio vuol dire innanzitutto rompere il ghiaccio, spezzare la stasi, superare l'inerzia, tutte cose che richiedono un eccesso di energia, una vitalità prorompente che il più delle volte è fatta appunto anche di aggressività. La congiunzione Luna-Marte, non a caso, le esprime entrambe.
Soffermiamoci un attimo su questo punto. Una valenza astrologica di coraggio, all'Ascendente, vale a dire nel punto che dice di noi ciò che appariamo agli altri, equivale a tributare l'aggettivo di coraggioso, prima di ogni altro, a chi la possiede. E sul fatto che la Cederna sia coraggiosa sembra che non vi siano dubbi, perfino a parere dei suoi nemici: dalla condanna fascista del '43 all'ultima denuncia per vilipendio al capo dello Stato (per il libro "Giovanni Leone - La carriera di un Presidente", Feltrinelli edit.) troviamo un lungo elenco di citazioni, querele, comparizioni in tribunale, attacchi personali, etc. Indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche sembra che non si possa disconoscere che Camilla Cederna ha rischiato sempre in prima persona, e si è esposta, in un Paese dove, come ha detto una volta Sergio Saviane a Bontà loro, scarseggia la figura del critico e dove la gente sembra piuttosto malata di populismo.
L'aggressività, l'altra faccia della medaglia, ha nel caso del soggetto delle colorazioni ben precise che le provengono da altrettanti fatti oroscopici. In primo luogo è finalizzata, come indica l'opposizione Luna-Marte/Plutone tra la prima e la settima Casa, verso fatti e personaggi di prima grandezza nel firmamento internazionale (a parte Pinelli, Valpreda, Calabresi, Feltrinelli, Pasolini, Leone e gli altri ben noti, si è occupata anche della strage in cui fu uccisa Sharon Tate, dello scandalo di Ted Kennedy e di altri numerosi importanti avvenimenti internazionali, sempre con lo stesso spirito polemico-critico).
Inoltre Mercurio in Capricorno da una parte ed i valori di seconda Casa (Urano, Sole e Venere) dall'altra, testimoniano una continuità ed una fissità di azione in tal senso. Il lato più criticabile dell'insieme appare la sua tendenza ad essere precipitosa, impulsiva nelle prese di posizione. È il suo modo di giudicare a caldo, di reagire emotivamente e passionalmente che in qualche caso l'ha parzialmente screditata anche agli occhi dei sostenitori.
Tale aspetto psicologico è anch'esso direttamente rapportabile alla già citata dominante. Sullo stesso si è soffermato in una "Lettera a Camilla" Indro Montanelli che un lettore del Corriere proponeva come marito per la Cederna (in questo caso l'astrologo, se interpellato, avrebbe dovuto sconsigliare fermamente per evitare spargimenti di sangue). Oltre all'accusa citata il direttore de "Il Giornale" ne lancia altre al suo indirizzo: "...a chi denuncia la borghesia da borghese e i suoi snobismi da snob. Perché nessuno, Camilla mia, lo è più di te"; "Perché le bombe, Camilla mia, non si possono trattare da dilettanti neanche con la parola o la penna. Bisogna esserci vissuti in mezzo. E alla tua età, per quanto verdissima, è un po' troppo tardi per cominciare".
Al tono paternalistico di Montanelli fanno eco critiche di altri basate soprattutto sull'accusa di essere una radical-chic. Non sembra d'altra parte che la Cederna abbia mai rinnegato il suo trascorso borghese né le reminescenze che dello stesso ne testimoniano oggi ancora la presenza nella sua vita (per esempio lo stile ottocentesco nell'arredamento della sua casa: Saturno in Toro, in Campo IV, in buon aspetto a Luna, Marte e Plutone). Infine qualche breve flash sul suo oroscopo. La combinazione Aquario (il Sole e Venere) -Sagittario (Ascendente, Luna e Marte): emancipazione, individualismo, originalità, anticonformismo. Quest'ultimo è in conflitto con il forte moralismo di cui lei stessa non fa mistero e che va collegato ai valori Sagittario da una parte ed a quelli saturniani (quadrato Sole-Saturno e trigono Luna-Saturno) dall'altra.
Ai valori saturniani si deve anche la sua intransigenza nella vita e nel lavoro. Il Sole in Casa seconda, trigono all'MC, e il sestile Giove-Mercurio, testimoniano il successo anche economico del suo lavoro, con maggiore rilievo per quanto riguarda gli scritti (basti pensare che il suo ultimo libro ha superato le 300 mila copie vendute). L'amore è poco presente nel tema data la forte indole combattiva già descritta e che non si presta alla realizzazione di una felice vita di relazione.
Per i prossimi anni gli astri le consigliano una maggiore prudenza ed una minore esposizione in prima linea dal momento che più di un transito planetario fa pensare a prove dovute ad ostilità e ad una minore possibilità di difesa in generale [le cronache ci diranno, poi, che ella verrà condannata per il libro sul presidente Leone].
Ciro Discepolo
Tratto da Gli astri del successo, Armenia, 1979